Walther Pps calibro 9×21

Nel 1929 la Walther presentò la Polizei pistole (Pp) e, due anni più tardi, la versione compatta Ppk, modelli destinati a entrare nella storia tra le migliori armi per difesa grazie alle dimensioni contenute, all’ergonomia azzeccata, all’ottima precisione e al potere d’arresto sufficientemente adeguato per l’epoca. Grazie alla sua eleganza e allo spessore esiguo, Jan Fleming mise proprio una Ppk in mano all’agente segreto …

Nel 1929 la Walther presentò la Polizei pistole (Pp) e, due anni più tardi, la versione compatta Ppk, modelli destinati a entrare nella storia tra le migliori armi per difesa grazie alle dimensioni contenute, all’ergonomia azzeccata, all’ ottima precisione e al potere d’arresto sufficientemente adeguato per l’epoca. Grazie alla sua eleganza e allo spessore esiguo, Jan Fleming mise proprio una Ppk in mano all’agente segreto 007 protagonista dei suoi romanzi, il quale la occultava addirittura sotto la fascia dello smoking. Molti, negli anni, hanno cercato di proporre imitazioni più o meno indovinate, pochi si sono azzardati a realizzare un modello in calibri più potenti del 9 mm corto senza scendere a compromessi con le dimensioni. A distanza di quasi ottant’anni, Walther è tornata a percorrere le orme della vecchia Ppk e, in occasione dell’Iwa 2007, ha presentato la nuova Pps, acronimo di Polizei pistole schmal, ovvero “sottile pistola per polizia”. Ha dimensioni pressoché analoghe alla Walther Ppk, spessore compreso, ma è camerata per il 9×21 e per il .40 Smith & Wesson, sicure aggiornate e affidabili, comandi ambidestri. Costituisce, probabilmente, il nuovo punto di riferimento per le armi destinate al porto occulto del XXI secolo. Grazie all’utilizzo di polimeri per la costruzione del fusto, si è potuto ridurre notevolmente il peso riuscendo addirittura a scendere di 50 grammi rispetto alla Ppk. Al fine di garantire una maggior stabilità al carrello e un migliore allineamento con il fusto, invece di usare due coppie di guide separate in acciaio, come nella quasi totalità delle pistole in materiali compositi, si è preferito realizzare una gondola unica, che ospita tutti i meccanismi.

 

Di conseguenza, la guida di scorrimento destra occupa quasi tutta la lunghezza del castello, mentre sul lato sinistro si interrompe solo per un breve tratto, in corrispondenza della finestra di espulsione e dell’espulsore. Il sistema di chiusura è il classico Browning modificato, in cui un risalto ricavato all’interno del castello, contrastando un’appendice sotto la camera di scoppio, costringe la canna ad abbassarsi dopo una breve corsa retrograda solidale al carrello. L’inclinazione del risalto è molto accentuata in modo da far abbassare la canna in maniera decisa. Questo è necessario a causa della canna molto corta (81 mm) al fine di garantire un corretto svincolo delle superfici di contrasto con il carrello, costituite dallo spigolo superiore vivo della camera di scoppio (soluzione sempre più comune nelle armi polimeriche dotate di sistema di chiusura Browning). La canna ha la camera di scoppio leggermente svasata ed è dotata di una rampa di alimentazione molto accentuata che in fase di apertura va a coincidere perfettamente con l’invito del proiettile ricavato subito davanti alla sede del caricatore. Queste due rampe, che in apertura diventano tutt’una, servono a garantire una corretta alimentazione e un inserimento fluido della cartuccia in camera di scoppio. Lo scorrimento della canna verso la parte anteriore della pistola è bloccato da un piccolo risalto a scorrimento verticale, che non è altro che il traversino di smontaggio tipo Glock. Il sistema di scatto è del tipo a semi- Doppia azione con percussore lanciato, armato parzialmente durante la fase di chiusura del carrello e completamente armato e rilasciato solo quando si tira il grilletto. Come abbiamo accennato, vi è una nutrita serie di sicure. Il percussore lanciato armato parzialmente è già di per sé una sicura, in quanto anche in caso di sgancio accidentale l’energia della battuta non è sufficiente per far partire il colpo. In ogni caso, i tecnici Walther hanno previsto anche una sicura automatica al percussore, costituita da un cilindretto a scorrimento verticale che libera la corsa del percussore solo nel momento in cui si preme il grilletto. Una seconda sicura automatica è costituita dalla leva a bilanciere imperniata al grilletto, che impedisce l’arretramento di quest’ ultimo se non si esercita la corretta pressione sulla zona centrale della leva di scatto. L’ultima sicura è anche la più ingegnosa, brevettata con il nome di Walther Quicksafe. Si tratta di un piccolo risalto sul lato interno del dorsalino intercambiabile, che manda in compressione la molla del dente di scatto. Rimuovendo il dorsalino, il dente di scatto si disarma impedendo lo sparo e causando contestualmente il passaggio allo stato di riposo del percussore eventualmente prearmato.

