Ancora coltello: tocca alla Svezia

Intorno alle 15 di ieri un uomo di vent’anni, la cui identità sembra nota agli inquirenti che, però, non l’hanno ancora divulgata, ha ferito 8 persone nella cittadina svedese di Vetlanda, circa ventimila abitanti. Partendo dai pressi della stazione, ha colpito in 5 punti diversi.

Stabbing e tempi di intervento
L’offender è stato fermato da un agente, che gli ha sparato alle gambe interrompendone dopo circa 15 minuti l’azione offensiva. I tempi di intervento sembrano del tutto plausibili se rapportati all’organizzazione della Svezia e alle dimensioni del centro abitato.

Ciò nonostante, lo stabbing (aggressione con coltello) si è dimostrato ancora una volta uno strumento in grado di seminare morte e terrore in modo impossibile da prevedere ed estremamente difficile da contrastare:
– chiunque può reperire un coltello pressoché ovunque e impiegarlo con grande efficacia anche senza alcuna competenza specifica
– per entrare in possesso di un coltello non si è soggetti ovviamente ad alcun controllo né ottenimento di licenza
– per contro, per contrastare l’azione di un soggetto armato di coltello è necessario l’impiego di armi da fuoco o, se la circostanza lo consente, di strumenti non-lethal davvero efficaci.

Il movente
Non è chiaro se al momento le autorità stiano indagando semplicemente per omicidio o per terrorismo, ma le modalità richiamano in tutto e per tutto il modus operandi impiegato ormai da anni in Occidente dal terrorismo jihadista, soprattutto a marchio Isis che, lontano dall’essere sopito, sembra che abbia ripreso una fervente attività nei suoi territori di origine, circostanza che potrebbe fare presumere una reviviscenza degli attacchi anche in generale sul suolo occidentale.