Piombo e zone umide: perché la proposta è inaccettabile

La Face riassume gli elementi di forte criticità della proposta della Commissione Ue sul bando al piombo nelle zone umide. La votazione il 3 settembre

L’Ufficio studi e ricerche faunistiche e agroalimentari della Federcaccia ha diffuso un comunicato nel quale riassume in italiano i contenuti di un video in inglese nel quale la Federazione europea delle associazioni venatorie (Face) evidenzia le criticità della proposta presentata dalla Commissione europea sulla messa al bando del piombo nelle zone umide.

La Commissione ha utilizzato la definizione di zona umida della Convenzione di Ramsar, e ha affermato in un’interrogazione parlamentare che anche una piccola pozzanghera formatasi per la pioggia in una zona normalmente asciutta è una zona umida, e che quindi il cacciatore in quest’area deve utilizzare i pallini non di piombo anche se sta cacciando specie non acquatiche. Tale forzata definizione e interpretazione rende ingestibili sia i controlli delle guardie venatorie, sia il comportamento del cacciatore. Ben 23 Stati Ue hanno già vietato l’uso del piombo nelle zone umide, ma nessuno ha utilizzato la definizione della Convenzione di Ramsar, proprio perché ingestibile sia per i cacciatori, sia per gli agenti di controllo. La soluzione è di non utilizzare la definizione Ramsar, ma di definire con precisione le zone umide realmente esistenti sul territorio.

La definizione Ramsar prevede anche l’inclusione delle torbiere, cioè di aree che si presentano normalmente asciutte ma in condizioni particolari di precipitazioni possono formare aree temporaneamente allagate. Le torbiere (peatlands) sono aree molto estese in Europa settentrionale, ma anche in Italia delle aree normalmente asciutte e frequentate per la caccia alla fauna stanziale di terra possono allagarsi parzialmente per le piogge, rendendo di conseguenza ingestibile l’uso di munizioni con o senza piombo nel corso di una battuta di caccia su territori diversificati. La soluzione in questo caso è eliminare le “fasce buffer” e limitare l’utilizzo di pallini non di piombo solo all’interno delle zone umide.

La presunzione d’innocenza è un principio cardine di tutto l’ordinamento giuridico europeo, mentre in questo caso la Commissione ha introdotto un principio di presunzione di colpa, vietando il possesso (invece che l’utilizzo) delle munizioni contenenti piombo anche nel caso di esercizio di forme di caccia diverse nel corso della giornata e attraversamento di aree umide nel corso di battute di caccia in zone asciutte. Tale principio di presunzione di colpa è inaccettabile, proprio perché nel corso della stessa giornata un cacciatore può andare a caccia di acquatici in una zona umida con munizioni non di piombo, e successivamente andare a selvaggina di terra con munizione contenenti piombo. Anche in questo caso la proposta può essere facilmente emendata, risolvendo questo problema in armonia con principio di presunzione d’innocenza.

“Le argomentazioni Face”, ha commentato Federcaccia, “sono ancora più forti se si pensa che l’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ha esplicitamente fatto presente che la definizione Ramsar di zone umide presenta forti problemi di applicazione e controllo delle disposizioni sulle cartucce contenenti piombo, non ha mai proposte le zone “buffer”, né il possesso di cartucce contenenti piombo in aree dove non si può utilizzare. Appare evidente che la Commissione europea stia forzando le disposizioni, con lo scopo di limitare sempre di più l’attività venatoria. Face e Federcaccia stanno lavorando da tempo perché siano modificate queste parti, rendendo più applicabile l’uso delle munizioni non tossiche nelle aree umide, facilitare le attività di controllo ed evitare ulteriori restrizioni alla caccia e ai cacciatori”.