Imco: ecco cosa è stato votato

Ecco in anteprima i contenuti del documento votato lo scorso 13 luglio dal comitato Imco del Parlamento europeo. Salve B7 e demilitarizzate, ma…

Grazie all’ammiraglio Domenico Peveri del Comitato direttiva 477, vi presentiamo in allegato (in inglese) il testo votato lo scorso 13 luglio dal comitato Imco (Mercato interno e protezione dei consumatori) del Parlamento europeo, per la revisione delle direttive sulle armi.

I contenuti più importanti possono essere così riassunti:

–          Si conferma che i silenziatori non sarebbero più compresi nell’elenco delle parti fondamentali d’arma, diventando così meri accessori;

–          È stata prevista una deroga all’obbligo di munirsi di licenza di fabbricazione munizioni, per chi pratica la ricarica domestica;

–          Il possesso di armi da guerra resta consentito a musei e privati collezionisti, fornendo idonee garanzie sulla sicurezza di custodia;

–          Le armi per uso scenico di tutte le categorie (quindi comuni e da guerra) restano nelle rispettive categorie anche dopo la conversione per l’uso di munizioni a salve (non saranno più di libera vendita in nessuno Stato dell’Unione);

–          Sono stati incorporati nella direttiva i contenuti del regolamento sulla disattivazione entrato in vigore lo scorso 9 aprile; la Commissione europea ha facoltà di introdurre eventuali ulteriori operazioni tecniche, tenendo conto di quanto adottato dagli Stati membri. Le armi disattivate non sono soggette all’obbligo di denuncia;

–          Si riconosce pienamente lo status di arma comune da sparo (lecitamente detenibile) alle cosiddette demilitarizzate, cioè le armi automatiche trasformate in semiauto. Saranno adottate entro il 31 dicembre 2017 le opportune specifiche tecniche per assicurare che in tutti gli Stati membri vengano demilitarizzate allo stesso modo (cioè assicurando che non possano essere ri-trasformate in armi automatiche);

–          Le licenze in materia di armi avranno durata di 5 anni, ma è possibile superare tale limite se lo Stato membro prevede un sistema di monitoraggio continuo della permanenza dei requisiti in capo al soggetto;

–          Gli Stati membri potranno introdurre un limite al numero complessivo di armi detenibili per ciascuna categoria da un singolo cittadino;

Per quanto riguarda la questione più spinosa, cioè quella delle B7, si conferma che restano nella categoria B, quindi lecitamente detenibili dai privati, sdoppiandosi in categoria B7a (armi semiautomatiche per uso civile che assomigliano ad armi con funzionamento automatico) e B7b (armi semiautomatiche a percussione anulare in calibro .22 o inferiore).

Finiscono invece nella categoria A (armi proibite) le armi semiautomatiche a percussione centrale, e dispositivi di alimentazione, con una o più delle seguenti caratteristiche:

a.       Armi lunghe che possano essere ridotte a una lunghezza inferiore a 60 cm, grazie a un calcio pieghevole o telescopico;

b.      Armi che consentono di sparare più di 21 colpi senza ricaricare, se un caricatore con capacità superiore a 20 colpi è parte dell’arma o inserito in essa.

 

Sono previste deroghe sia per chi già detiene tali armi all’entrata in vigore della direttiva, sia per chi pratica competizioni organizzate da un’organizzazione riconosciuta da uno degli Stati membri o a livello internazionale oppure sia quantomeno iscritto a un poligono e pratichi il tiro a segno almeno dai 12 mesi precedenti. I tiratori autorizzati ad acquistare tali armi potranno iscriverle sulla carta europea, ma per acquistare i relativi caricatori dovranno poter disporre della medesima licenza necessaria all’acquisto delle armi.

 

Ovviamente il documento rilasciato dall'Imco NON è in alcun modo definitivo: costituisce solo la posizione politica del Parlamento europeo, che dovrà essere posta a confronto con le posizioni della Commissione europea del 18 novembre e del Consiglio (Genval) dello scorso giugno. Dai tre diversi orientamenti dovrà, quindi, essere messo a punto un documento unificato definitivo che sarà posto all’approvazione da parte del plenum del Parlamento europeo. Considerando che occorrerà, comunque, anche una valutazione sull’impatto economico delle misure che si intendono prendere, è difficile che la votazione finale del Parlamento europeo si verifichi prima della metà del 2017.