Taurus Raging hunter: a caccia… di divertimento!

 

Taurus è un’azienda brasiliano-statunitense con una consolidata esperienza in fatto di armi corte: semiautomatiche, certo, ma anche revolver e in particolare per questo specifico segmento, negli anni ha sempre dimostrato una grandissima vivacità progettuale, che spazia dagli snub nose per la difesa personale ai mastodonti su telaio large per il tiro informale di grosso calibro e la caccia. Uno dei prodotti di punta degli ultimi vent’anni è la piattaforma Raging bull, che ha visto interpretazioni anche molto originali che spaziano dal .44 magnum al .454 Casull, ma giungono anche a calibri molto meno scontati come il .22 Hornet.

Dalla serie Raging bull è derivato l’oggetto della nostra prova, che si chiama Raging hunter ed è l’evoluzione in chiave prettamente venatoria (sì, negli Usa si può andare a caccia con l’arma corta) del Raging bull, strizzando un’occhio (ma anche tutti e due…) anche al semplice tiratore informale, che desidera un revolver robusto, affidabile, preciso e persino piacevole da guardare e aggiornato nel design.

Piacere, Raging hunter
La serie Raging hunter di Taurus è piuttosto estesa, fin dalla propria origine, visto che prevede tre camerature (.357 magnum, .44 magnum, .454 Casull, alla quale si è recentissimamente aggiunta quella in .460 S&W, seppur su telaio ovviamente dedicato), tre lunghezze di canna (5 pollici e 1/8, 6 pollici e 3/4, 8 pollici e 3/8) e due finiture (completamente nera o duotone, come l’esemplare in prova). Ne consegue un’ampiezza incredibile di opzioni per accontentare veramente chiunque. La rivista American hunter, periodico ufficiale della Nra statunitense, nel 2019 ha insignito quest’arma del titolo di “hunting handgun of the year”.

Il telaio è direttamente derivato dal Raging bull, quindi un large frame estremamente massiccio e robusto, in particolare per quanto riguarda lo spessore del top strap, cioè la “striscia” di acciaio che chiude il lato al di sopra del tamburo. Ne deriva che l’arma è in grado di sopportare munizioni a piena carica in calibro .454 Casull e, per il .357 magnum, risulta a dir poco surdimensionato, a garanzia di decenni di impiego super-intensivo con qualsiasi tipo di caricamento vi venga in mente di utilizzare. Altro aspetto interessante è che in un’arma così massiccia e in particolare in un tamburo così corposo (il diametro è di 45 mm, contro i 39,3 di un Colt Python, per fare un esempio), si possono accomodare ben 7 cartucce in .357 magnum, contro le 6 della versione in .44 magnum e le 5 del .454 Casull.

Il sistema di funzionamento prevede un tamburo basculante sul lato sinistro, che risulta saldamente bloccato in chiusura per mezzo di due distinti chiavistelli indipendenti: il primo è il pistone a molla che protrude dal centro della stella di estrazione del tamburo, e va a inserirsi al centro dello scudo posteriore di rinculo; il secondo è un rampone rettangolare posto sulla sommità del giogo, che si innesta in una apposita cava nel corrispondente punto del telaio. Questi due sistemi di vincolo hanno due distinti pulsanti di sgancio, per aprire il tamburo: quello posteriore si sblocca mediante la slitta posta dietro lo scudo di rinculo, sul lato sinistro, e va spinta in avanti (tipo Smith & Wesson); quello anteriore si sblocca tirando verso il basso il nottolino zigrinato sul giogo. L’astina di espulsione dei bossoli ha una escursione di 22 millimetri e, quando il tamburo è in chiusura, è protetta dagli urti dalla carenatura del manicotto in lega leggera posto intorno alla canna. Questa è la principale innovazione rispetto al Raging bull, la canna non è in un solo pezzo con la carenatura e la bindella, bensì è costituita da un elemento cilindrico in acciaio inox avvitato sul telaio, sopra il quale si innesta un manicotto in alluminio anodizzato nero che, oltre a prevedere la carenatura per l’estrattore, porta una slitta Picatinny per l’installazione di ottiche o red dot e il supporto del mirino. Il manicotto è bloccato in posizione per mezzo di una bussola filettata innestata sulla volata della canna. Appena prima del vivo di volata sono presenti due serie (una per lato) di quattro fori (a ore 10 e ore 2) di compensazione, che sfiatano attraverso opportune finestre nel manicotto, contribuendo a mitigare il rilevamento.

