Una coalizione contro i bocconi avvelenati

Dopo la tragica uccisione di tre orsi nel Parco nazionale d’Abruzzo a causa di esche avvelenate, Legambiente, Arcicaccia e Cia (Confederazione italiana agricoltori) hanno formato una coalizione per contrastare l’uso dei bocconi avvelenati, attraverso unità cinofile in grado di individuare la presenza di esche lasciate in aperta campagna. Il progetto è aperto a tutte le altre regioni e nasce in cooperazione con l’esperienza spagnola condotta nella regione andalusa d… Dopo la tragica uccisione di tre orsi nel Parco nazionale d’Abruzzo a causa di esche avvelenate, Legambiente, Arcicaccia e Cia (Confederazione italiana agricoltori) hanno formato una coalizione per contrastare l’uso dei bocconi avvelenati, attraverso unità cinofile in grado di individuare la presenza di esche lasciate in aperta campagna. Il progetto è aperto a tutte le altre regioni e nasce in cooperazione con l’esperienza spagnola condotta nella regione andalusa dalla Fundacìon Gypaetus, insieme alla Junta de Andalucia Consejerìa de medio ambiente, la Unìon de pequenos agricultores y ganaderos de Andalucìa e la Federacìon andaluza de caza, ospiti nei prossimi giorni a un incontro organizzato dalle tre associazioni in Abruzzo. «Intendiamo avviare un vero e proprio programma contro l’uso delle esche avvelenate», ha dichiarato il responsabile nazionale conservazione e gestione della fauna di Legambiente, Antonino Morabito, «una campagna di informazione e sensibilizzazione operata congiuntamente, per mettere fine a una vergogna che purtroppo trova ancora spazio in Italia a causa di ignoranza, scarso controllo e assenza di unità cinofile specifiche in grado di prevenire i danni». «Faremo tesoro dell’esperienza spagnola», ha dichiarato Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arcicaccia, «nella quale i cacciatori si sono messi al servizio dell’intera comunità per contrastare chi commette illegalità». «Il ruolo dell’agricoltura», ha dichiarato Rossana Contri, responsabile nazionale territorio e ambiente della Cia, «è sempre più legato alla capacità di offrire, insieme a prodotti di qualità, servizi alla collettività legati alla conservazione e al mantenimento del grande patrimonio naturale presente in Italia, patrimonio che vede gli agricoltori tra i principali custodi». Anche il Cncn (Comitato nazionale caccia e natura) ha espresso sdegno per quanto accaduto agli orsi d’Abruzzo: “Quello che è successo nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è di una gravità estrema», si legge nel comunicato. «È una tragedia che non può essere definita solamente ecologica, perché finisce per coinvolgere l’intera collettività, la sua dignità e la sua economia. Vogliamo prendere le distanze da questa azione disgustosa, condannando con la massima chiarezza e fermezza possibili chiunque abbia compiuto un atto così scellerato e vile».