Viticultori toscani in rivolta contro i cinghiali

Una importante associazione di viticultori toscani critica senza mezzi termini la legge regionale, ritenuta inefficace nel contenimento delle specie di cinghiali e caprioli L’associazione Avito, che riunisce 16 consorzi di produzione vinicola a denominazione di origine controllata in Toscana, ha manifestato il proprio malcontento relativamente all’ormai annosa questione dei cinghiali e dei caprioli nella regione: “Gli strumenti messi in campo con la legge speciale del 2016”, ha dichiarato l’associazione, “si sono rivelati inadatti e inefficaci per ricondurre, con gli abbattimenti programmati, l’attuale sovrannumero di cinghiali e caprioli in particolare nel nostro territorio”. E ancora: “Le nostre vigne, il nostro lavoro, la nostra eccellenza toscana è data in pasto ai cinghiali e ai caprioli: non abbiamo intenzione di rimanere a guardare. Si rischia di vedere andare perdute intere annate. Un prezzo che non siamo più disposti a pagare a causa della mancanza di decisioni e azioni forti da parte degli enti preposti. Non si tratta soltanto di danni alle nostre vigne ma viene di fatto, insieme al raccolto, distrutto anche il nostro lavoro. Se per difendere le nostre colture dovessimo ricorrere soltanto alla realizzazione di fondi chiusi nei quali nessuno può più passeggiare, saremmo i primi a distruggere il paesaggio, quel patrimonio naturale che gli stessi agricoltori hanno fino a oggi contribuito a preservare e tutelare. Sono gli enti preposti”, conclude la nota, “che devono porre mano alla situazione trovando soluzioni per diminuire la presenza di ungulati nel territorio e riportare il loro numero a livelli di sostenibilità per tutto il territorio, con totale assenza nelle aree coltivate”.