Ruger Precision rimfire calibro .22 lr

È una delle prime applicazioni del concetto dello chassis a un’arma a percussione anulare: corsa dell’otturatore regolabile su due lunghezze, calciatura regolabile, slitta Picatinny inclinata di 30 Moa per osare l’impossibile

Negli ultimi anni, una delle tendenze più diffuse e apprezzate dal pubblico in tema di carabine a ripetizione con otturatore girevole-scorrevole è stata quella dei cosiddetti chassis, calciature in lega leggera e polimero caratterizzate dall’eccellente modularità e capacità di personalizzazione, sia per impieghi tattico-militari, sia per il tiro sportivo in particolare a lunga distanza. Finora le carabine oggetto di questo restyling sono state quelle a percussione centrale camerate per calibri “medi” come .308 Winchester, 6,5 Creedmoor eccetera, ma anche magnum come .300 Winchester, .338 Lapua e così via.
Anche Ruger si è lanciata in questo segmento di mercato con il modello Precision rifle, ottenendo un immediato riscontro grazie alle eccellenti prestazioni, unite a un favorevolissimo rapporto qualità/prezzo.
Il passo successivo è stato più innovativo: dare vita a una versione rimfire calibro .22 lr del Precision rifle, che potesse servire sia come economico trainer per l’arma in calibro superiore, sia come arma ludico-sportiva in sé e per sé, per tentare le distanze più “siderali” per il calibro .22. L’allestimento è piuttosto convincente, grazie anche alla canna pesante match lunga 18 pollici (457 mm), calciatura regolabile, astina tattica e rail inclinata già di serie di 30 Moa, il che concorre a rendere la Rpr una carabina sportiva completa e dall’aspetto tattico/professionale.
La Rpr pare, tuttavia, ricadere più nella fattispecie delle carabine per tiro a lunga distanza (ovviamente rapportato al calibro impiegato, quindi 200 e anche magari 300 metri) rappresentando la fedele impostazione delle carabine in calibri centerfire realmente destinate a tale scopo.
Da qui, il mio iniziale richiamo alle armi trainer poiché, con poche centinaia di euro, sarà possibile dotarsi di un’arma con cui allenarsi presso i diffusi poligoni di tiro a 50 m di prima categoria delle Sezioni Tsn in previsione di un più impegnativo tiro a lunga distanza attuato con le carabine Ruger Rpr nei calibri .308 Winchester o 6,5 mm Creedmoor, sfruttandone il comune approccio ergonomico. Tra l’altro, una delle peculiarità di questa carabina, proprio in chiave trainer, è quella di poter rendere più lunga l’escursione dell’otturatore, assimilandola a quella di una carabina in .308 Winchester.
La Rpr calibro .22 lr nasce attorno alla valida azione in acciaio derivata dalla linea American rimfire, da cui è mutuato anche il pacchetto di scatto.
L’azione vanta una sezione cilindrica dalle pareti laterali estremamente spesse, grazie al diametro esterno pari a 27 mm, le quali forniscono un’invidiabile rigidità torsionale.
La finestra d’espulsione è relativamente ampia, così come appare piuttosto larga anche la finestra d’alimentazione deputata ad accogliere i caricatori ad alta capacità già utilizzati sulle altre carabine Ruger, come la 10/22, e dalle Sabatti Sporter.
All’interno dell’azione, scorre l’otturatore dotato della classica testina a solo movimento rettilineo con faccia ribassata, estrattore sul lato sinistro e molla a lamina sul lato destro con funzione di supporto e guida per il fondello della cartuccia.
La parte posteriore dell’otturatore è cilindrica per consentire alla manetta d’armamento, su di essa investita, di ruotare. Ciò attua la chiusura (effettuata dal risalto alla base della manetta) e l’armamento del percussore lanciato.
Il percussore si arma in fase d’apertura mentre l’accesso allo stesso, per le operazioni di pulizia, avviene tramite la rimozione del noce all’interno del quale è presente la molla di scatto.
Il percussore è costituito da una lamina trattenuta in posizione dal citato perno d’assemblaggio e guidata dalla molla ad arco dell’estrattore presente in prossimità della faccia dell’otturatore. Più indietro è presente una seconda molla ad arco, identica alla prima, che ha lo scopo di limitare la corsa dell’otturatore. Una delle peculiarità dell’arma, infatti, è quella di poter selezionare la lunghezza della corsa dell’otturatore, a proprio piacimento. Con l’impostazione di fabbrica, la corsa è pari a 40 millimetri, quindi “proporzionata” al calibro .22 lr. Rimuovendo, con la punta di un cacciavite, la molla ad arco posteriore dall’otturatore, si allunga la corsa fino a 77 millimetri, restituendo quindi al tiratore sensazioni simili a quelle di un’arma camerata per un calibro centerfire, tipo .308 Winchester.
