Beretta Px 4 calibro .40 S.&W.

Dopo il debutto nel mondo dei polimeri con la 9000, semiautomatica compatta, Beretta si è gettata a capofitto nel settore delle full size “in plastica”, proponendo una semiautomatica destinata a rappresentare un punto di riferimento: la Px4 Storm. Le linee riprendono quelle della Cx4, la carabina di casa Beretta. Anche il nome, Px4, richiama la carabina in polimeri: in origine, l’acronimo Cx4 stava a significare “carabina per qu…

Dopo il debutto nel mondo dei polimeri con la 9000, semiautomatica compatta, Beretta si è gettata a capofitto nel settore delle full size “in plastica”, proponendo una semiautomatica destinata a rappresentare un punto di riferimento: la Px4 Storm. Le linee riprendono quelle della Cx4, la carabina di casa Beretta. Anche il nome, Px4, richiama la carabina in polimeri: in origine, l’acronimo Cx4 stava a significare “carabina per quattro calibri” (9 parabellum, 9×21, .40 Smith & Wesson e .45 Acp), ma “x4” ormai è diventato il marchio della nuova gamma di prodotti Beretta (si dice che Rx4 sarà il nome dell’evoluzione “in cantiere” dell’Sc 70/90). Le linee della pistola sono pulite e arrotondate, senza spigoli che interrompano le linee sfuggenti: unica interruzione, la slitta porta accessori realizzata secondo le specifiche Stanag 1913, destinata al montaggio degli accessori utilizzati dalle forze speciali quali la torcia a led Surefire X200 o la torcia M6 della Insight technologies. Beretta non ha voluto obbligare gli utenti ad acquistare accessori dedicati quanto, piuttosto, prodotti universalmente utilizzati sui sistemi militari. Il concetto che ha ispirato la progettazione dell’arma è quello della modularità, intesa come massima possibilità di personalizzazione (personalized performance, lo slogan coniato negli Usa). Il castello è realizzato in tecnopolimeri rinforzati con fibra di vetro: le guide su cui scorre l’otturatore hanno un inserto in acciaio, soluzione comune a molte pistole. Il pulsante di sgancio del caricatore è disponibile in tre misure diverse e reversibile per l’utilizzo da parte dei mancini. Il pulsante della misura small è a filo del castello ed è l’ideale per chi porta l’arma in una fondina inside e non vuole avere problemi di sganci accidentali. La misura medium è destinata all’impiego normale. La misura large, molto sporgente, è l’ideale per le competizioni di Tiro dinamico e per chi necessita di un’arma dotata di uno sgancio del caricatore di impiego più immediato. La sostituzione del pulsante è molto rapida e agevole. Anche la leva dell’hold open è sostituibile con una più piatta, definita stealth, che offre un più ridotto rischio di impigliamento mantenendo ancora un’ergonomia accettabile. Sempre in omaggio alla versatilità e all’ergonomia, la pistola è dotata di tre dorsalini intercambiabili. Un’altra caratteristica interessante è il pacchetto di scatto estraibile, che consente di avere immediato accesso ai meccanismi per la manutenzione straordinaria. È anche possibile cambiare rapidamente tipologia di scatto (trasformando una versione “F” in una versione “G”, oppure una versione “D” in una versione “C”) sostituendo solo questo componente. L’ultimo comando presente sul castello è il sistema di smontaggio, costituito da due levette che devono essere abbassate contemporaneamente. Il carrello in acciaio riprende le curve sfuggenti del castello e una serie di angoli e piani inclinati alleggerisce notevolmente il profilo dell’arma, conferendo una linea filante e aggraziata. La finestra di espulsione è di generose dimensioni e, posteriormente, è provvista di un ampio sguscio destinato ad agevolare l’espulsione. Come nella vecchia Beretta 92 Fs e nella Cougar, la sicura è sul carrello e svolge anche la funzione di abbatticane. Come per la serie 92, è possibile avere la versione “G” con il solo abbatticane (la leva torna automaticamente in posizione di riposo), oppure la versione “D”, con scatto in sola Doppia azione, del tutto sprovvisto di comandi al carrello. Il modello “C” è destinato alle sole forze di polizia e ai corpi speciali ed è caratterizzato da uno scatto in semi-Doppia azione con prearmamento del cane, che da un lato riduce notevolmente il peso dello scatto e, dall’altro, garantisce comunque il porto dell’arma in totale sicurezza. La Px4 Storm impiega un sistema di chiusura stabile a canna rototraslante che, anche se derivato da quello della 8000, ha due tenoni di chiusura disposti a 180 gradi, anziché tre disposti a 120. In questo modo i tenoni lavorano in modo più equilibrato, conferendo una maggior precisione all’arma e uniformando le vibrazioni al momento dello sparo. L’alimentazione è data da un caricatore bifilare a singola presentazione realizzato in lamiera stampata di lunghezza variabile a seconda della destinazione d’uso. Sul mercato civile la capacità è di 15 colpi per il 9×21, che si riducono a 14 nella versione .40 Smith & Wesson. La tacca di mira ha profilo tipo Novak ed è innestata a coda di rondine, come il mirino a lama. Gli organi di mira hanno riferimenti luminescenti 3-dot system realizzati con una particolare vernice caricata al fosforo in grado di immagazzinare la luce e rilasciarla lentamente. La prova di tiro si è svolta su una distanza di 15 metri all’interno del poligono della Beretta, utilizzando munizioni Fiocchi commerciali a palla blindata. La Px4 è stata provata nelle varie versioni disponibili, sia destinate al settore civile, sia per il settore militare. La versione da cui forse ci aspettavamo meno ma che ci ha dato di più è stata la “C” che, nonostante lo scatto piuttosto pesante (seppur pulito), ci ha consentito di ottenere un risultato di tutto rispetto. La versione “F” calibro 9×21, anche se dotata di uno scatto nettamente più leggero, ha dato però risultati inferiori. Al contrario, con la versione “F” ma in .40 Smith & Wesson abbiamo ottenuto raggruppamenti decisamente gratificanti. Rinculo e rilevamento sono piuttosto contenuti e il doppiaggio del colpo è agevole, grazie anche alla pulizia dello scatto che ci è sembrato avesse una corsa inferiore rispetto alla Beretta 98. Le sensazioni di sparo tra la versione in 9 mm e la .40 non sono molto differenti, solo con il calibro superiore la vampa di bocca è risultata più avvertibile. La Beretta, in due anni, ha realizzato una pistola che si adatta alle esigenze del tiratore, grazie a oltre 5.000 combinazioni. I progettisti dell’azienda di Gardone sono riusciti a integrare l’intercambiabilità con un disegno accattivante, ma, al contempo, funzionale: niente spigoli vivi, niente punti sporgenti che rallentino l’estrazione, solo linee sfuggenti e ben sagomate.

