Fn 509 calibro 9×19: la pistola da un milione di colpi

La filiale statunitense della Fn di Herstal, il colosso belga che da decenni controlla anche i brand Browning, Miroku, Winchester e Winchester ammunition, sforna da anni pistole eccellenti, che negli Stati Uniti hanno raccolto parecchi consensi tra gli sportivi, ma anche nel settore del law enforcement. A cane esterno e, più recentemente striker, le semiautomatiche Fn Usa non sono mai state distribuite sui mercati europei, tranne rarissimi, isolati casi: anche in Italia, al tempo del Catalogo nazionale per iniziativa di alcuni armieri fu richiesta la catalogazione, ma l’immissione sul mercato nazionale fu del tutto impercettibile, se non addirittura abbandonata sul nascere. Alla base di questo “buco”, una precisa scelta politica dell’azionista di riferimento di Fn Herstal, lo Stato vallone: niente armi corte provenienti dalla consociata statunitense, se non i modelli rimfire, tanto è vero che anche la mitica Browning Hp35 da anni è uscita dai radar degli armieri italiani e non certamente per la vetustità del progetto meccanico, che resta tutt’ora, dopo quasi novant’anni, una pietra miliare nel settore delle semiautomatiche portatili. Dunque, quel “veto” adesso non c’è e Bwmi, il distributore ufficiale per l’Italia di tutti i prodotti Fn, che ha sede a Collebeato (Bs), è stato tra i primi in Europa a importare i primi modelli della gamma Fn Usa, a partire proprio dalla 509, protagonista della nostra prova, affiancata in questa fase dalla Fn 502 calibro .22 long rifle (disponibile nelle colorazioni sabbia e nera) e dalla Fnx calibro .45 acp (anche lei disponibile nelle colorazioni sabbia e nera). Nell’anno nuovo, la proposta dovrebbe arricchirsi di nuovi modelli e versioni.

Perché la 509
La genesi di questa pistola la si può far partire proprio dalla Fnx che, pur essendo a cane esterno, può essere considerata una vera e propria piattaforma sulla quale sono state sviluppate altre pistole, a partire dalla Fns, polimerica striker, dalla quale, a sua volta, è stata sviluppata proprio la 509. Lo sviluppo della 509 è partito dalla versione compact della Fns e l’obiettivo degli ingegneri statunitensi era uno solo: progettare una moderna striker polimerica che potesse inserire nell’ambitissimo concorso Mhs (Modular handgun system), vale a dire il tender creato dall’esercito statunitense, che dopo un lunghissimo travaglio (all’inizio si parlava di una semiautomatica a cane esterno con addirittura il ritorno al calibro .45 acp, obiettivo per la quale fu progettata la Fnx) avrebbe portato alla sostituzione dell’arma da fianco dei soldati a stella e strisce, vale a dire la mitica Beretta M9. Come sanno gli appassionati, le cose sono andate diversamente, visto che il governo statunitense ha puntato sulla Sig 320, poi ribattezzata M17.

Un po’ Glock, un po’ Sig
Come molte altre illustri colleghe-concorrenti, anche la 509 non rispondeva a uno dei requisiti ritenuti imprescindibili dagli americani, cioè la modularità. Da questo punto di vista, infatti, è molto più simile a una Glock che non alla Sig M17, che presenta uno chassis interno, estraendo il quale può essere rapidamente sostituito il fusto-impugnatura.

La 509, invece, come la maggior parte delle polimeriche striker ha le classiche guide di scorrimento in acciaio, suddivise nella porzione anteriore e posteriore, annegate nel fusto polimerico e sulle quali scorre il carrello in acciaio.

Anche per quanto riguarda la modalità di smontaggio, l’affinità è più con la Sig. L’operazione è assai semplice e anche a esemplare “vergine” è risultata molto fluida. Io l’ho disassemblata così: ho impugnato la pistola con la mano forte, arretrato il carrello con la mano debole, poi con il pollice della mano forte ruotato verso il basso la levetta posizionata sul lato sinistro del fusto in prossimità della fresatura ricavata nella parte anteriore sinistra del carrello. Proprio in questo dettaglio della levetta di smontaggio c’è una delle tante differenze riaspetto alla progenitrice Fns: sul lato destro è stato eliminato il corrispondente nottolino, che avrebbe potuto lasciare spazio per sporcizia.