Il percussore presenta il risalto con piano inclinato per l’armamento nella parte superiore dello stesso mentre, inferiormente, è presente il dente d’armamento. Tale dente, si interfaccia allo scatto regolabile trattenuto dal pacchetto fissato all’azione. Lo scatto evidenzia immediatamente una propria personalità grazie alla sicura al grilletto, simile a quella impiegata sulle carabine Savage, costituita dalla classica leva centrale la quale inibisce il movimento del grilletto se non completamente premuta.
Il dispositivo fa coppia con la sicura manuale costituita da una leva laterale a rotazione di chiara ispirazione Ar15 posta sul corpo della calciatura. La sicura manuale ha leva reversibile con angolo di rotazione pari a soli 45 gradi. In posizione di blocco, inibisce lo sparo e può facilmente essere ribaltata sul lato destro per l’impiego da parte degli utenti mancini.
Tornando allo scatto, è designato quale Rma (Ruger marksman adjustable trigger) e permette una regolazione, sfruttando il grano anteriore al grilletto, in un arco di carico compreso tra 1.000 e 2.500 g. Il mercato dell’aftermarket già fornisce molteplici scelte per l’acquisto di pacchetti custom appositamente realizzati con caratteristiche attagliate all’impiego agonistico della carabina.
L’esemplare in prova vantava un carico di scatto complessivo pari a circa 1.300 grammi ripartito su un’unica, breve anche se non a “rottura di cristallo”, corsa del grilletto. Lo scatto, comunque, è parso netto, costante e prevedibile.
Essendo, però, dotato della leva della sicura al grilletto, si può sfruttare la lunga corsa della leva stessa alla stregua di un improprio primo tempo, consentendo al tiratore anche meno esperto di prepararsi allo sparo. In generale, lo scatto ha soddisfatto consentendoci di ottenere ottimi risultati, in gran parte tuttavia dovuti alla canna impiegata: il profilo della stessa è cilindrico, con diametro costante pari a 21,8 mm. La rigatura ha 6 principi destrorsi con passo costante pari a un giro in 16” (406,4 mm). In volata è presente anche una porzione filettata, con passo 1/2”-28 (il medesimo degli Ar15), protetta da ghiera zigrinata.
La filettatura è deputata ad accogliere eventuali accessori, tra cui compensatori o spegnifiamma per calibro .223 Remington (utili, più che altro, a stabilizzare le vibrazioni della canna grazie alla propria massa), stabilizzatori (utili per dissipare i gas di sparo senza influenzare il transito della palla) o soppressori (ove consentiti). La canna è ancorata stabilmente all’azione e, in culatta, è presente la porzione di tubo cilindrico, concettualmente simile nelle funzioni e nelle quote al barrel nut degli Ar15, su cui è investita l’astina in lega leggera, ventilata e a sezione ottagonale. L’astina circonda la canna per i primi 15 pollici, senza contatti, mentre le feritoie rettangolari permettono l’impiego di accessori con interfaccia Magpul M-Lok quali rail o attacchi per cinghia o bipiede.
L’astina, quindi, non è integrata nella cassa o calciatura che dir si voglia ma, viceversa, è indipendente dalla stessa poiché è fissata direttamente all’azione. Lo chassis è vincolato mediante due robuste viti e integra anche il bocchettone del caricatore con relativa leva di aggancio, imperniata a un blocchetto in lega leggera il quale integra l’espulsore a lamina. Lo chassis trattiene anche l’impugnatura con interfaccia Ar15, nonché il telaio a cui è assemblata la pala del calcio regolabile.
Nella porzione di telaio posto tra il noce e la pala del calcio, è presente un piccolo vano nascosto, all’interno del quale è trattenuta la chiave a brugola necessaria per effettuare le regolazioni allo scatto.
Le regolazioni del calcio, invece, sono comandate da un’unica leva a frizione posta sul lato destro la quale, una volta sbloccata, permette di adattare ergonomicamente l’arma alle proprie necessità.
L’appoggio per la guancia può essere regolato sia in altezza (19 mm), sia in profondità (77 mm), mentre la lunghezza del calcio può essere variata di ben 90 mm così da poter assecondare anche la crescita dei giovani appassionati, portando la lunghezza del calcio, calcolando la distanza tra calciolo e grilletto, dai 305 mm minimi ai 395 mm.
Il calciolo, inoltre, vanta uno spesso pad (23 mm) antiscivolo in gomma e la Picatinny rail inferiore, con funzione anche di guida per l’impiego di eventuali rest posteriori.
