Leggenda e realtà del Sukhoi-34 abbattuto dal pensionato ucraino

Valeriy Fedorovych è un pensionato ucraino della cittadina di Chernihiv, che ha acquisito una repentina popolarità, in patria e sui principali quotidiani e social occidentali, dopo essere stato decorato con una medaglia dalle autorità ucraine per la “collaborazione nella difesa della frontiera nazionale”. In particolare, molte fonti giornalistiche hanno diffuso in questi giorni la notizia secondo la quale l’arzillo settantaduenne sarebbe stato decorato per aver abbattuto, da solo, un cacciabombardiere biposto russo di ultima generazione Sukhoi Su 34. Le immagini diffuse mostrano un sorridente Valeriy che, addirittura, brandisce un fucile semiautomatico calibro 12 (che ha indubbiamente una gittata ben inferiore rispetto a una carabina), anche se in altre immagini porta in spalla un Mosin Nagant. Le immagini illustrano anche scorci del garage dell’ucraino, nel quale sono conservati alcuni rottami dell’aereo, che lui sarebbe indeciso se destinare poi a un museo o se vendere all’asta per ricavare fondi da destinare all’esercito ucraino.

In realtà, secondo altre fonti giornalistiche, le cose sarebbero un po’ meno leggendarie, anche se comunque incredibili: il fatto si sarebbe svolto lo scorso marzo, in occasione delle fasi iniziali del conflitto tra Russia e Ucraina, e Fedorovych non sarebbe stato affatto solo, bensì in compagnia di alcuni militari della guardia di frontiera e della difesa territoriale. Il pensionato avrebbe afferrato la sua arma (non è chiaro quale, tra quelle con le quali è raffigurato) e avrebbe incitato i soldati a sparare tutti insieme per abbattere l’aeroplano. Il quale, in effetti, fatto segno a reiterati colpi, a un certo punto (sempre secondo il racconto dell’anziano) avrebbe cominciato a emettere fumo e sarebbe precipitato. “ma non vi dirò mai che sono stato io solo ad abbatterlo”, ha precisato Fedorovych.

Possibile?
Ovviamente la domanda da porsi, tecnicamente, è se sia possibile con il normale fuoco di armi leggere, tirare giù dal cielo un cacciabombardiere di ultima generazione. Con il fuoco del fucile semiautomatico da caccia calibro 12 del pensionato, la risposta è evidentemente “no”.

Se invece, in effetti, un moderno cacciabombardiere possa in qualche modo essere vulnerabile al fuoco di armi leggere automatiche come quelle in dotazione alle forze armate ucraine, la risposta è “ni”. Un moderno aereo da combattimento a reazione è spesso immune al fuoco di armi automatiche leggere dal suolo, sia per le quote alle quali opera, sia per la velocità che riesce a raggiungere, sia perché molti organi meccanici ed elettronici “sensibili”, nonché l’abitacolo, sono spesso schermati con piastre in acciaio o titanio capaci di resistere anche fino ai cannoncini automatici calibro 20-23 mm. Tuttavia, uno dei momenti nei quali un cacciabombardiere potrebbe, in teoria, essere più sensibile al tiro da terra con armi automatiche leggere è proprio la fase del bombardamento al suolo, nella quale il velivolo è a quota e velocità più basse. Ciò premesso, il fuoco da terra (che, ma non lo sappiamo, oltre alle armi individuali di piccolo calibro potrebbe aver coinvolto anche mitragliatrici in 12,7 mm), nel momento in cui fosse sufficientemente nutrito e costante, potrebbe in teoria arrivare a interessare le prese d’aria o altri organi delicati del motore, determinando una avaria. Tutto ciò in estrema teoria. Quindi, se è impossibile che un solo uomo, per di più con armi non automatiche e magari anche caricate a pallini, possa tirare giù un moderno jet, è in effetti possibile (anche se improbabile) che un gruppo di soldati con armi automatiche, possa determinare una avaria fatale a un aereo che incroci il fascio di traiettorie a bassa quota e velocità.

La verità vera probabilmente non la sapremo mai, di certo c’è che l’Ucraina in questo momento ha bisogno di eroi, e specialmente di eroi dell’impossibile…