Uno degli aspetti più peculiari della 509 è senza dubbio la scelta fatta per il grilletto: abbandonata la soluzione più adottata negli ultimi anni con la levetta centrale di sicurezza in stile Glock, i tecnici Fn hanno optato per un grilletto articolato nella parte mediana, meglio pivottante (soluzione vista, per esempio, anni fa sulla Smith & Wesson Sigma). Al primo impatto è piuttosto strano, a me sono state necessarie alcune decine di colpi per trovare il feeling¸ ma poi la gestione dello sgancio, all’incirca 3.000 grammi il peso della semi-Doppia azione, diventa sempre più familiare. Questa soluzione non è molto frequente: sembra, infatti, che negli Stati Uniti non sia molto apprezzata dalle forze di polizia che per la loro dotazione propendono per il sistema Glock.

Un’altra peculiarità che rende la 509 differente dalla maggioranza delle concorrenti è la fresatura ricavata nella parte anteriore della porzione squadrata della culatta: tale lavorazione è stata effettuata per drenare eventuali residui di sparo, o sporcizia proveniente dall’esterno, che potrebbero compromettere il regolare ciclo di funzionamento in fase di chiusura. Anche da questo dettaglio si intuisce come la 509 sia stata sviluppata per superare i severissimi test per l’adozione da parte delle forze armate statunitense, motivo in più per apprezzarne le qualità costruttive e le soluzioni adottate.

Meccanica tradizionale
A parte la scelta in controtendenza operata sul grilletto e sulla leva di sicurezza sul grilletto (assente), l’organizzazione meccanica della 509 segue fedelmente quella che è ormai una scelta operata dalla stragrande maggioranza di produttori di striker polimeriche e non solo. La 509 funziona con un sistema Browning modificato e la chiusura geometrica è garantita dalla interazione canna-carrello, meccanicamente vincolati per il tempo sufficiente a permettere al proiettile di lasciare la canna. Vincolo canna-carrello determinato dal bordo superiore anteriore squadrato della camera di scoppio, che contrasta con il bordo anteriore squadrato della finestra di espulsione.

Scelta non scontata per quanto riguarda il guidamolla, telescopico, sul quale lavorano due molle prigioniere: quella posteriore, di diametro inferiore, ha sezione tonda e scorre all’interno della molla di diametro superiore che ha sezione piatta.

Il pulsante di sgancio del caricatore ha forma ovale, presenta una puntinatura per azionarlo più comodamente ed è ambidestro nel senso stretto della definizione: non è come spesso capita reversibile, bensì è presente sia sul lato sinistro dell’impugnatura sia sul destro. Oltre che da un mancino, dunque, può essere agevolmente attivato anche dall’indice di un destrimane. Netta e decisa l’espulsione del caricatore, anche quando è vuoto. Anche la levetta dell’hold open, lunga 11 mm e larga 5 mm, è ambidestra e solcata da intagli orizzontali che rendono agevole l’azionamento, così come la posizione arretrata sul fusto, facilmente raggiungibile con il pollice.

Oltre alla particolare sicurezza sul grilletto, la trazione dev’essere eseguita con l’indice appoggiato nella metà inferiore del grilletto, la 509 è dotata della sicura automatica al percussore. Con mia (compiaciuta) sorpresa non è, invece, dotata di sicura automatica al caricatore (quando c’è, la pistola non spara se prova di caricatore inserito): io non l’apprezzo, ma negli Strati Uniti i produttori sono spesso costretti a inserirla dal “sentire comune” a prevederla.

Un altro richiamo alle origini riguarda l’estrattore ricavato nella parte destra del carrello: rispetto alla Fns, la leva è praticamente lunga il doppio e agisce anche da sistema di sicurezza: una linea rossa avverte che c’è una munizione all’interno della camera di cartuccia, mentre la parte anteriore sporgente dello stesso estrattore fa da avviso tattile di pistola carica.

Impugnatura confortevole
Ho trovato azzeccato il dimensionamento dell’impugnatura che, pur ospitando un caricatore bifilare, si presenta con dimensioni assai comode. Curate le lavorazioni per garantire la miglior presa possibile: front e backstrap presentano lo stesso disegno di texture, molto grippante e confortevole, nel secondo che non “punge” né il palmo della mano forte, né le dita. Anche sui pannelli laterali dell’impugnatura nella è stato lasciato al caso: i tre quarti dal basso verso l’alto sono solcati da cuspidi piramidali, che anche in questo caso fondono comfort e ottimo grip. Nella parte superiore, invece, il polimero è stato lavorato per ottenere pattern puntinato ambidestro, sul quale appoggiare il pollice della mano forte con un efficace effetto antiscivolo. Unico appunto, molto legato alle dimensioni della mia mano, leggermente sotto dimensionata l’elsa, scelta senza dubbio a vantaggio del porto occulto, un po’ meno nell’impiego in poligono. Nella dotazione di serie, molto minimalista, come il packaging, come tradizione statunitense, è previsto un solo dorsalino intercambiabile per modificare le dimensioni del backstrap.