Il sistema di scatto è a Singola e Doppia azione facoltativa, con cane esterno dalla generosa cresta rigata per garantire il miglior grip nel movimento di armamento manuale. Il percussore è a grano riportato nel telaio, perché il cane possa trasmettergli l’urto, accendendo l’innesco della cartuccia, tra i due elementi deve interporsi la cosiddetta transfer bar, che viene sollevata in posizione solo con la completa e volontaria pressione sul grilletto. In caso contrario, anche se il cane dovesse sganciarsi in caso di urto di fortissima entità, urterebbe contro il telaio con la propria estremità superiore aggettante, senza riuscire a raggiungere il percussore. Al di là di questa peculiarità, lo schema meccanico generale ricalca per sommi capi l’organizzazione degli Smith & Wesson, la molla cinetica del cane però è del tipo a spirale (come sugli snub nose S&W e diversamente dalle armi con telaio large) e la molla di ritorno del grilletto è montata su guidamolla anziché su slitta avvolgente.

L’impugnatura è monopezzo in gomma, con un cuscinetto ammortizzante posteriore, è innestata a pressione sul codolo in acciaio del telaio e fisssata per mezzo di una vite Allen inferiore.

Mire e scatto
Gli organi di mira, nonostante la vocazione prettamente “venatoria” dell’arma, sono quasi degni di un revolver da tiro: il mirino è tipo Patridge, a lama, nero, la tacca di mira è con foglietta a “U”, nera anch’essa, regolabile a click in altezza e derivazione. A completare il tutto, la lunga slitta Picatinny sul manicotto della canna, per l’installazione di red dot oppure ottiche a lunga focale con ingrandimento.

Lo scatto è un po’ il punto dolente, nel senso che a fronte di una Doppia azione tutto sommato fluida, con un leggero indurimento finale (determinato dal sollevamento definitivo della transfer bar), è la Singola azione a essere completamente fuori norma, con un peso di sgancio che non è lontano dai 3.000 grammi. È chiaro che l’azienda ha fatto una scelta precisa, per un’arma destinata alla caccia, prevedendo la massima sicurezza di impiego, considerando anche che, magari, l’attività venatoria viene effettuata in clima rigido e le dita possono essere intirizzite e poco sensibili. Per il tiratore della domenica che vuole fustellare bersagli in poligono, però, questo è un aspetto che si può senz’altro correggere, a nostro avviso prima ancora di andare a trafficare con i piani di ingaggio, una buona soluzione potrebbe essere quella di sostituire la molla principale del cane o tagliare qualche spira, visto e considerato che la potenza di percussione è semplicemente erculea.

La nostra prova
La livrea bicolore risulta a nostro personalissimo avviso molto accattivante e moderna, così come aggressiva è la slitta Picatinny sul manicotto della canna. Quest’ultimo ha una sezione ovoidale che lo rende molto filante, il tutto è sottolineato dalle scritte laterali di grande formato, che prevedono il nome dell’azienda sul lato destro e il nome del modello, con il logo del toro, su quello sinistro. Non è male anche la finitura opaca di manicotto e tamburo, anche se su di essa tendono a manifestarsi immediatamente discontinuità di colore grigiastre legate a urti o sfregamenti, che si rimuovono facilmente con un panno appena inumidito d’olio.

L’impugnatura in gomma è una evoluzione “monocromatica” di quella già utilizzata sui revolver Taurus di grosso calibro, sui quali inizialmente il cuscinetto posteriore veniva sottolineato con un colore rosso o giallo fluo. L’abbiamo sempre ritenuta ergonomicamente una delle migliori impugnature per revolver e validissima per l’ammortizzazione del rinculo, questo Raging hunter sicuramente non ci ha fatto cambiare idea: è una impugnatura eccellente.

