I cacciatori che ripristinano al Cansiglio

Trenta cacciatori bonificano 12 ettari di montagna a ridosso della foresta del Cansiglio. L’europarlamentare Dreosto li elogia pubblicamente

I cacciatori come sentinelle dell’ambiente e volontari attivi nella tutela degli habitat e delle specie. Succede a Caneva (Pn), nella zona pedemontana al di sotto della foresta del Cansiglio, che si estende tra provincia di Belluno e quella appunto di Pordenone, dove per quasi tutta l’estate un gruppo di circa trenta cacciatori volontari, si è dedicato al ripristino di ben dodici ettari di prato stabile. Il terreno è stato bonificato da rovi e altri arbusti invasivi, che nel tempo avrebbero inghiottito un’area di rilevante pregio ambientale. Il gruppo di volontari, coadiuvato dal direttore della riserva locale, Franco Costante, e dal suo vice Domenico Ortolan, ha prestato opera per quasi tutti i weekend estivi, lavorando duramente dalle 5,30 del mattino fino a mezzogiorno. Appena è stato informato dell’intervento, l’eurodeputato Marco Dreosto, in qualità di vicepresidente dell’Intergruppo Caccia e Biodiversitá al Parlamento Ue, ha voluto elogiare l’intervento, trasmettendo una nota scritta alla riserva. “A qualcuno potrà sembrare strano il fatto che i cacciatori lavorino sul territorio per il ripristino e la tutela degli habitat, ma chi conosce il mondo venatorio sa che ogni anno, Riserve e Ambiti di caccia si impegnano attivamente in tal senso”, ha scritto l’onorevole. “Non si pensi che i cacciatori lavorino esclusivamente per proprio tornaconto: degli interventi di miglioramento ambientale beneficiano una moltitudine di specie protette e rare, tra cui piante, insetti, uccelli e mammiferi che riescono a sopravvivere solo in determinati ambienti, le cui condizioni vengono mantenute anche grazie all’intervento dell’uomo”.

A settembre il deputato spilimberghese sarà impegnato sui territori con una serie di incontri informativi dedicati alla nuova strategia sulla biovidersità, sdoganata quest’anno dalla Comunità europea, che dal 2021 fino al 2030 avrà importanti ricadute sul settore ambientale, ma anche in quello agricolo e zootecnico.