Lo sfogo di Veneziano

Valutazioni di politica venatoria a tutto campo e senza peli sulla lingua dal presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano.

Per un futuro migliore della caccia occorre partire dal fallimento dell’approccio che alla materia hanno avuto politici alimentati e cresciuti a parole di caccia e/o animalisti e “cantastorie” dell’associazionismo venatorio e “animalaro”. Gli “agit prop” sopradetti hanno partorito spudoratamente sterili proposte di legge (una proposta di legge non si nega a nessuno”) provocatorie e elettorali.
La legislatura è ormai oggettivamente finita: il lascito, il disastro per i cacciatori; la legge “Comunitaria” e le sue restrizioni e contraddizioni gioia di avvocati e Tar. Andare a parlare oggi con il parlamento significa solo essere masochisti: avere il piacere di “buscarle”: non abbiamo dati, credibilità. I giovani non si interessano a noi. Non sono opinioni soggettive ma la cruda realtà.

Sulle “deroghe” a inseguire i “banditori” di “fuffa”, abbiamo perso tutto o quasi. C’era uno spazio per portare in carniere “lo storno” tra le specie cacciabili. Politica e una parte del mondo venatorio “barzellettaro” invece, mentendo sull’Europa hanno chiesto deroghe a tutto e di più in barba alle direttive. Il treno è passato e dall’Europa arrivano solo condanne.
Non siamo riusciti neppure ad ottenere che il Governo emani le linee guida per le “deroghe” così come è scritto in legge.
Dalla “Comunitaria” abbiamo così preso solo gli schiaffi. Abbaiamo all’Ispra così come si abbaia alla luna, ma le regole di cui abbiamo bisogno per fissare i limiti e il ruolo del mondo scientifico che potevano derivare dalla Comunitaria quando saranno scritte?
Dove sono gli onorevoli e i senatori, Dei e Santi della caccia? In ferie alla faccia dei cacciatori?
 

Per presentarci bene alla società abbiamo bisogno di uno sforzo unitario con gli operatori del settore per parlare all’opinione pubblica. Ci vogliono contenuti e fatti che non abbiamo in abbondanza ma che noi neppure valorizziamo laddove gli Atc e i Ca fanno cose buone. Ci vuole più coerenza.
 

Parliamo di sicurezza tema giustamente da affrontare: vogliamo porci allora il tema di una solida e qualificata assicurazione per tutti i cacciatori?
Mi pare di no, perché altri preferiscono affidarsi a “signor nessuno” delle assicurazioni malgrado la consapevolezza dei rischi connessi all’attività venatoria.
Sembra che una parte del mondo venatorio abbia preso coscienza di aver sbagliato. Certo, viene da piangere a leggere ancora citazioni di parlamentari, (speriamo per poco) che riportate da veterani delle riviste venatorie che propongono riforme ultra venatorie. E, sono personaggi politici (così dicono loro) a costo e onere dei cittadini appartenendo a gruppi parlamentari, leggi Idv, che si vantano di essere integralisti anticaccia. Ridicolo sia il signor onorevole, sia il direttore che strombazza dichiarazioni senza alcuna credibilità.

Il signor politico convinca i suoi “capi” o se ne vada. Il mondo venatorio deve unirsi, per gestire il territorio, far nascere selvatici, disinquinare Atc e Ca da interessi altri di quelli dei cacciatori; occorre far presto nello spostare risorse agli agricoltori che producono ambienti utili alla riproduzione della fauna selvatica.

È dai territori che può venire unità duratura, e tanta forza ed energia per la “riscossa”, per condizionare la politica e la società ai fini di un equilibrato rapporto tra ambiente e caccia. La sfida si può vincere per continuare a perdere si può solo rimanere a fare le stesse cose fatte fino ad oggi. Noi non ci stiamo.