Una prima analisi della vincitrice

Una prima analisi sulle caratteristiche che potrebbero aver determinato la vittoria della Sig P320 sulle pistole concorrenti, nel famoso concorso Mhs per la nuova pistola delle forze armate statunitensi

Appena sono apparse in anteprima a Shot show le versioni Standard e Compact vincitrici del concorso Mhs-Modular handgun system, altrettanto immediatamente sono nate numerose domande e interrogativi. Il primo è che entrambe le armi appaiono “optics ready”, cioè con base per micro red dot e relativa piastra di protezione mostrata sul carrello: nelle specifiche iniziali non si faceva menzione riguardo a tale soluzione, eccetto una generica e scontata “compatibilità” con gli accessori tattici. Non reca traccia di tale modifica, per esempio, la Smith & Wesson M&P M2 emersa a “sorpresa” allo scorso Eurosatory. Pur essendo prevista la compatibilità con un moderatore di suono, non compaiono canne filettate. Possono trattarsi di sviste o assemblaggi dell’ultimo momento per presentare tempestivamente la pistole vincitrici al salone, ma tale è la configurazione mostrata contemporaneamente sul sito della Sig Sauer il 20 gennaio, allegata al comunicato stampa ufficiale. Potrebbero comunque essere intervenuti successivamente emendamenti alle specifiche originali.

Altra incognita, al momento, è il modello e il produttore del moderatore di suono: potrebbe essere il Sig Sauer Rsd9 realizzato in titanio e con deflettori interni in acciaio inossidabile 17-4 Ph (nella foto); analogamente, posto che il micro red dot rientri nella fornitura (o con contratto separato), quest’ultimo potrebbe essere il Sig Sauer Romeo 1 (sempre nella foto).

Il calibro: come sappiamo il prescelto è il 9×19 (Sig Sauer, come altre aziende, aveva sottoposto sia il 9×19 sia il .40 S&W…) ma sicuramente “enhanced”, dato che da specifiche doveva essere per caratteristiche balistiche esteriori e terminali superiore al 9 mm M882 in uso presso le forze armate americane. La domanda è: questo 9×19 “enhanced” è in realtà derivato da una produzione commerciale/civile attualmente disponibile e quindi, semplicemente più performante e compatibile anche nelle altre 9×19? La logica farebbe propendere per il sì.

Quale o quali caratteristiche hanno fatto pendere l’ago della bilancia per la Sig Sauer P320? Certamente saranno stati determinanti fattori come l’affidabilità e la precisione nei test, è sempre meglio specificarlo a chiare lettere perché, altrimenti, si rischia di essere tacciati di “faziosità” per una azienda piuttosto che un'altra. Poi, altrettanto certamente, in base alla percentuale di punteggio assegnata ad aree tipologiche particolari: per esempio in molti concorsi al costo “unitario” dell’arma viene assegnato un valore che arriva sino al 50% del punteggio totale e bisogna vedere quali valori percentuali sono stati assegnati in questo concorso ad affidabilità (Mrbs e Mbrf), precisione e modularità, per citarne solo alcuni.

Cosa ha e cosa non ha la P320 Mhs rispetto ai competitor soccombenti? La tanto discussa modularità, nel senso che sin dagli inizi alcuni critici avanzarono il sospetto che il concorso Mhs fosse “ritagliato” addosso alla P320 proprio in questa area, a posteriori e rese note (o già note…) le caratteristiche di altre concorrenti come la Beretta Apx (anch’essa dotata di modulo di scatto rimovibile): forse, non è proprio l’area di maggior spicco o presunto vantaggio della P320.

Il maggior “indiziato” invece, è la tipologia di scatto. La P320, seppur striker operated infatti, ha scatto in Doppia azione e non semi-Doppia come la maggior parte delle concorrenti. Posto che queste non avessero offerto anche loro opzioni di scatto Dao, ma non sembrerebbe così. Il peso di scatto Dao della P320 è intorno ai 2.950 grammi (questo il peso almeno delle versioni civili), non molto distante come peso da quello offerto da molte semi-Da sul mercato. La scelta dello scatto Dao inoltre, offre una altra opportunità rispetto le striker operated in semi-Da: quando si smontano queste ultime, bisogna scaricare la “precarica” al percussore e qui le soluzioni sono due, obbligatoriamente: nel caso della Glock e una volta accertato che la camera è vuota, si preme il grilletto oppure, come nelle Beretta Apx e Smith & Wesson M&P9, vi è un pulsante o una leva di inertizzazione della precarica che evita di premere il grilletto. Nel primo caso e premettiamo si tratta del convincimento di taluni e non di tutti (la questione è tuttora controversa…) premere il grilletto per lo smontaggio non è “a prova di stupido”, ossia vi può essere il caso di un mancato controllo della camera con conseguente esplosione accidentale di un colpo. Nel secondo caso vi è tuttavia almeno una parte o due, in più, per la presenza del meccanismo di inertizzazione e anche il numero totale delle componenti della pistola, come sappiamo, ha un peso nei concorsi. Lo scatto Dao della Sig Sauer P320 in effetti, non richiedendo tali procedure potrebbe essere stata percepito come “soluzione” ideale tra le altre. Teniamo anche presente che lo scatto Dao, almeno negli Usa, è da sempre considerato con estremo favore.

Tra i tanti interrogativi e nuovamente in merito alla “modularità”, visto che la P320 per migliorare l’ergonomia e a differenza di altri ha scelto di conformare l’intero fusto al posto della più comune soluzione di conformare invece, solo i dorsalini intercambiabili, con ogni singola pistola Standard e Compact, l’azienda fornirà tre fusti rispettivamente nelle taglie L, M ed S? Nel breve futuro sicuramente, molte di queste incognite verranno svelate.