Intergruppo: ascoltiamo la lezione della Francia

Luciano Rossi, dinamico Presidente dell’Intergruppo parlamentare Amici del tiro della caccia e della pesca, si è fatto promotore di una interessante e riuscitissima iniziativa che ha avuto luogo nella suggestiva Sala delle colonne di Palazzo Marini, una delle prestigiose sedi distaccate della Camera dei deputati. All’incontro hanno preso parte numerose personalità del mondo della politica che, pur avendo impellenti esigenze di votazione in Aula, hanno voluto ugualment… Luciano Rossi, dinamico Presidente dell’Intergruppo parlamentare Amici del tiro della caccia e della pesca, si è fatto promotore di una interessante e riuscitissima iniziativa che ha avuto luogo nella suggestiva Sala delle colonne di Palazzo Marini, una delle prestigiose sedi distaccate della Camera dei deputati. All’incontro hanno preso parte numerose personalità del mondo della politica che, pur avendo impellenti esigenze di votazione in Aula, hanno voluto ugualmente partecipare per conoscere, dalla viva voce del collega francese Jerome Bignon, presidente del “Gruppo di lavoro sulla caccia” all’Assemblea nazionale di Parigi, la metodologia seguita in Francia per raggiungere quella condivisione delle problematiche ambientali, che rappresenta l’unica strada percorribile per una vera e duratura “pace sociale”. Fra i parlamentari presenti, sono da ricordare gli onorevoli Luca Bellotti, Amato Berardi, Guido Bonino, Remigio Ceroni, Rocco Girlanda, Pietro Laffranco, Sergio Pizzolante e Mario Valducci, oltre al senatore Franco Orsi, relatore ufficiale del governo sulle proposte di modifica alla L. 157/92. Dopo il breve intervento di apertura dei lavori da parte dell’onorevole Rossi, è stata la volta dell’attesa relazione di Jerome Bignon che ha ripercorso le tappe, spesso non facili e protrattesi per lunghi mesi, che hanno permesso ai cugini d’Oltralpe di dar vita a un proficuo tavolo di lavoro fra tutti gli attori interessati alla vasta e complessa problematica ambientale che va dalla salvaguardia del territorio, alla scomparsa delle campagne coltivate, alla salubrità del mare e delle acque interne, all’erosione della biodiversità. Attorno a questa ideale “Table ronde” si sono così seduti politici, ecologisti, costruttori, urbanisti, scienziati e anche cacciatori, i quali, dopo non poche difficoltà iniziali, rappresentate soprattutto da una serie di veti incrociati e di pregiudiziali ideologiche, sono riusciti, anche grazie alla preziosa opera del moderatore (questo era appunto l’incarico assegnato a Bignon) a stilare un documento unanimemente condiviso che costituirà la base di un provvedimento legislativo omogeneo e completo. È stata poi la volta Thierry Coste, lobbista ufficiale dell’ Associazione francese dei cacciatori e incaricato di tenere i rapporti con i media. Dalle sue parole, si è appreso del grande lavoro che si sta conducendo in Francia per arrivare ad una completa trasversalità politica delle problematiche ambientali, rendendo obsoleta la vecchia distinzione fra destra e sinistra. Sicuramente il nostro Paese vive realtà ambientali, geografiche, culturali e politiche ben diverse da quelle che esistono in Francia e, soprattutto, assai diversa è la rappresentatività del mondo venatorio nei confronti della pubblica opinione e delle Istituzioni. Malgrado ciò, è indubbio che la metodologia seguita dai nostri vicini potrebbe essere importata anche da noi, se solo tutte le componenti interessate riuscissero, come ha saggiamente sottolineato l’onorevole Paolo Russo, Presidente della Commissione agricoltura della Camera, nel suo applauditissimo intervento conclusivo, «…a spogliarsi delle pregiudiziali ideologiche, rifuggendo da ogni forma di revanscismo; riponendo i machete ed evitando di compiere interventi a gamba tesa, per avviare un nuovo percorso comune sui temi più attuali quali l’ambiente, il territorio, la caccia e la ruralità». Prima di questo autorevolissimo commento finale che ha, per certi aspetti, riassunto efficacemente il senso di tutto l’ incontro, erano intervenuti numerosi esponenti delle istituzioni, dell’ associazionismo venatorio, dell’ambientalismo e delle organizzazioni agricole, moderati con grande professionalità dal giornalista Roberto Pippan: Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia; Sara Fioravanti del Wwf; Giovanni Bana, Presidente dell’Anuu migratoristi; Stefano Masini della Coldiretti; Gianluca Dall’Olio, Vicepresidente di Federcaccia; Antonino Morabito di Legambiente; Danilo Selvaggi della Lipu; Roberto Cicognani, vicepresidente di Enalcaccia, e Paolo Sparvoli, presidente della Liberacaccia. Pur se con gli inevitabili disinguo che era logico attendersi, è apparsa abbastanza chiara la grande disponibilità di tutti gli intervenuti a intraprendere un cammino comune per giungere finalmente, a trasformare l’utopia in realtà, riuscendo a lavorare tutti insieme per l’ambiente.