Lombardia: pioggia di ricorsi di Lac contro la caccia

Doppio ricorso da parte della Lega per l’abolizione della caccia, che chiede il divieto dell’attività venatoria e dell’addestramento cani per tutta la stagione a causa della siccità e di presunte irregolarità nel calendario. L’udienza al Tar fissata per l’8 settembre

Come ogni anno, con l’approssimarsi dell’apertura della stagione venatoria, è iniziata l’immancabile pioggia di ricorsi ai calendari regionali presentati dalle varie sigle animaliste, con lo scopo di ostacolare il regolare svolgimento dell’attività venatoria. Uno dei casi più emblematici, quest’anno, è quello della Lombardia, dove la Lac, Lega per l’abolizione della caccia, ha presentato addirittura due differenti ricorsi al Tar di Milano, che saranno entrambi discussi nell’udienza fissata per il giorno 8 settembre. Con il primo ricorso, presentato il 29 luglio, la Lac ha chiesto al tribunale di assumere ogni misura idonea finalizzata a sospendere ogni forma di attività venatoria, anche indiretta (allenamento cani) sul territorio regionale, sentito il difensore in C.C., sino alla fine della stagione venatoria prossimaa causa dello stato di siccità che ha caratterizzato la stagione estiva non soltanto il Lombardia, ma in tutta Italia e in buona parte d’Europa. Il secondo ricorso, invece, è motivato da presunte irregolarità nel calendario venatorio regionale, con argomentazioni che appaiono quantomeno dubbie.

Non mancano, come ormai di consueto, numeri del tutto irreali su quelli che sarebbero i prelievi complessivi durante la stagione venatoria. Nel ricorso, infatti, si apprende come “per tutte le specie (codone a parte) è ammesso abbattere, solo in Lombardia, ben 90.378.750 di esemplari di ciascuna specie. La cifra, si legge nel ricorso, è ottenuta moltiplicando il carniere giornaliero di 30 capi per 55 giornate di caccia, a sua volta moltiplicato per il numero dei cacciatori lombardi, pari a 54.775. L’assurdità dell’argomentazione appare evidente a chiunque: anche ammesso che tutti i cacciatori lombardi caccino 55 giorni per ogni stagione (fatto del tutto irrealistico) e che tutti riescano ad abbattere 30 selvatici per ciascuna uscita (fatto ancora più irrealistico), il totale di 90.378.750 sarebbe riferito al numero complessivo di selvatici abbattuti tra tutte le specie di avifauna migratoria cacciabile, e non, come indicato da Lac, al numero di prelievi stagionali per ciascuna specie. Come se non bastasse, nel ricorso si legge anche che per i palmipedi il carniere giornaliero è di 10 esemplari. Quindi anziché 90 milioni di uccelli ne è autorizzato dunque di 30 o 40 milioni!. La Lac, evidentemente, ignora il fatto che il limite di 10 capi tra palmipedi e trampolieri, stando a quanto stabilito dalla legge regionale n. 26 del 1993, è incluso nel totale di 30 capi di selvaggina migratoria. L’articolo 24, comma 3, della legge regionale 26/1993, infatti, stabilisce che “il cacciatore non può prelevare più di trenta capi, con il limite di due sole beccacce e di dieci capi tra palmipedi e trampolieri per cacciatore”.

Federcaccia Lombardia, in ogni caso, ha annunciato che l’8 settembre sarà al Tar con i suoi legali, al fianco della regione, per dare ai giudici il corretto quadro normativo e regolamentare in cui la caccia si svolge in Lombardia”. Fino a tale data, in ogni caso, resta consentita in Lombardia l’attività di addestramento degli ausiliari, fatto salvo quanto stabilito dai regolamenti sei singoli Atc e Cac.

ricorso LAC calendario Lombardia 2022-23

 

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