Il Cd 477 “difende” Hit show

Il comunicato di Comitato direttiva 477 in risposta alle critiche su Hit. È stato inviato alle testate e ai siti che hanno ospitato le lamentele dei disarmisti, tra cui Avvenire, Famiglia Cristiana, La Repubblica, Il Faro di Roma, Vicenza Today, Vicenza Report, La Notizia Giornale, Vicenza Più e il Gazzettino. Sorprendono sempre di più le periodiche e sterili polemiche che ormai ogni anno accompagnano la manifestazione Hit show di Vicenza, la quale al contrario riscuote sempre più successo con un pubblico in continua crescita. Quest'anno, come già l'anno scorso, la scusa è stata la presenza dei bambini e la possibilità che essi possano maneggiare armi. Nulla di strano per chi, al contrario, frequenta o conosce l'ambiente: già dai dieci anni è possibile iscriversi a una sezione del Tsn, non si capisce come mai non si potrebbe visitare una fiera in cui sono esposti gli strumenti che già si possono utilizzare nelle strutture dello Stato. Tralasciando poi le scontate misure di sicurezza in cui le armi sono esposte, volte a evitare che chiunque possa sottrarle o utilizzarle impropriamente, non si può non sottolineare come coloro che per passione praticano sport con armi sono indubbiamente cittadini il cui stato di salute e la cui condotta morale sono certificati dall'autorità di ps, al contrario di quanto è consentito ritenere degli attivisti che puntualmente criticano la manifestazione o si presentano a manifestare davanti agli ingressi con fare tutt'altro che pacifico, spesso minacciando e augurando la morte ai visitatori e perfino ai loro figli; in tal proposito, quindi, non si può non notare che gli unici aspetti violenti connessi alla manifestazione sono proprio i contributi di chi accusa la manifestazione stessa di propagandare idee violente.
 
Accuse che meriterebbero un approfondimento o per lo meno una maggior definizione: le associazioni contestatrici, che in maniera volutamente confusa associano la diffusione della violenza e la limitazione dei diritti umani alla pratica legale e controllata di sport con le armi e al possesso legale e controllato di queste per fini anche di difesa, intendono forse dire che gli organizzatori dell'evento e i visitatori sono persone violente o che propagandano la diffusione della violenza e la repressione dei diritti umani? Lo dicessero chiaramente e in maniera meno vile, onde poi assumersene la responsabilità.
 
Già del Comitato D-477 è stato più o meno detto questo nel comunicato congiunto, essendo stato esplicitamente associato l'incontro da noi organizzato sulla procedura di modifica della direttiva 91/477 a una fantomatica "operazione ideologico-culturale e, stando agli ultimi sviluppi, persino politica", riferendosi con quest'ultima espressione all'apprezzatissimo intervento dell'onorevole Stefano Maullu.
 
Spiace anche per l'intervento semplicistico della Curia di Vicenza, la quale, unendosi e dando visibilità alle associazioni già menzionate, ha contestato duramente l'evento arrivando a sostenere, tramite il commento dello psicologo e psicoterapeuta Claudio Riva su "La voce dei Berici", che l'uso delle armi sarebbe in stretta connessione con la sfera dell'aggressività e che sarebbe attestato che la completa maturazione in proposito giungerebbe intorno ai 25 anni! Sempre da "La voce dei Berici" giungerebbe l'invito ad approfondire "quali e quanti danni provocano nel mondo le armi", come se si potesse correlare la detenzione e l'uso legali delle armi per attività precisamente regolamentate ai più disparati contesti bellici o criminali…
 
È evidente quindi che l'unica vera operazione ideologica e culturale riscontrabile nella vicenda è quella portata avanti da chi, dietro una autoreferenziale superiorità morale, lancia accuse infamanti su un intero settore e su una quota significativa dei cittadini italiani utilizzando scientemente accostamenti ben più che impropri.