Concettualmente, la calciatura è piuttosto semplice e vanta soluzioni mutuate da armi propedeutiche già viste ma, proprio per la semplicità d’utilizzo, il progetto Ruger si distingue dalla concorrenza. Con tale approccio progettuale, non è stato difficoltoso gestire la regolazione ergonomica del calcio per battagliarlo alle nostre necessità. Infatti, in pochi secondi, è stato possibile predisporre l’arma per il tiro da banco.
Abbiamo impiegato il rest anteriore e un sacchetto posteriore mentre, alla rail inclinata 30 Moa (per tiri anche oltre i 200 m), abbiamo ancorato l’ottica Hawke Sidwinder 8-32×56 mm. Per le prove di rosata effettuate a 50 metri, abbiamo utilizzato un’ampia gamma di cartucce, quali Sk Standard Plus, Lapua Pistol king, Lapua Center X, Cci Sub-Sonic, Cci Velocitor, Cci Stinger, Eley Force, Eley Contact, Eley Hv hp, Eley Match e Federal Target. Con tali cartucce, abbiamo inizialmente effettuato una “scrematura” al fine di identificare quelle maggiormente gradite dalla Rpr, da utilizzarsi a 100 m. A 50 metri, le cartucce calibro .22 lr hanno mostrato tutta la potenzialità dell’arma, confermando una generale incompatibilità con munizioni esasperate quali le Cci Stinger e le Velocitor dotate di palla ramata. D'altronde si tratta di munizioni per difesa o piccola caccia. Durante le prove a 50 m, le munizioni Sk e Lapua hanno mostrato una generale affinità con la rigatura così come le Eley match, le Federal target e le Eley Contact. Le rosate di 5 cartucce eseguite con ogni munizione, hanno comunque mostrato una generale costanza della canna Ruger mentre l’assetto ergonomico della carabina americana ha consentito di trovare sempre il giusto equilibrio con gli appoggi impiegati. Effettuata l’iniziale valutazione, abbiamo posto il bersaglio a 100 m conducendo varie prove per affinare, ulteriormente, la scelta di cartucce da impiegarsi a tale distanza. Le munizioni che hanno dato i migliori risultati sono state le Eley match, le Lapua Pistol King, le Eley Force e le Eley Contact.
Le Eley match hanno confermato la propria predominanza in termini di precisione con una rosata di 10 cartucce circoscritta in 32 mm con un raggruppamento di 5 cartucce in soli 15 mm. Con le altre tre munizioni, non abbiamo mai superato i 50 mm di rosata.
Ovviamente la Ruger Rpr 22 non è una carabina da tiro così come la intendiamo nel Vecchio continente e i lotti del munizionamento utilizzato non sono stati precedentemente testati, per cui i risultati devono ritenersi estremamente soddisfacenti. Ciò anche alla luce del fatto che tutte le munizioni testate, sono state fatte transitare dal caricatore. Quest’ultima ha dato buona prova d’affidabilità anche in assenza della rampa d’alimentazione. Purtroppo, sia i labbri del serbatoio, sia la costola di alimentazione dell’otturatore, hanno più volte lasciato piccoli segni di sfregamento sui delicati proiettili in piombo del calibro .22 lr.
A parte questo aspetto, facilmente risolvibile tramite la lucidatura della porzione inferiore dell’otturatore e dei labbri del caricatore, la Rpr 22 si è dimostrata una carabina estremamente divertente da impiegarsi, esteticamente aggressiva, precisa ed economicamente attraente con cui passare delle proficue giornate in poligono.
Inoltre, visto anche l’esiguo costo della carabina stessa, la piccola Ruger potrebbe proporsi come ottima soluzione per l’impiego istituzionale all’interno dei Tsn durante i corsi per l’abilitazione al maneggio armi (qualora dotata di ottica) o quale accattivante strumento sportivo per avvicinare i più giovani alle discipline di tiro anche a lunga distanza.
La prova completa su Armi e Tiro di febbraio 2019
Produttore: Sturm Ruger & Co, ruger.com
Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, bignami.it
Modello: Rpr (Ruger precision rimfire)
Tipo: carabina a ripetizione manuale
Calibro: .22 lr
Impiego specifico: tiro sportivo
Struttura: azione e canna in acciaio, astina in lega leggera, chassis in polimero
Alimentazione: caricatore rotante compatibile con Ruger 10/22
Numero colpi: 15
Scatto: Rma a un tempo, regolabile tra 1.000 e 2.500 g
Sicura: automatica sul grilletto, manuale a leva sull’impugnatura, reversibile
Canna: lunga 18” (457 mm) con 6 rigature a passo costante di 1-16” (1-406 mm), volata filettata con passo 1/2”-28
Lunghezza totale: 890-980 mm
Organi di mira: rail Picatinny inclinata 30 Moa
Qualifica: arma sportiva
Peso: 3.100 g
Prezzo: 570 euro, Iva inclusa