Colt Anaconda: il più grande tra i serpenti…

Dopo il King cobra e il Python, Colt riporta alla vita a grande richiesta anche l’Anaconda, camerato per il potente .44 magnum: telaio riprogettato rispetto alla serie degli anni Novanta, due lunghezze di canna, è elegantissimo, ben bilanciato e preciso

Colt prosegue nell’operazione revival della sua celeberrima gamma di revolver per il tiro sportivo e la difesa personale. Nel 2019 fu la volta del King cobra, seguito nel 2020 dal leggendario Python (Armi e Tiro, aprile 2021); all’inizio del 2021 è stata invece la volta del più massiccio e potente tra i revolver della classica produzione dell’azienda del cavallino, l’Anaconda in .44 magnum, riportato alla vita letteralmente a furor di popolo da parte del pubblico degli appassionati nordamericani.

Ancora più robusto, ancora più elegante
Colt ebbe il grandissimo demerito di entrare nel mercato dei revolver per caccia e tiro sportivo in .44 magnum con enorme ritardo rispetto alle aziende concorrenti. Fu, infatti, solo nel 1990 che si decise a commercializzare l’Anaconda, primo revolver camerato in questo calibro e dotato di un telaio progettato ad hoc, il modello MM. Ciò nonostante, l’arma divenne in brevissimo tempo un classico, contendendo il mercato a Ruger e Smith & Wesson che già da decenni avevano in catalogo armi in questo calibro. Con il 2021, l’arma è tornata in produzione e, dopo averla vista e toccata con mano in anteprima, grazie alla collaborazione dell’importatore europeo Bignami, possiamo dire che è tornata ancora più bella e ancora più forte di prima.

Il telaio è stato, in effetti, completamente riprogettato rispetto alla serie originaria: se quest’ultima, infatti, poteva essere assimilata a un King cobra ingrandito (e dotato di bindella ventilata), l’Anaconda 2021 può essere più direttamente assimilato al Python, sempre ovviamente ingrandito nelle dimensioni. La differenza sostanziale, dal punto di vista esterno, è nella curvatura dell’impugnatura, che risulta più chiusa e maggiormente raccordata, conferendo un minor trigger reach rispetto all’Anaconda originale ma anche una evidente maggior eleganza estetica. Altra innovazione rispetto alla serie precedente, fermo restando l’impiego dell’acciaio inox, è l’utilizzo di una impugnatura monopezzo in gomma della Hogue, laddove nella produzione originale dell’Anaconda era offerta anche l’impugnatura in legno.

La meccanica è stata anch’essa rivista, adottando appunto quella del Colt Python, nella sua variante industrializzata proposta nell’edizione 2020: la molla a “V” della tradizione Colt Python è stata sostituita da una molla a “U” concettualmente analoga, il cui braccio superiore fornisce la spinta al cane mentre il braccio inferiore è deputato al ritorno del grilletto, mediante una leva di rinvio. Nell’Anaconda originale (come sul King cobra), invece, la spinta del cane era fornita da una molla a spirale su guidamolla, mentre il ritorno del grilletto era assolto da una molla a filo. Quindi erano presenti due distinte molle, al posto di una a “V”. L’adozione della meccanica Colt Python ha lo scopo di perfezionare ulteriormente la fluidità dello scatto. Quest’ultimo è in Singola e Doppia azione, imperniata al grilletto c’è una transfer bar (presente anche sull’Anaconda originale) che trasmette l’urto del cane al percussore fissato al fusto, solo quando il grilletto medesimo risulta completamente premuto. In caso contrario, la leva risulta abbassata e il cane appoggia sul telaio grazie alla sua estremità superiore aggettante, senza riuscire a colpire il percussore. Il tamburo, della capacità di 6 cartucce, ha un diametro esterno di 44,5 mm, ruota in senso orario ed è bloccato nel telaio dal classico robusto perno che si innesta nel foro al centro della stella di espulsione. Lo sblocco, come da tradizione secolare Colt, è attuato tirando all’indietro il nottolino posto sul lato sinistro del telaio (più precisamente sopra la cartella amovibile). In conseguenza del rinculo, quindi, per inerzia il nottolino (e il relativo perno di chiusura) tendono ad avanzare rispetto all’arma, rafforzando ulteriormente il bloccaggio. La stella di espulsione dei bossoli, nell’edizione 2021 ha una curiosa sezione triangolare, in ossequio probabilmente a esigenze di produzione industriale. La dentiera di rotazione è ben realizzata. L’astina di espulsione dei bossoli, che protrude dalla parte anteriore del giogo, è completamente protetta dalla vistosa carenatura sotto canna, che giunge fino alla volata. L’Anaconda originale aveva tre lunghezze di canna, pari a 4, 6 e 8 pollici, l’edizione 2021 propone (almeno per il momento) le lunghezze di 6 e 8 pollici, quest’ultima è la variante dell’esemplare in prova. Giova ricordare, a tal proposito, che entrambe le versioni sono state classificate sportive dal Banco nazionale di prova.

