Dr15 Custom Mk50 calibro .50 Beowulf

La piattaforma Ar15 necessita ormai di ben poche presentazioni, visto che oltre a essere una delle armi più gradite dal pubblico statunitense, vanta un esteso pubblico di appassionati anche qui in Italia. È conosciuta e apprezzata nel suo calibro “per antonomasia” che è il .223 Remington, ma non mancano anche interpretazioni più atipiche e affascinanti, come quelle in 7,62×39, 6,5 Grendel, .224 Valkyrie eccetera. Be’, se parliamo di camerature “fuori standard” per la piattaforma Ar15 sicuramente il massimo del massimo è rappresentato dal calibro .50 e, in particolare, parliamo del .50 Beowulf, una “salsiccia” che decisamente non può passare inosservata. Nata una ventina di anni fa negli Stati Uniti come proprietary cartridge della Alexander arms (la stessa che ha ideato il 6,5 Grendel), è oggi disponibile anche per gli appassionati italiani grazie alla tenacia e all’impegno di Diego Ruina, vulcanico titolare della Dr-15 Custom di Arco di Trento, il quale ne ha curato l’omologazione Cip e offre sul mercato le carabine su piattaforma Ar15 da lui realizzate, proprio in questo calibro. L’occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire e, complice un caro amico che ha preso per sé una compattissima carbine in questo calibro, con canna lunga 12,5 pollici, abbiamo deciso di testare per voi questa accattivante e inedita combinazione arma-cartuccia.

La piccola grande bestia
L’Ar15 è nato negli anni Cinquanta proprio come arma di “piccolo calibro” per l’esercito statunitense, in contrapposizione al 7,62×51 mm utilizzato dall’M14 e dalle mitragliatrici medie e pesanti. Desta quindi un certo sconcerto vedere nei classici caricatori Stanag certi “siluri” che, comunque, a dispetto dell’apparenza vengono contenuti perfettamente. In pratica, il caricatore classico bifilare da 30 colpi .223 diventa un monofilare della capacità di 10 cartucce (giuste giuste per gli attuali limiti normativi per le armi lunghe). La “cellula” è quella classica Ar15, in quanto upper e lower receiver non necessitano di alcuna modifica. Anzi, in effetti sarebbe possibile anche acquistare una conversione composta dal solo upper con la canna e l’otturatore specifici per il .50 Beowulf e installarli su un lower che già si possegga, nato per il .223 Remington. L’accortezza, in tal caso, è quella di montare un buffer di tipo pesante, la molla di recupero è in pratica la medesima.

In questa realizzazione Dr-15 Custom, upper e lower receiver sono realizzati in forgiato di Ergal 7075 T6, realizzati da un produttore statunitense primario, caratterizzati da comandi del tutto standard, quindi sgancio caricatore sul lato destro, leva hold open e sicura manuale sul solo lato sinistro, come da archetipo Stoner. L’upper receiver è caratterizzato da coperchio basculante a molla di protezione della finestra di espulsione, deflettore integrale per il bossoli e forward assist. Il ponticello è del tipo bombato, quindi maggiorato, per garantire il massimo agio di accesso al grilletto anche indossando i guanti. L’impugnatura a pistola è una Strike industries Viper enhanced pistol grip, con inclinazione di 20 gradi e portello stagno inferiore per l’inserimento e la conservazione di piccoli accessori all’interno, con texture efficacemente grippante sui quattro lati. Il calciolo collassabile, su buffer tube a specifiche militari, è un classico Magpul Moe.

La canna, lunga 12,5 pollici (pari a 317 mm circa), è ricavata da Dr-15 Custom da una barra prodotta dalla Green mountain rifle barrel company, la rigatura è ottenuta mediante bottonatura e ha un passo di un giro in 20 pollici. La configurazione finale ha un diametro in prossimità della volata pari a 21 millimetri, il gas block è del tipo a basso profilo, con posizionamento di tipo carbine. La volata della canna è filettata e su di essa è installato un imponente freno di bocca a due stadi (largo 43 mm), realizzato dal pieno da Dr-15 Custom e denominato Tanker, in effetti la somiglianza formale è con i freni di bocca per i pezzi d’artiglieria e l’efficacia è altrettanto imponente, come abbiamo constatato nella prova a fuoco.

