Delitto di Stato?

La morte di Ermes Mattielli, l’artigiano vicentino che pochi giorni fa si era visto condannare a cinque anni di carcere per aver sparato (e ferito) a due ladri di Roberto Patrignani

Il 5 novembre è deceduto (molto probabilmente per lo stress accumulato e per la conferma della condanna) Ermes Mattielli, giudicato colpevole dalle leggi dello Stato italiano per avere difeso la propria attività di rigattiere dall’ennesimo furto tentato nella notte del 13 giugno 2006. Condannato per duplice tentato omicidio a cinque anni e quattro mesi e a un risarcimento di 135 mila euro nei confronti di due ladri! Sì, proprio così: due ladri! Lo Stato ha fatto ancora una volta la sua scelta e ha scelto di non tutelare i propri cittadini. D’altronde, lo Stato o, meglio, il governo, mentre registra un aumento dei furti in abitazione negli ultimi 10 anni del 127% e lascia “a mollo” nella commissione Giustizia da maggio la proposta di legge di Ap (Nico D’Ascola) per l’inasprimento delle pene per il “furto in casa”, da 3 a 8 anni, invece degli attuali da 1 a 6, ci mette solamente due ore per sbloccare il finanziamento ai partiti per “soli” 45 milioni di euro!

È chiaro che non esiste proprietà materiale che possa avere un valore superiore alla vita di un essere umano, ma è mai possibile che la proprietà privata in Italia e, in primis, l’abitazione sia vista dallo Stato semplicemente come una fonte di imposizione e non un bene frutto di sacrifici da tutelare ? E si badi che in base ai dati Istat stiamo parlando del 72,1% delle famiglie italiane e non di una piccola parte di privilegiati. Forse chi non si deve preoccupare sono le circa 600 personalità, politiche e non, beneficiarie di una scorta personale che da sola assorbe 2.000 agenti e più di un miliardo di euro all’anno! (nemmeno negli stati del Sudamerica si raggiungono questi livelli). Oppure tutti quelli che possono permettersi vigilanza privata, sistemi di protezione e allarmi del valore a cinque zeri, come telecamere a riconoscimento facciale; panic room ultra blindate; serrature a riconoscimento delle impronte digitali; vetri antiproiettile; sistemi anti cyber attacchi; vigilanza remota h24 e chi più ne ha più ne metta.

Per non parlare di quelli che acquistano appartamenti ricavati in ex bunker anti atomici come in voga negli Stati Uniti In contrapposizione a tutto ciò, le persone normali che con una spesa contenuta (una buona arma si può trovare in armeria 600 euro) vorrebbero poter garantire una protezione a sé e alla propria famiglia. Si tratta di vera protezione perché chi, giustamente, pensa di potersi affidare alle sole forze dell’ordine, sappia che non possono sempre intervenire tempestivamente e ovunque! La stessa efficientissima metropolitan police inglese (ricordiamo che in Gran Bretagna vige un pressoché assoluto divieto di detenzione di armi da parte dei privati, ma una ben più decisiva tutela della proprietà privata) ha candidamente dichiarato che a causa dei continui tagli è in grado di rispondere soltanto al 50% delle chiamate, dovendo necessariamente ignorare i reati minori.

Rimaniamo, quindi, in attesa di vedere se lo Stato italiano giudicherà Francesco Siciniano colpevole di omicidio volontario, per avere ucciso il 20 ottobre un ladro durante il terzo tentativo di furto avvenuto nella sua villetta di Vaprio d’Adda (Mi). Sarebbe da capire se la “volontarietà” sia di chi si sveglia nella notte con male intenzionati che vogliono entrare per rubare o di chi cerca di violare l’intimità di una famiglia. Fortunatamente, diverse voci si sono levate a sua difesa: oltre a Mario Giordano, direttore del tg4, con due editoriali del 21 ottobre Vietato difendersi dai banditi e del 22 ottobre Vogliono trasformare la vittima in killer anche alcuni politici hanno preso le sue parti: Riccardo De Corato e Carlo Fidanza di Fratelli d’Italia, per esempio; o Roberto Maroni della Lega Nord, il quale ha detto che la regione sosterrà le spese legali necessarie alla sua difesa; Matteo Salvini, sempre Lega Nord, il quale ha detto che ”quel pensionato ha difeso la propria famiglia e ha fatto bene”. Salvo essere contestato da Gianfranco Librandi di Scelta civica che biasimando “la cultura delle armi” ha anche detto che Siciniano avrebbe dovuto “investire in un impianto di sicurezza”, ribadendo il concetto esposto che si può proteggere soltanto chi ha i soldi per farlo! Comunque si voglia vedere la questione pro o contro la legittima difesa sarebbe il caso che il legislatore intervenisse con una decisiva tutela e salvaguardia della proprietà privata che molto probabilmente, grazie a un’efficace deterrente, andrebbe a calmare i ladri che vedono nelle carenze legislative italiane il Paese di Bengodi.