Alto Adige, zona rossa, mantiene la caccia agli ungulati

L’Alto Adige si è autoproclamato regione “zona rossa” per quanto riguarda il rischio Covid, status poi confermato anche dall’Istituto superiore di sanità. Come si sa nelle regioni dichiarate zone rosse non è permesso alcun tipo di spostamento che non sia giustificato da ragioni di lavoro, necessità o salute. Il presidente dell’Associazione cacciatori dell’Alto Adige, Günther Rabensteiner, ha tuttavia precisato che, essendo dichiarata la selezione agli ungulati proprio situazione di necessità ai sensi delle misure antiCovid-19, si ribadisce che l’attuazione dei piani di prelievo degli ungulati è obbligatoria e nell’interesse pubblico. Analogo permesso riveste la ricerca di selvaggina ferita o malata, non è permessa invece la caccia alla selvaggina bassa, non rientrando nelle situazioni di necessità. Per cui niente lepri, galli, migratoria eccetera. Se si incorre in controlli bisogna essere in grado di dimostrare lo spostamento dalla propria casa alla riserva e viceversa e, naturalmente, essere titolari di permesso di caccia annuale. Tutto dimostrabile naturalmente assieme a porto d’armi, autodichiarazione e lettera dell’amministrazione provinciale riguardante la caccia agli ungulati che è scaricabile dal sito dell’Associazione Cacciatori Alto Adige. Questa chiarificazione segue l’analogo provvedimento disposto in Francia. Che dopo aver bloccato ogni tipo di attività venatoria ha pochi giorni dopo autorizzato la continuazione delle cacce di selezione. Con il recente passaggio di regioni in zona arancione, come la Toscana, si spera che i preposti dirigenti facciano analoga chiarezza sempre per le cacce di selezione autorizzate nell’anno in corso.