Cessione tra privati e zone rosse: occhio…

Poligoni chiusi nelle zone rosse post-Dpcm del 3 novembre, armerie fortemente limitate: c’è chi si domanda se sia almeno possibile la cessione di armi tra privati…

La passione cerca di sopravvivere a questi tempi di Covid e dopo il Dpcm approvato lo scorso 3 novembre dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha diviso le regioni italiane in zone gialle, arancioni e rosse, c’è chi si chiede (e ci chiede) cosa materialmente sia possibile fare nel caso in cui si risieda in una zona rossa, relativamente alla possibilità di acquistare armi: i poligoni sono chiusi, la caccia anche, seppur con eccezioni locali, ma almeno la cessione tra privati resta consentita? Questo è l’interrogativo che più di uno ci ha posto in queste ore.

A nostro avviso il testo del Dpcm, relativamente all’articolo 3 che contempla le “ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto” (cosiddette zone rosse), non lascia spazio a grandi interpretazioni, disponendo che “è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori di cui al comma 1, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”.

Ne consegue che in linea di principio non è consentito incontrare un soggetto terzo per cedere o acquistare tra privati una o più armi, dal momento che la cessione tra privati dell’arma per fini collezionistico-amatoriali non rientra tra le “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute”.

Potrebbero fare eccezione a questa regola alcuni casi particolari, come quello della guardia giurata che si trovi con la propria arma fuori servizio per una avaria e sia conseguentemente costretto ad acquistarne un’altra da portare durante il lavoro; oppure allo stesso modo il tiratore agonistico di interesse nazionale che si trovi a dover disputare una competizione tra quelle convalidate dal Coni o dal Cip (che possono svolgersi anche nelle zone rosse) e si trovi nella medesima condizione, cioè che abbia la propria arma guasta e abbia la necessità di acquisire un esemplare funzionante prima della competizione. Oppure, ancora, è giustificato ad acquistare un’arma anche in zona rossa un perito balistico che abbia la necessità di svolgere particolari accertamenti tecnici o prove, non differibili. Si tratta, tuttavia, a nostro avviso di casi limite che implicano la necessità di fornire adeguate motivazioni all’atto della presentazione della denuncia, sempre con il rischio che non vengano ritenute valide, comportando oltre alla possibilità di irrogazione delle previste sanzioni, anche il rischio del ritiro delle autorizzazioni di polizia per abuso da parte del titolare.

Nello spirito di massima tutela per gli appassionati, il nostro consiglio è quello di esercitare la massima prudenza e astenersi dall’acquisto tra privati nelle zone rosse, fintanto che le medesime non vengano “convertite” in zone gialle o arancione.

Allo stesso modo, nelle zone arancioni ci sentiamo di sconsigliare fortemente la cessione tra privati che non risiedano nel medesimo comune.

Per chi risiede nelle zone arancioni, la cessione tra privati o l’acquisto di armi direttamente in armeria sono allo stato attuale consentiti, purché avvengano nel medesimo ambito del comune nel quale si risiede, con le eccezioni già evidenziate.

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