L’indagine sulla caccia in Emilia Romagna

L’Emilia Romagna si conferma regione vicina alla caccia e ai cacciatori, con indici di gradimento in crescita per l’attività venatoria. Nello specifico si passa dal 56% al 61% per le posizioni favorevoli, con picchi importanti nei piccoli comuni o quelli il cui territorio ricade o confina con i Parchi, e si arriva al 57% di “vicinanza” assoluta. Questi i risultati più importanti della seconda indagine demoscopica dal titolo “Gli Italiani e la caccia”, realizzata dal sociologo Enrico Finzi con Astra ricerche

L’Emilia Romagna si conferma regione vicina alla caccia e ai cacciatori, con indici di gradimento in crescita per l’attività venatoria. Nello specifico si passa dal 56% al 61% per le posizioni favorevoli, con picchi importanti nei piccoli comuni o quelli il cui territorio ricade o confina con i Parchi, e si arriva al 57% di “vicinanza” assoluta. Questi i risultati più importanti della seconda indagine demoscopica dal titolo “Gli Italiani e la caccia”, realizzata dal sociologo Enrico Finzi con Astra ricerche e commissionata da Cncn (Comitato nazionale caccia e natura), Face Italia (Federcaccia, Libera caccia, AnuuMigratoristi, Enalcaccia) e Arcicaccia.La presentazione dello spaccato regionale della ricerca è avvenuta all’interno dell’appuntamento “Caccia&Country Fishing expo”, sabato 30 novembre alla presenza dell’assessore regionale Tiberio Rabboni, del presidente della Provincia Forlì-Cesena Massimo Bulbi e del dirigente dell’Ispra Silvano Toso, oltre a numerosi esponenti delle istituzioni e delle associazioni degli Agricoltori. L’indagine è stata realizzata nella prima decade di giugno 2013 tramite 2.025 interviste somministrate a un campione rappresentativo degli Italiani 18-80enni, pari a circa 46.1 milioni di adulti, confermandosi (allo stesso modo di quella del 2010) come la più ampia e approfondita analisi del settore mai svolta in Italia.

Nell’insieme, la maggioranza degli emiliano-romagnoli si dichiara favorevole alla caccia come è ora in Italia, ovvero normata e sostenibile,tra questi al di sopra della media ci sono gli uomini tra i 18 e i 24 anni, i residenti nei comuni al di sotto dei 30mila abitanti e i residenti nelle aree che includono Parchi. All’opposto, gli ostili sono per la maggior parte donne, ultra44enni, residenti nelle città con più di 30mila abitanti, del tutto disinformati circa le attività venatorie. L’informazione chiara e diffusa sulla caccia appare quindi ancora una volta il fattore fondamentale, è evidente infatti che una pubblica opinione a conoscenza del fatto che in Italia non è consentita la caccia ‘selvaggia’ sarebbe ancor più favorevole all’attuale attività venatoria, in quanto responsabile e sostenibile.Si conferma che la partita pro o contro la caccia si gioca in Emilia Romagna, così come in Italia, sul gruppo cosiddetto dei ‘semi-vicini’, che si estendono man mano che cresce e s’intensifica l’informazione sugli attuali vincoli dell’attività venatoria. Per la presentazione dei dati è intervenuto direttamente il sociologo Enrico Finzi – che ha realizzato l’indagine con AstraRicerche – mentre la conclusione del convegno è stata affidata agli interventi dei Presidenti del Cncn Giovanni Ghini, di Federcaccia Gian Luca Dall’Olio, di Arcicaccia Osvaldo Veneziano e di Libera Caccia Paolo Sparvoli.

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