Stambecco: niente stranieri nel Vallese

Cacciatori stranieri off-limit nel cantone Vallese per la caccia allo stambecco: viene a mancare, per ragioni (a quanto pare) ideologiche una cospicua risorsa economica da investire nella natura

Nel cantone svizzero Vallese, dal prossimo anno, i cacciatori stranieri non potranno più abbattere stambecchi. Lo ha deciso il Consiglio di Stato chiudendo questa pratica che attirava molti cacciatori dalla Spagna, Germania, Italia e anche Stati Uniti e Sud America, come anche dagli altri cantoni. Potranno continuare a farlo soltanto i cacciatori del Vallese e coloro che possiedono già una licenza rilasciata dal cantone stesso. La caccia allo stambecco in questo luogo vedeva una lunga lista d’attesa e i costi sono sempre stati molto elevati arrivando a decine di migliaia di euro a seconda del capo abbattuto. Un introito notevole per l’amministrazione, che ha rassicurato che l’alto numero di animali, sempre più numerosi e arrivati a circa più di 6.000 secondo un’ultima stima, sarà ugualmente tenuto sotto controllo dai cacciatori locali. Non è chiaro come, ben sapendo quanto invece avrebbero fatto bene alla cura della Natura le cifre da capogiro che questa selezione garantiva. Specifichiamo che gli animali da abbattere erano capi anziani, divenuti di valore per il trofeo notevole, ma ormai destinati alla fine, data l’età. La decisione non ha nulla di ecologico o scientifico ma soltanto animalista, dopo la solita petizione lanciata da una emittente locale (Rts) che ha raccolto 70.000 firme di pietisti assolutamente incompetenti nella gestione faunistica. Condannando così bellissimi animali, anziché a una morte rapida, a morire con agonie di giorni o mesi tra fame, malattie e infezioni. La motivazione accampata ufficialmente dalle autorità è stata che con questa decisione gli addetti alla sorveglianza saranno più liberi, non dovendo seguire più i cacciatori stranieri durante le uscite di caccia e potendo quindi dedicarsi ad altre incombenze. Peter Scheibler, direttore dell’uffico caccia e pesca, ha annunciato che anche per la specie camoscio si sta studiando analogo provvedimento, ma la discussione è ancora in corso.