Intorno alla canna è investita un’astina ultraleggera in Ergal 6061 prodotta dalla White label manufacturing (modello Moloc), caratterizzata da slitta Picatinny superiore, che si interfaccia con precisione a quella sulla sommità dell’upper, e da slot M-lok sui due lati e inferiormente.

Il sistema meccanico di funzionamento è ortodosso Stoner, quindi con sottrazione diretta dei gas che vengono convogliati all’indietro tramite il classico tubetto inox, a spingere il portaotturatore che, tramite opportuno profilo a camme, determina la rotazione della testina otturatrice, disimpegnando le alette di chiusura dalle sedi nel prolungamento di culatta. Canna, otturatore e portaotturatore sono sottoposti a nitrurazione, al fine di elevare la durezza superficiale (e la scorrevolezza) e la resistenza agli agenti atmosferici. I due receiver sono invece trattati con una finitura grigio antracite a base di nanoceramiche e Ptfe, denominata Top shield, che l’azienda produttrice è in grado di realizzare in svariate colorazioni e anche con pattern mimetici o soggetti custom (dai teschi alle tiger stripe al Kriptek e così via).

Mire e scatto
L’upper di tipo flat top, che si combina con la slitta Picatinny presente sull’astina, consente una notevole elasticità nella scelta degli organi di mira. La configurazione scelta dal proprietario dell’arma prevede un set di mire meccaniche abbattibili (flip-up) e un collimatore a punto rosso Vortex Crossfire, su apposita basetta rialzata al fine di garantire un corretto e naturale allineamento dell’occhio del tiratore.

La componentistica dello scatto e la minuteria è tutta a specifiche militari: lo sgancio è monostadio, con un peso di circa 2.500 grammi, ripartiti su una corsa molto pulita con let-off molto prevedibile e scevro da collasso di retroscatto.

La nostra prova
Con la canna lunga 12,5 pollici, l’arma è estremamente maneggevole, nonostante l’imponenza del freno di bocca e nonostante che la canna, pur corta, sia anche veramente massiccia e, quindi, pesante. L’assetto comunque risulta del tutto equilibrato, con un baricentro appena oltre il bocchettone del caricatore. L’astina ha sezione ottagonale, con un’ampiezza tra le due facce laterali contrapposte pari a 43 millimetri. La faccia inferiore presenta una smussatura in corrispondenza delle viti di serraggio posteriori, che può contribuire a rinsaldare la presa della mano debole quando l’imbracciata preveda un assetto molto raccolto. All’estremità anteriore del lato inferiore dell’astina è stato fissato un micro-hand stop, che impedisce l’eventuale, eccessivo scivolamento in avanti della mano debole.

L’assetto della munizione è stato fissato con bossoli Starline, innesco large pistol magnum, palle Target bullets Gold a profilo ogivale con punta piatta (concepite per il .500 S&W) del peso di 400 grani, spinte da 30 grani di Vihtavuori N110. Si tratta di una delle combinazioni sperimentate dall’azienda costruttrice dell’arma, che consente di ottenere cartucce costanti e precise, senza particolare stress nei confronti dell’arma.

Anche solo con una capacità di 10 cartucce, il caricatore ha decisamente un bel peso a pieno carico che, però, si ripartisce proprio in posizione baricentrica, quindi non disturba l’assetto man mano che si spara (e si alleggerisce…).

Abbiamo effettuato alcune prove di precisione in appoggio anteriore su rest con sacchetto, nel poligono di Rovereto (Tn) sulla distanza di 50 metri, utilizzando il red dot Vortex Crossfire. Pur in assenza di un pregresso affiatamento con l’arma, siamo immediatamente entrati “in partita”, constatando come a fronte di un boato imponente e di una bella fiammata, in realtà le reazioni di rinculo fossero perfettamente gestibili. Il contraccolpo, in particolare, si scarica del tutto orizzontalmente, ma senza alcuna violenza, è solo una spinta progressiva che si esaurisce prima ancora di essersi resi conto che c’è. Merito del mastodontico freno di bocca, che è da solo più di metà del divertimento di quest’arma! È, così, possibile doppiare il colpo in velocità, godendo di una espulsione dei colossali bossoli, vigorosa e coreografica. In altre parole, sia il botto, sia l’espulsione, sia la fiammata rendono noti a tutti che balisticamente “c’è sostanza”, ma senza alcuna penalizzazione per il tiratore. Il risultato sul bersaglio è stato decisamente gratificante, una rosata di cinque colpi in 45 millimetri, che può ovviamente essere ulteriormente perfezionato con un minimo affiatamento. I bossoli hanno evidenziato un modesto annerimento alla bocca, assenza di deformazioni anelastiche e inneschi del tutto nella norma.

