Marlin 7000 calibro .22 lr

Vai alla galleria delle fotoQuando ci si rivolge al tiro non agonistico con armi calibro .22, spesso ci si orienta verso una carabina bolt-action, snobbando le armi semiautomatiche perché ritenute troppo “informali”. Con la carabina Marlin 7000 abbiamo cercato di smentire questa tendenza, agevolati sia dall’ottima qualità della canna (caratteristica comune a tutti i prodotti dell’azienda statunitense), sia dall’utilizzo di un’ottica e un bipiede “fuo… [

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] Quando ci si rivolge al tiro non agonistico con armi calibro .22, spesso ci si orienta verso una carabina bolt-action, snobbando le armi semiautomatiche perché ritenute troppo “informali”. Con la carabina Marlin 7000 abbiamo cercato di smentire questa tendenza, agevolati sia dall’ottima qualità della canna (caratteristica comune a tutti i prodotti dell’azienda statunitense), sia dall’ utilizzo di un’ottica e un bipiede “fuoriserie”, concepiti per il tiro sniper con carabina di grosso calibro. La calciatura della piccola semiautomatica è realizzata in materiale polimerico, rinforzato con fibra di vetro. La colorazione grigio scuro conferisce all’arma un aspetto “tecnologico”, confermato anche dalle proporzioni delle componenti meccaniche ed esaltato ulteriormente dagli accessori custom installati. Il calcio ha dimensioni consistenti e un andamento piuttosto rettilineo: il buon rilievo dell’ appoggiaguancia lo rende adatto al tiro con l’ottica. L’impugnatura, anch’essa generosamente dimensionata, offre un ottimo comfort alla mano, nonostante si protenda decisamente all’indietro, in conseguenza della curvatura costante e della notevole estensione in senso verticale. Il grilletto si raggiunge con estrema naturalezza anche se, a un primo esame visivo, sembra molto arretrato e un po’ troppo vicino alla parte posteriore della guardia. La scabrosità del materiale della calciatura contribuisce, più della zigrinatura, a rendere la presa salda anche con mani sudate. La culatta, perfettamente raccordata con la linea dell’impugnatura, nella parte posteriore segue la medesima curva, rendendo la linea snella e molto gradevole nella zona centrale. L’astina è corta e ha un andamento sfuggente, che la porta ad assottigliarsi ben presto per terminare con un accenno di becco d’anatra. La presa per la mano debole, nel caso di tiro all’imbracciata, è sufficientemente istintiva, poco coadiuvata, però, dalla zigrinatura che si estende su una superficie molto ridotta, che interessa soltanto una piccola parte delle facce laterali. La possibilità di montare un bipiede e la buona qualità costruttiva della canna heavy barrel, tuttavia, evidenziano una netta propensione al tiro di precisione in appoggio. Il generoso calciolo, in gomma nera, offre una superficie d’ appoggio dalla concavità pressoché inesistente, che non aiuta nella ricerca di un punto di riferimento preciso sulla spalla. La ricerca della posizione più corretta è affidata all’appoggiaguancia e all’allineamento dell’occhio con il cannocchiale. Il funzionamento è a chiusura labile, con un classico otturatore scorrevole con manetta laterale. Il comando, pur essendo di dimensioni contenute, permette di operare comodamente soprattutto in virtù del ridotto sforzo necessario per l’estrazione di una cartuccia calibro .22 e per l’ altrettanto contenuta forza della molla di recupero. Il funzionamento è ineccepibile con qualunque tipo di cartuccia, anche in un’arma a “rodaggio zero”, a patto che la carica sia di tipo standard. Le munizioni Long Z (a potenza ridotta) non erogano, infatti, un’energia sufficiente per l’estrazione automatica del bossolo e devono, quindi, essere alimentate singolarmente. Il pulsante di sgancio del caricatore non è particolarmente agevole da azionare. Il comando, infatti, si trova sotto l’astina, tra il caricatore e il ponticello del grilletto e deve essere premuto verso l’alto per liberare il serbatoio amovibile. Le piccole dimensioni del pulsante e lo sforzo piuttosto sostanzioso necessario per l’azionamento non rendono piacevole il cambio di caricatore. D’ altro canto, proprio queste caratteristiche riducono a zero la possibilità di sgancio accidentale. Il caricatore sporge per quasi tutta la sua lunghezza dall’ esile astina, creando un piacevole contrasto cromatico. La finitura nichelata, infatti, mette in risalto la carcassa metallica del serbatoio e la conformazione monofilare rende notevole la lunghezza, a fonte di una capacità di dieci colpi. La canna, come abbiamo già detto, è di tipo heavy barrel, misura 18 pollici (460 millimetri) di lunghezza ed è microrigata a sedici princìpi (micro groove), come da consuetudine Marlin. La lunghezza totale rappresenta il top per lo sfruttamento ottimale della combustione della polvere delle .22 lr di potenza standard, mentre abbiamo avuto la sensazione che non sia sufficiente per dare il massimo con le Ultrasonic, che tendono a sfiammare leggermente dalla volata. Quello che è certo è che, se un minimo di penalizzazione deriva dal funzionamento semiautomatico, le microrigature offrono una minore resistenza d’attrito rispetto ai sei “solchi” tradizionali. Il risultato finale, comunque, è che tutte le munizioni di potenza standard si mantengono nel campo del subsonico (anche se qualcuna si avvicina molto al limite), a tutto vantaggio per la stabilità dei proiettili. La carabina viene consegnata, di serie, senza mire metalliche e senza neppure la predisposizione per il loro montaggio, ma con una coppia di anelli idonei all’installazione di un cannocchiale con il tubo da un pollice. La nostra prova si è svolta utilizzando un cannocchiale decisamente “vigoroso”: un Nikko Stirling 6-24×42 con reticolo di tipo Mil-dot, che ha permesso di spremere al massimo le potenzialità della carabina. L’equipaggiamento è stato completato con un bipiede Harris S-Br, dalle doti di stabilità notevoli. Questo accessorio è ripiegabile a scatto e la lunghezza delle due aste telescopiche può essere regolata con estrema facilità. Nell’uso pratico abbiamo riscontrato, oltre alla comoda impostazione del calcio e al funzionamento ineccepibile, una eccezionale insensibilità al riscaldamento. Nell’arco di un paio d’ore, tra rilevamenti cronografici e prove di rosata, abbiamo accumulato una montagna di bossoli, derivante dall’esplosione di oltre 300 cartucce. Il risultato è stato un leggero tepore lungo tutta la canna, che al tatto non poteva superare i 40 °C. L’unico ostacolo che abbiamo incontrato durante le prove di precisione è derivato dall’eccessiva durezza del grilletto che, a nostro avviso, non è giustificabile da motivi di sicurezza. Con una bella levigata dei piani di aggancio e, possibilmente, anche una riduzione della spinta della molla si possono raggiungere, se non risultati migliori, condizioni di tiro meno impegnative. Anche per quanto riguarda il tipo di reticolo, siamo convinti che un cross hair possa offrire una migliore inquadratura dei bersagli di piccole dimensioni che, alle distanze ridotte di tiro del calibro .22, possono essere utilizzati con successo. I diametri delle rosate, comunque, sono da considerare, anche se suscettibili di qualche miglioramento, ottimi. Con le Federal Gold medal abbiamo piazzato sei colpi in 17 mm a 50 metri e sei colpi in 31 mm a 100 mm. Le altre munizioni “concorrenti”, comunque, non sono rimaste troppo distanziate: le Rws R50 hanno permesso di raggruppare 6 colpi in 18 mm a 50 metri e sei colpi in 34 mm a 100 metri. Non particolarmente eclatanti sono stati i risultati ottenuti con le due cartucce ultrasoniche (Fiocchi Ultrasonic e Winchester Super speed), forse per un probabile “disaccordo” con la microrigatura. Considerando le doti di precisione e l’impostazione della carabina, la Marlin 7000 può essere considerata come un’arma propedeutica o parallela al tiro sniper. Che la si usi per apprendere o per affinare la tecnica di tiro, il basso costo dello strumento e delle munizioni, l’assenza di impegni di ricarica e la pressoché ininfluente usura dell’arma permettono di portare a termine lunghe e proficue sedute di allenamento. Meccanicamente, poi, la carabina ha un buon valore intrinseco, che la rende assai interessante in rapporto al prezzo d’acquisto (che non arriva ai 400 euro), anche se occorre ricordare la necessità di destinare anche qualcosa per l’indispensabile ottica. Quest’ultima spesa può influire notevolmente sul prezzo finale, ma può anche essere contenuta in modo da rimanere entro una cifra abbordabile. Per rimanere ancora in ambito Nikko possiamo consigliare tre cannocchiali che permettono di non superare, o quasi, i 500 euro di spesa totale (arma+ottica): il Silver C 3-9×40 (56 euro), il Gold C 3-9×42 (62 euro) e il Tactical retroilluminato (137 euro), tutti con reticolo tipo 8. [