L’assetto dell’arma, nonostante il manicotto sia in lega, è decisamente appruato, il che è un vantaggio quando si sparano cartucce a piena carica. Il peso complessivo è a dir poco generoso, il che concorre a una stabilità allo sparo semplicemente eccezionale, ma ovviamente se non si ha un minimo di allenamento specifico, sul sesto o settimo colpo, le braccia possono iniziare a tremare e bisogna appoggiarlo per poi riprendere il puntamento dopo una piccola pausa. Sta di fatto che, tra peso e assetto, la grande durezza dello scatto viene completamente compensata: l’arma, semplicemente, non si muove dal bersaglio, sta lì come se fosse teleguidata, fino al momento dello sparo. Abbiamo voluto mettere alla prova l’arma con tre caricamenti eterogenei: Fiocchi .357 wad cutter 148 grs, in assoluto le più miti in questo calibro, poi Fiocchi Semi-wad cutter 158 grs, un classico peso di palla per il calibro, e Magtech 125 grs Fmjfn, caricamento difensivo esuberante. Con le wad cutter sembra di sparare con un riduttore in .22 lr, l’arma semplicemente non si muove e anche la rumorosità è modesta. Piuttosto fumose le 158 grs Fiocchi, più secche nella detonazione, morbide e pastose nel rinculo; le più pepate, ovviamente, le Magtech, con coreografica palla di fuoco davanti alla volata, in parte deviata sui lati attraverso i fori di compensazione. Complice la lunghezza di canna, il peso e l’assetto appruato, l’arma non ha fatto una piega e ha addomesticato tutti i caricamenti, risultando docile e mansueta. La linea di mira così lunga consente di avere la massima precisione di puntamento e un contenimento assoluto dell’errore angolare tra tacca e mirino, con il risultato che già dal primo tamburo 25 metri, si comincia a demolire il “10” del bersaglio con ostinata ripetitività. La tacca di mira è risultata perfettamente tarata in modo da colpire il punto mirato, ovviamente è possibile personalizzare la taratura in modo da colpire il centro del bersaglio collimando le mire alla base del barilotto, in modo da sfruttare meglio il contrasto tra il bianco e il nero del bersaglio, considerando che non sono previsti riferimenti ad alta visibilità sulle mire. Il rapporto prospettico tra tacca e mirino è molto azzeccato. Meccanicamente, nulla da dire: circa 150 colpi sparati di seguito senza alcuna esitazione, percussione tra le più profonde che ci sia mai capitato di riscontrare, senza però perforazione dell’innesco. Estrazione del tutto fluida, inclinando la volata verso l’alto e dando un colpetto all’astina i bossoli vengono sparati letteralmente fuori, malgrado siano più lunghi rispetto all’escursione dell’espulsore.

 

L’articolo completo su Armi e Tiro di giugno 2021

 

Scheda tecnica
Produttore: Taurus, taurususa.com
Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, bignami.it
Modello: Raging hunter
Tipo: revolver
Calibro: .357 magnum (anche .44 magnum, .454 Casull, .460 S&W)
Funzionamento: tamburo basculante
Numero colpi: 7
Canna: lunga 8 pollici e 3/8 (anche 5” e 1/8 o 6” e ¾), con manicotto integrale in alluminio e porting
Lunghezza totale: 370 mm
Scatto: Singola e Doppia azione
Percussione: cane esterno, percussore a grano riportato nel fusto
Sicura: transfer bar sul grilletto; blocco automatico in caso di incompleta chiusura del tamburo
Mire: mirino tipo Patridge, tacca di mira regolabile in altezza e derivazione, slitta Picatinny per il montaggio di collimatori a punto rosso o cannocchiali a lunga focale
Materiali: telaio e canna in acciaio inox, tamburo in acciaio al carbonio, manicotto canna in lega leggera, impugnatura in gomma
Finiture: telaio satinato, manicotto anodizzato nero, tamburo brunito opaco; c’è anche in versione tutta nera
Qualifica: arma sportiva (tutte le lunghezze di canna)
Peso: 1.680 g
Prezzo: 1.029 euro, Iva inclusa; tutto nero, 989 euro