Il .50 Beowulf: un calibro “definitivo”
Il .50 Beowulf appartiene alla schiera dei cosiddetti “calibri definitivi” per Ar15 (famiglia della quale fanno parte per esempio il .458 Socom e il .499 Lwr), sviluppati nei primi anni Duemila, cioè nel periodo in cui i reparti speciali statunitensi erano alla ricerca di una munizione di grosso calibro che fosse compatibile con le piattaforme Ar15 o Ar10, al fine di garantire un immediato stopping power, al primo colpo, in compiti estremamente specialistici, come per esempio nel contrasto a terroristi con cariche esplosive sulla propria persona o sul veicolo da loro guidato. Uno stopping power che le munizioni 5,56 mm delle carabine M4 avevano dimostrato di non possedere. La cartuccia è stata realizzata a partire dal 2001 dall’azienda statunitense Alexander arms, in cui titolare, Bill Alexander (di origini anglosassoni, ma naturalizzato negli Usa), è anche l’artefice del 6,5 mm Grendel. Si tratta di una proprietary cartridge che, tuttavia, anche altre aziende hanno messo in catalogo con le proprie carabine, aggirando i vincoli sul nome commercializzandola con la denominazione di 12,7×42 mm. Proprio con tale denominazione è stata omologata Cip dalla Dr-15 custom ed è, quindi, commercializzabile in Italia. Nella configurazione originale della Alexander arms, la cartuccia ha una pressione di esercizio a norma Saami pari a 33.000 psi (2.274 bar), al fine di garantire la massima sicurezza di funzionamento nella piattaforma Ar15. La cartuccia può utilizzare palle convenzionali con nucleo in piombo di peso compreso tra i 300 e i 400 grani, in canna lunga 16 pollici le velocità possono arrivare tra i 550 e i 580 metri al secondo, con energie cinetiche che possono giungere a sfiorare i 4.000 joule. Il bossolo è del tipo a pareti dritte, con una leggerissima conicità, fondello rebated pari a quello del 6,5 Grendel il quale, a sua volta, è pari a quello del 7,62×39 mm. La lunghezza totale della cartuccia è di 2,125” (53,98 mm), il bossolo è invece lungo 1,650” (41,91 mm). Per quanto riguarda le polveri più adatte al calibro, si tratta in massima parte dei propellenti idonei ai calibri magnum per pistola, come per esempio la Winchester 296, la Vihtavuori N110, la Hodgdon H110.

La prova completa su Armi e Tiro di dicembre 2022

 

Scheda tecnica
Produttore: Dr-15 custom, via Cerere 55, 38062 Arco (Tn), tel. 338.40.83.603, dr15custom.com
Modello: Mk50
Tipo: carabina semiautomatica
Calibro: .50 Beowulf
Funzionamento: sottrazione diretta di gas sistema Stoner
Alimentazione: caricatore amovibile monofilare
Numero colpi: 10
Canna: Green mountain, bottonata, diametro 21 mm, lunghezza 317 mm, passo 1:20”, filettata in volata per freno di bocca Dr Tanker
Lunghezza totale: da 750 a 833 mm
Scatto: monostadio, peso di sgancio 2.500 g
Percussione: cane interno
Sicura: manuale a leva sul fusto
Mire: slitta Picatinny a tutta lunghezza, diottra e mirino flip-up, red dot Vortex Crossfire
Materiali: carcassa in Ergal 7075, astina in Ergal 6061, calcio e impugnatura in polimero, otturatore e canna in acciaio
Finiture: portaotturatore, otturatore e canna nitrurati, carcassa con finitura Top shield a base di nanoceramiche e Ptfe
Peso: 3.000 g circa
Qualifica: arma sportiva
Prezzo: 2.700 euro, incluse mire e red dot