] L’articolo completo, con molte più foto e la tabella balistica, lo trovate su Armi e Tiro di maggio 2003 [

] Costruttore: Marlin Firearms Co., 100 Kenna Drive, P.o. Box 248, North Heaven, Ct 06473-0903, Usa, tel. 00.12.03.23.95.621 Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 04.71.80.30.00, fax 04.71.81.08.99, e-mail@bignami.it, www.bignami.it Modello: 7000 Tipo: carabina semiautomatica a chiusura labile Calibro: .22 long rifle Funzionamento: semiautomatico con serbatoio di alimentazione amovibile Sicurezza: manuale comandata da un traversino passante Canna: lunghezza 460 mm, rigatura micro-groove a 16 princìpi con andamento destrorso Percussione: cane interno Capacità serbatoio: 10 colpi Estrattore: a unghia, in testa all’otturatore Espulsore: a puntone fisso Mire: predisposizione per il montaggio dell’ottica Calciatura: in materiale sintetico rinforzato con fibra di vetro Peso: 2.700 grammi (senza ottica) Lunghezza totale: 940 mm Materiali: meccanica in acciaio al carbonio, calciatura in polimeri Finitura: parti metalliche brunite, a esclusione dell’otturatore, con superficie lucida, e del serbatoio, cromato Numero del Catalogo nazionale: 12.205 (arma sportiva) Prezzo al pubblico: 349 euro, Iva inclusa