Guidesi (Lega) interroga il Governo sulle restrizioni Ue

L’onorevole Guido Guidesi (Lega Nord) è il primo parlamentare a comprendere i risvolti liberticidi delle misure restrittive sulle armi presentate dalla Commissione europea. Per questo, ha presentato una interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro dell’Interno e al ministro dello Sviluppo economico

L'onorevole Guido Guidesi (Lega Nord) è il primo parlamentare a comprendere i risvolti liberticidi delle misure restrittive sulle armi presentate dalla Commissione europea. Per questo, ha presentato una interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro dell'Interno e al ministro dello Sviluppo economico.

L'interrogazione presentata da Guidesi focalizza con precisione le molte criticità del progetto della Commissione europea ma, soprattutto, la sua sostanziale inutilità nel contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata. In merito allo spostamento della categoria B7 (armi semiautomatiche somiglianti a quelle automatiche) nel novero delle armi proibite, infatti, considera che "la definizione stessa di arma di categoria B7 richiamata nel recente decreto antiterrorismo si configura come indeterminata e suscettibile di equivoche interpretazioni, richiamandosi e meri criteri di somiglianza estetica e non invece a criteri di omogeneità meccanica e funzionale – come sarebbe logico – con le armi di adozione militare". Sulla interconnessione delle banche dati nazionali, osserva che "la definizione stessa di arma di categoria B7 richiamata nel recente decreto antiterrorismo si configura come indeterminata e suscettibile di equivoche interpretazioni, richiamandosi e meri criteri di somiglianza estetica e non invece a criteri di omogeneità meccanica e funzionale – come sarebbe logico – con le armi di adozione militare". Criticità evidenti anche sulla questione delle armi disattivate: "Tale misura (l'introduzione di criteri omogenei per la disattivazione, ndr) è del tutto auspicabile ma risulta accompagnata dall’incomprensibile ulteriore previsione di norme ulteriormente restrittive sulla circolazione di tali oggetti (ormai non più armi) ancorché resi irreversibilmente meri simulacri privi di funzionalità". In fine, sulla previsione di ulteriori limiti al collezionismo, osserva come si tratti di un provvedimento "che non tiene in alcuna considerazione le già stringenti misure di sicurezza cui i collezionisti sono assoggettati, in particolare in Italia ove tali misure sono rafforzabili in ogni circostanza sulla base di una prescrizione dei Prefetti totalmente discrezionale". Per leggere l'interrogazione in forma integrale, clicca sull'allegato.