Passando al carrello, i tecnici Fn hanno operato un’importante operazione di revisione, rispetto al Fns a cui si sono ispirati, certamente non a fini estetici, ma per migliorarne l’operabilità. Gli intagli di presa, per esempio, sia anteriori sia posteriore sono stati allungati, sfruttando al massimo la superficie disponibile, sui fianchi del carrello, ma anche ridisegnati più larghi e molto più grippanti.

Gli organi di mira
Tacca di mira e mirino sono inseriti in una fresatura a coda di rondine e sono dotati di 3-dot system. Una particolarità della tacca: non si tratta più di una tipo Novak come sulla Fns, ma è stata disegnata squadrata, per agevolare il caricamento della pistola anche con una sola mano, imputandola su una superficie resistente alla spinta decisa della. Un’opportunità certamente non pensata per un utilizzatore sportivo, ma che, comunque, completa una proposta di livello.

La nostra prova
Per testare la Fn 509 abbiamo utilizzato le linee di tiro del Tsn di Reggio Emilia, dove ho potuto contare anche sulla preziosa collaborazione di Matteo Cagossi, collaboratore di Armi e Tiro. Come sempre, per prendere confidenza con la pistola, e soprattutto con un grilletto piuttosto particolare, abbiamo sparato alcune decine di colpi, sia in tiro lento sia in tiro rapido. Lo scatto di un esemplare vergine avrebbe certamente avuto bisogno di lavorare di più, ma alla fine abbiamo raggiunto una buona familiarità anche con il peso di sgancio che si è attestato intorno ai tre mila grammi.

Abbiamo poi proseguito con le prove cronografiche e con i primi test di precisione alla distanza di 15 metri, impugnando la pistola a due mani. Abbiamo utilizzato soltanto munizioni commerciali e a colpire è stata l’ottima adattabilità della Fn 509 ai vari caricamenti, compreso l’esuberante Black mamba con palla di 100 grani della Fiocchi. Le rosate sono state davvero di alto livello, ma ad attirare la mia attenzione è stato anche il comportamento della pistola: la massa del carrello non è slim, però la pistola torna in batteria senza scomporsi e con rapidità. La sensazione di rinculo del 9×19, poi, è stata per nulla fastidiosa, merito anche del lavoro delle molle di recupero come sono state congeniate. Mi ha anche piacevolmente colpito l’impugnatura, che mi ha regalato la sensazione di avere sempre nel pieno controllo la pistola. Anche con il caricatore a “pieno carico” (17 colpi) la distribuzione dei pesi non è affatto penalizzante.

Devo dire che la prova della Fn 509 mi ha fatto davvero divertire: non avevo mai avuto la possibilità di sparare con una pistola del produttore belga-americano, ma i compiaciuti feedback che avevo raccolto in occasione delle fiere Oltreoceano sono stati pienamente confermati nel corso della nostra prova.

L’articolo completo su Armi e Tiro di novembre 2022

 

Scheda tecnica
Produttore: Fn Usa, po box 9424, McLean, Virginia, fnamerica.com, info@fnamerica.com
Distributore: Bwmi, Traversa a, via Alcide de Gasperi 39, 25060 Collebeato (Bs), bwmi@bwmi.it
Tipo: pistola semiautomatica
Modello: 509
Calibro: 9×19
Capacità caricatore: 17 colpi
Destinazione d’uso: difesa abitativa, tiro action
Funzionamento: chiusura geometrica, sistema Browning modificato
Scatto: semi Doppia azione, peso di sgancio 3.000 grammi, circa
Peso di sgancio: 3.500 grammi, circa
Canna: rotomartellata a freddo, lunga 99 mm, passo di rigatura 1:10” con andamento destrorso
Lunghezza totale: 188 mm
Altezza: 141 mm
Spessore: 34 mm
Peso: 760 grammi
Materiali: canna in acciaio inossidabile, fusto in polimeri
Classificazione: sportiva
Prezzo: 950 euro, Iva inclusa