La Francia dalla parte dei cacciatori

I cacciatori d’oltralpe hanno ottenuto un’importante vittoria: da ora disturbare l’attività venatoria è ufficialmente reato. lo ha deciso una votazione al Senato, che ha stabilito pene particolarmente severe per i disturbatori Giovedì 11 aprile è stata approvata a larga maggioranza dal Senato francese una legge che introduce il reato di disturbo all’attività venatoria, fortemente voluta dai rappresentati del mondo venatorio d’oltralpe a seguito di una stagione particolarmente turbolenta. Da ora, chiunque sarà colto a disturbare o impedire il normale svolgimento di una battuta di caccia, rischierà fino a un anno di carcere e una sanzione pecuniaria di 30 mila euro.
La decisione del Senato francese si è resa necessaria a causa delle numerose incursioni che i militanti anti caccia hanno messo a segno lo scorso anno ai danni dei cacciatori, tra le quali non sono mancati anche episodi particolarmente violenti e potenzialmente pericolosi sia per i cacciatori sia per i loro ausiliari.
Nicholas Rivet, della Fédération nationale des chasseurs, l’unica associazione venatoria francese, che raccoglie circa 1 milione e 200 mila cacciatori, si è detto particolarmente soddisfatto del risultato raggiunto. «Ci sono state aggressioni fisiche, persone disarcionate dai cavalli (durante la tradizionale caccia in battuta, ndr) e persino aggressioni ai danni dei cani. Il fatto che queste azioni siano oggi considerate un crimine dovrebbe mettere finalmente fine a questi episodi»ha dichiarato Rivet.
Non si tratta, in effetti, del primo provvedimento a favore del mondo venatorio sotto la presidenza Macron. Di pochi mesi fa, infatti, è la notizia della riduzione delle tasse annuali per l’ottenimento della licenza di caccia, mentre è noto l’interesse personale del Presidente nei confronti della caccia, in particolare per la tradizionale vénerie a cavallo, che gli ha procurato le antipatie di gran parte dell’universo animalista francese. A partire dal 2020 il ministero francese per la biodiversità sarà unito all’Ufficio nazionale per la caccia, dando vita al ministero per la biodiversità e la caccia, un chiaro segnale di come la caccia (e, indubbiamente, il discreto bacino di voti rappresentato dagli oltre 1 milione e 200 mila cacciatori francesi) stia assumendo in Francia un ruolo sempre più importante nella gestione dell’ambiente e della fauna.