Ora gli anticaccia vicentini blandiscono gli agricoltori

Il Cpv suggerisce una class-action agli agricoltori per richiedere a regione e provincia un contributo che sarebbe previsto dalla 157/92. Ma poi precisa: “Cacceremo i cacciatori che entrano in proprietà privata senza averne diritto”.

 

Una ne fanno e cento ne pensano. Da Vicenza parte una class-action, disposta dall'avvocato Claudio Linzola di Milano. Il Coordinamento protezionista vicentino (Cpv) ha raccolto i nominativi di cinquanta proprietari pronti a fare causa alla struttura provinciale e alla regione Veneto per il mancato pagamento di quanto dovuto per legge. Secondo la class-action la Regione Veneto non avrebbe ancora dato attuazione all'articolo 15 della 157/'92 secondo il quale è "dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell'amministrazione regionale in relazione all'estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente", una spesa a cui l'amministrazione dovrebbe far fronte con la tassa di concessione venatoria regionale, già sufficientemente decurtata dai rimborsi per i danni sempre a favore degli agricoltori. Nella legge regionale 50/93, si stabilisce il principio che siano le province, a verificare nel dettaglio le proprietà, le tipologie di coltivazioni e a elargire i contributi.
Regione e provincia fanno gli gnorri. Alcuni proprietari terrieri si sono rivolti all'amministrazione provinciale di Vicenza chiedendo il pagamento del contributo, la provincia ha rimandato la richiesta alla regione Veneto, giustificandosi con la mancanza di direttive da parte dell'amministrazione regionale.
Nella prima settimana di ottobre i legali consegneranno tutta la documentazione per questi primi cinquanta proprietari in regione, la provincia e la regione saranno messe in mora. 
L'ennesimo espediente degli anticaccia. Ma ecco la spiegazione dell'azione, dalle parole di Renzo Rizzi, del Coordinamento protezionista vicentino: "La struttura provinciale, dovrà pagare una montagna di quattrini ai proprietari che stanno facendo richiesta. Quello che è sconcertante è prendere atto ancora una volta, che la politica non si interessa quando, come nel caso di specie, ci sono in gioco legittimi interessi della collettività, viceversa, è disponibile a fare carte false quando si tratta di aiutare la potente lobby venatoria. Un esempio, l'ultimo caso salito alle cronache, quello relativo alla legge salva altane e capanni abusivi in provincia di Vicenza, alcuni politici di pdl e lega, a servizio della lobby venatoria, hanno messo in piedi un tour de force per modificare la legge regionale 50/93. Come finirà lo sapremo presto, per il momento è stata impugnata dal governo, il 6 settembre, dichiarando nero su bianco che le modifiche apportate alla legge regionale da parte della giunta del Veneto sono illegittime. Ora consiglio vivamente ai cittadini che ne hanno titolo, quindi che abbiano una proprietà che viene usata per la caccia, o a servizio della stessa (per esempio, le zone di ripopolamento e cattura), di attivarsi quanto prima.
Per il resto, mi pare ovvio che se non viene corrisposto il pagamento per una servitù, tra l'altro imposta per legge, sia logico per diritto, che tale servitù decada, anche e naturalmente alla luce del fatto che in nessun altro paese d'Europa vige l'obbligo di permettere ai cacciatori di violare la proprietà privata. Per cui ritengo corretto quanto dichiarato dagli agricoltori, cacceremo i cacciatori che entrano in proprietà privata senza averne diritto".
Per fare richiesta di rimborso, il Cpv ha messo a disposizione un indirizzo: venetorimborsoterreni@yahoo.it, per info 328.58.23.930.