Nuovo referendum abrogativo contro la caccia

Il copione è quello già visto poche settimane or sono: sulla Gazzetta ufficiale n. 80 dello scorso 2 aprile, è stata pubblicata la dichiarazione da parte della Corte di Cassazione, relativa al fatto che un comitato di 11 cittadini ha depositato la richiesta di raccogliere le firme (500 mila) per un referendum abrogativo sulla caccia. Rispetto all’altra volta, l’obiettivo non è l’abrogazione della legge sulla caccia nel suo complesso (iniziativa, in effetti, tanto maldestra che se fosse stata portata avanti avrebbe probabilmente determinato gravi danni alla tutela della fauna), bensì, come già accaduto più volte in passato, l’abrogazione dei primi due commi dell’articolo 842 del codice civile, quell’articolo cioè che consente l’accesso ai fondi privati non recintati, per l’esercizio dell’attività venatoria, a meno che non vi siano colture in atto.

“Evidentemente, non vedendo raggiungibile l’obbiettivo che si erano prefissati tempo fa con la analoga procedura volta all’eliminazione dell’intera legge sulla caccia, gli anticaccia ci riprovano con un progetto meno ambizioso e secondo loro evidentemente più facile” ha dichiarato il Presidente di Federcaccia Massimo Buconi.

“Da parte nostra, oltre a vedere confermati i nostri forti dubbi sulla possibilità soprattutto in questo momento di raggiungere le firme necessarie, seguiremo con attenzione il procedere dell’iniziativa. Abbiamo già contattato parlamentari amici e i vertici delle associazioni agricole. Quello che questi gruppi di sprovveduti sempre all’inseguimento di una utopia anticaccia che stride col buon senso e la realtà, è che l’esercizio venatorio, che in Italia si articola attorno all’842, costituisce in primis per gli agricoltori, ovvero il 90% dei proprietari dei fondi di cui si sta parlando, un argine fondamentale e assolutamente insostituibile per prevenire danni alle colture, al bestiame e al controllo delle specie invasive. Anche a questo ennesimo attacco, se si concretizzasse e resta tutto da dimostrare, sapremo rispondere come già avvenuto in passato” ha concluso il presidente nazionale Federcaccia.