Ancora un orso aggressivo

Questa volta l’aggredito è un carabiniere fuori servizio, seriamente ferito, in zona abitata. Da un orso di 2 anni e 121 chili che poi è stato catturato. Urge trovare soluzioni…

Sera del 22 agosto ad Andalo, in Trentino. Un carabiniere, assieme a una ragazza, stava effettuando una passeggiata su un percorso attrezzato, in attesa di prendere servizio intorno alle 23 quando è stato aggredito da un orso maschio di circa 2 anni. I due stavano nei pressi del laghetto sui bordi del quale si trova un parco sportivo con strada pavimentata, quando l’orso è sbucato di corsa dal bosco e ha aggredito il carabiniere. Vestiti ridotti a brandelli, ma soprattutto morsi e graffi che hanno costretto il nuovo malcapitato al ricovero in codice rosso. Per fortuna la ragazza è riuscita a fuggire e chiedere aiuto al campeggio nel quale si sono sentite distintamente le urla dell’aggredito. Sgomento e terrore dei frequentatori della struttura e il sindaco Alberto Perli ha subito riferito a Maurizio Fugatti, presidente della provincia Trento, che ha deciso di far procedere alla cattura dell’esemplare che si era poi avvicinato anche alle case per nutrirsi nei cassonetti dopo l’aggressione. L’animale era parecchio tempo che scorazzava nei pressi dell’abitato, oltretutto molto frequentato in questo periodo turisticamente molto intenso. Come già scritto, successivamente all’aggressione, l’orso è stato rilocalizzato mentre rovistava nei cassonetti incurante della presenza dei forestali che lo hanno narcotizzato e portato nel recinto del Casteller, ormai divenuto luogo molto noto, dove è stato poi risvegliato. Si tratta di M57, che non aveva ancora provocato danni agli umani, ma che era solito avvicinarsi e nutrirsi con fare sicuro nei cassonetti della zona. Si tratta di un maschio di due anni, di circa 121 kg, che sarà comunque sottoposto a prelievo del dna per stabilire se è l’autore dell’aggressione confrontando le tracce sugli abiti del carabiniere. Cosa altamente probabile, visto che la cattura è avvenuta molto a ridosso dell’aggressione e, oltretutto, quasi nello stesso luogo.

Che altro aggiungere? Questa volta non c’erano piccoli da difendere o manifestazioni di intimidazione da parte degli umani. E l’aggredito, proprio per la figura professionale che riveste, speriamo sarà ritenuto attendibile dalle autorità e dagli esperti. Per cui il problema rimane e sarà affrontato molto ampiamente sul numero della nostra rivista in edicola tra qualche giorno. Ribadiamo la nostra assoluta simpatia nei confronti di tutto il Creato e ancor di più nei confronti degli orsi. Ma, sperando non si riparta per la corsa al nome di battesimo e alle successive enfatizzazioni delle “gesta” di quest’altro orso, ci auguriamo si faccia qualcosa per gestire la situazione che ormai sembra matura per assistere prima o poi a una tragedia ben più grave… E che non si dica che non c’erano stati segnali. Ancora la fortuna, ha voluto che gli aggrediti fossero in due, persone adulte, oltretutto valide e, dato il mestiere, almeno uno di un certo coraggio. Non ripetiamo di nuovo quante e quali categorie di umani non l’avrebbero scampata. Ministero dell’ambiente e ministro già lo sanno da parecchio.