Mire e scatto
Gli organi di mira sono decisamente moderni: il mirino è a lama, brunito, con incastonato un riferimento rettangolare in polimero arancione. Il mirino è fissato per mezzo di un grano anteriore è può essere rimosso e sostituito, laddove nell’Anaconda originale era fissato con due spine trasversali. La tacca di mira è imperniata all’estremità posteriore del top strap, è anch’essa brunita e regolabile micrometricamente in altezza e derivazione, la foglietta a “U” è sprovvista di riferimenti bianchi o colorati per la collimazione istintiva con il mirino. Sulla sommità del telaio sono, inoltre, presenti fori filettati, protetti da apposite viti, che consentono l’installazione di slitte porta ottica a lunga focale.

Lo scatto in Doppia azione è risultato di circa 5.500 grammi, mentre quello in Singola è risultato tra i 1.500 e i 2.000 grammi, si tratta di pesi non trascurabili ma, in compenso, caratterizzati da una fluidità e pulizia della corsa semplicemente fantastici.

La nostra prova
Per la prova a fuoco abbiamo reperito due caricamenti classici per il calibro, rappresentati da cartucce Magtech e Fiocchi entrambe con palla semi jacketed soft point a punta piatta del peso di 240 grani.

Il revolver è molto massiccio, il peso si avvicina ai 1.700 grammi con canna di 8 pollici, l’assetto risulta tuttavia molto equilibrato e non eccessivamente appruato. Tutto quell’acciaio nella parte anteriore dell’arma, ovviamente, contribuisce in modo determinante al contenimento del rilevamento allo sparo. Il telaio è magnificamente massiccio, il top strap, che è la porzione rettilinea al di sopra del tamburo, ha uno spessore di ben 6,7 millimetri, una vera cassaforte anche nel caso di ricariche molto pepate.

L’apertura del tamburo non presenta alcun problema, l’arretramento del nottolino di sgancio è fluido e senza indurimenti a metà corsa. Il giogo ruota come se fosse su cuscinetti a sfera. L’astina di espulsione dei bossoli è anch’essa molto fluida, ha una escursione che abbiamo misurato in 24 mm, inferiore rispetto alla lunghezza totale del bossolo ma sufficiente a estrarne la maggior parte. Se l’azionamento è sufficientemente deciso, tenendo il revolver inclinato verso l’alto, i bossoli vengono proiettati efficacemente fuori. Con le munizioni Magtech abbiamo riscontrato una assoluta fluidità di espulsione dei bossoli, i Fiocchi hanno invece fatto registrare una leggera durezza nella fase iniziale, alla quale ha fatto riscontro, in effetti, un rinculo più secco e una maggior fiammata, indice di prestazioni più vivaci rispetto alle brasiliane, il tutto malgrado i dati dichiarati dalle aziende accordino un leggero vantaggio proprio a queste ultime (ma rispetto ai dati in canna manometrica, la realtà è spesso differente e a volte sorprendente).

Dal punto di vista della precisione intrinseca, l’arma ha palesato notevoli potenzialità, con raggruppamenti a 25 metri estremamente gratificanti. Lo scatto è molto fluido, bisogna tuttavia adottare un allenamento specifico per arrivare anche al sesto colpo senza tremori o incertezze, in virtù del peso elevato dell’arma in sé. Le reazioni allo sparo sono da vera arma “magnum”, ma nello stesso tempo non risultano punitive per la mano o il polso ed è possibile divertirsi con sessioni prolungate. Ottimo, come sempre, il profilo anatomico dell’impugnatura Hogue monopezzo, così come la sua texture grippante che, nella calura di luglio, mantiene salda la presa anche con mani sudate.

Conclusioni
Il più potente tra i revolver Colt è tornato ed è tornato alla grande: l’aggiornamento della meccanica è in realtà un ritorno al passato e a beneficiarne concretamente risulta sia la qualità e fluidità dello scatto, sia l’ergonomia e, perché no, anche l’estetica, che è molto più armoniosa, senza quello stacco netto dell’impugnatura che caratterizzava l’Anaconda originale (ma che ad alcuni sicuramente può piacere, non si discute).

Qualitativamente l’arma è un prodotto industriale, ma un prodotto industriale curato: la finitura semi-lucida del telaio e della canna non presenta discontinuità o imperfezioni e la meccanica va via come un violino, senza alcun tipo di impuntamento. Anche la cartella laterale, fissata per mezzo di due viti e incastri, risulta ben raccordata al telaio, senza imprecisioni. È veramente un “grande” revolver, in tutti i sensi, che senz’altro potrà trovare un posto nel cuore e nell’armadio blindato di tanti appassionati nostrani.

La prova completa su Armi e Tiro di settembre 2021

Scheda tecnica
Produttore: Colt, colt.com
Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, bignami.it
Modello: Anaconda
Tipo: revolver
Calibro: .44 magnum
Alimentazione: tamburo basculante
Numero colpi: 6
Lunghezza canna: 203 mm (8”), disponibile anche 152 mm (6”)
Lunghezza totale: 375 mm
Scatto: Singola e Doppia azione
Percussione: cane esterno, percussore a grano riportato nel fusto
Sicura: transfer bar; a tamburo aperto il cane è bloccato, a cane armato è impossibile aprire il tamburo
Mire: mirino a lama, sostituibile, con inserto colorato; tacca di mira regolabile in altezza e derivazione; fori filettati sul top strap per l’installazione di ottiche
Materiali: acciaio inox, guancette in gomma
Finiture: satinatura
Peso: 1.670 g
Qualifica: arma sportiva (anche 6 pollici)
Prezzo: 2.496 euro, Iva inclusa