L'articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di gennaio 2005.

Scheda tecnica

Produttore: Pietro Beretta spa, via Beretta 18, 25063 Gardone Vt (Bs), tel. 03.08.34.11, fax 03.08.34.14.21, www.beretta.it

Modello: Px 4

Tipo: pistola semiautomatica

Destinazione d’uso: difesa personale e Tiro a segno

Calibro: 9×21 e .40 S.&W.

Funzionamento: chiusura stabile a canna rototraslante

Canna: lunga 102 mm, con 6 righe ad andamento destrorso e passo di 250 mm per il 9 mm e 400 mm per il .40 S.&W.

Percussione: cane esterno

Alimentazione: caricatore prismatico bifilare a singola presentazione

Numero colpi: 15 per il 9×21, 14 per il .40 (17 colpi per il 9×19 mm)

Mire: tacca di mira tipo Novak e mirino a lama innestati a coda di rondine con riferimenti Super Luminova Hs; lunghezza linea di mira 146 mm

Scatto: ad Azione mista con pacchetto di scatto estraibile (versione D in sola Doppia azione, versione C con scatto in semi-Doppia azione)

Sicure: manuale all’otturatore con abbatticane, automatica al percussore

Lunghezza totale: 192 mm

Altezza: 140 mm

Spessore impugnatura: 30 mm

Peso: 785 grammi

Materiali: acciaio e tecnopolimeri rinforzati con fibra di vetro

Finitura: carrello fosfatato e trattato Bruniton, canna brunita e cromata internamente

Numero del Catalogo nazionale: 14.898 (9×21); 14.897 (.40 S.&W.)