Il futuro dell’Esercito Italiano tra opportunità e incognite

La Residenza Ripetta di Roma ha ospitato la conferenza “Il futuro dell’Esercito italiano tra opportunità e incognite”, patrocinata dal CeSi (Centro studi internazionali) e moderato dal presidente Andrea Margelletti. All’evento ha partecipato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale Danilo Errico (in foto)

La Residenza Ripetta di Roma ha ospitato la conferenza “Il futuro dell'Esercito italiano tra opportunità e incognite”, patrocinata dal CeSi (Centro studi internazionali) e moderato dal presidente Andrea Margelletti. All’evento hanno partecipato il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito generale Danilo Errico (in foto), il Sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, il Presidente della Commissione Difesa del Senato Nicola La Torre, l'Ad di Finmeccanica Mauro Moretti,  il  Presidente di AeroSekur Silvio Rossignoli, l'Ad di Iveco Dv Vincenzo Giannelli e il Presidente di Beretta, Franco Gussalli Beretta.

Il generale Danilo Errico in apertura della sua relazione, ha ricordato lo sforzo e l’impegno dell’Esercito Italiano nella sua trasformazione in 30 anni da esercito di  “leva” improntato a una difesa statica a esercito professionale e con nuovi compiti di proiezione, dei molti compiti assolti oggi sia sul territorio sia nelle missioni internazionali. Ha indicato inoltre la necessità di razionalizzazione rimarcando una disomogeneità tra la provenienza geografica del personale in servizio e la distribuzione geografica delle infrastrutture militari: il 90% del personale in servizio nell'Esercito è originario delle regioni del Centro-Sud mentre vi è  una distribuzione geografica delle posizioni organiche delle unità dell'Esercito, maggiormente concentrata al nord. Vi è poi la questione dello “svecchiamento” che obbliga l’Esercito a rivedere le percentuali di ripartizione tra forze in servizio permanente e forze in ferma prefissata, secondo i dettami del  “Libro bianco” della difesa e la cesoia dei “tagli” previsti dalla legge 244 del 2012 (spending review). Tagli, riduzioni e trasformazioni che pur toccando l’Esercito Italiano in modo sensibile, non devono però andare a incidere sulla professionalità e la sicurezza del soldato, sull’operatività richiesta per assolvere ai mandati nazionali e internazionali. Questo significa addestramento ed equipaggiamento, assetti moderni e tecnologicamente avanzati, da garantirsi all’Esercito Italiano anche in tempo di contingenze con finanziamenti e procedure garantite chiaramente e funzionali a una continuità dei programmi di lungo periodo (18 anni) e non limitata all’indirizzo sessennale previsto dal “Libro bianco” con la “Legge di Programmazione degli Investimenti”.

Nel successivo intervento l’Ad di Finmeccanica Moretti, ha ribadito il concetto parlando, invece, di una legge speciale per garantire la trasformazione dell’Esercito italiano, con finanziamenti non solo adeguati ma sicuri e focalizzati sulle reali necessità augurando una veloce implementazione del “Libro Bianco”.

Il presidente della commissione difesa del senato Nicola La Torre, ha indicato il “Libro bianco” quale strumento della legislatura che ha avviato il rinnovamento e una eventuale “Legge terrestre”, un opportuno complemento; si è detto inoltre favorevole  alla augurata ipotesi che l’Esercito italiano, persegua la strada a suo tempo intrapresa dalla marina militare con la Legge De Giorgi.

Il senatore poi, in un inciso sulla crisi libica, ha auspicato una larga e condivisa concertazione tra gli Stati europei nell’intervento, questo non solo a garanzia di un giusto coordinamento ma per evitare anche,  inopportuni “protagonismi”.

In sintonia generale, gli interventi dell'Ad di Iveco Dv (Defense vehicle) Vincenzo Giannelli e del presidente di Beretta Franco Gussalli Beretta: qui i richiami erano ovviamente sulle risorse e sulla chiarezza degli investimenti per l’auspicata continuità dei programmi. Il  presidente di AeroSekur Silvio Rosignoli ha invece spronato in tono pacato l’Esercito italiano, a “investire” sulla propria immagine e marketing.

Le note conclusive sono toccate al Sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi che pragmaticamente, ha ribadito che le risposte a molte degli interrogativi espressi nel convegno, siano in realtà già contenute nel Libro bianco e che a questo ci si debba attenere auspicando una rapida attuazione mediante i necessari provvedimenti legislativi.

Al CeSi il merito di aver organizzato un evento certamente importante proprio in ragione delle riflessioni e spunti sul futuro dell’esercito italiano, sui necessari rapporti tra questo e l’industria nazionale, perché è necessario investire nel “terrestre” e con quali benefici per il sistema Paese e aperto in merito un franco dibattito pubblico.

In estrema sintesi e condiviso dalla maggior parte dei convenuti, la necessità a questo punto di un “Libro terrestre” o “Libro verde” che dir si voglia.

 

Per approfondimenti: www.cesi-italia.com.