 

È in pratica una sicura destinata a prevenire l’utilizzo da parte dei bambini o di estranei che, però, fa a meno di complicati chiavistelli come su molte armi concorrenti. Il dorsalino è trattenuto in posizione da un pulsante posizionato all’interno dello stesso, per rimuoverlo basta inserire la punta di un dito nella cavità alla base e far leva. L’azionamento accidentale è praticamente impossibile. Rimontando il dorsalino, è necessario armare nuovamente il percussore, operazione che può essere fatta con estrema facilità arretrando di qualche millimetro il carrello. Di conseguenza, considerata la corsa estremamente breve, anche in presenza di un colpo in canna non è necessario espellere la cartuccia. Oltre alla dotazione di sicure, è presente una serie di avvisatori per informare l’utilizzatore sullo stato della pistola. Il primo è l’avviso di percussore armato, costituito da un indice (in realtà è la coda del percussore) che protrude leggermente dalla parte posteriore del carrello. La colorazione rossa aiuta a vederlo con un semplice colpo d’occhio. Il secondo avvisatore serve a sapere se la camera di scoppio è carica: in questo caso, una piccola feritoia rettangolare ricavata nella parte superiore, tra carrello e canna, permette di vedere il rim della cartuccia eventualmente presente. I comandi sono ridotti all’essenziale, sono solo due: il primo è la leva dell’hold open, di dimensioni minute e molto aderente al corpo dell’arma in modo da non aumentare lo spessore. È presente solo sul lato sinistro. nonostante lo spessore esiguo, il suo azionamento è abbastanza agevole, grazie a una serie di rigature orizzontali particolarmente grippanti. Il secondo comando è la leva di sgancio del caricatore, presente su entrambi i lati alla base del ponticello. In questo caso, invece di usare il classico pulsante si è preferito impiegare una leva incassata dentro il ponticello del grilletto e di notevole lunghezza. Abbassando la leva, si svincola il caricatore che fuoriesce dall’arma. Questo particolare sistema offre molteplici vantaggi: innanzi tutto, durante il porto occulto è impossibile che il caricatore si svincoli automaticamente anche in caso di urto contro oggetti rigidi; inoltre, la notevole lunghezza della zona di appoggio per il dito rende lo sgancio morbido e agevole. Le mire metalliche sono costituite da una tacca di mira a “U” e da un mirino a rampa. Entrambi gli organi di mira hanno riferimenti puntiformi colorati di bianco, destinati a facilitare l’acquisizione del bersaglio in condizioni di scarsa luminosità. La regolazione degli organi di mira è solo in derivazione e viene effettuata agendo sulla tacca di mira la quale, oltre a essere inserita in una guida a coda di rondine, è trattenuta in posizione da una molla a lamina a “U”. La pistola è catalogata a otto colpi, ma i caricatori hanno tre differenti capacità, a seconda dell’ingombro che si desidera.

 

Quello di 6 colpi ha lo zoccolo piatto, a filo con l’estremità inferiore del fusto, ideale per il porto occulto anche se il dito mignolo non è minimamente supportato. La versione a sette colpi ha una leggera prolunga per migliorare l’impugnatura, il mignolo è parzialmente supportato e può essere una valida alternativa al precedente per chi ha le mani molto grosse. Infine, il caricatore a massima capacità ha una prolunga completa di supporto per il dito mignolo ed è il più comodo, in quanto supporta perfettamente la mano del tiratore ed è l’ideale per l’allenamento. In una pistola così piccola è difficile coniugare soluzioni ergonomiche e occultabilità. La Walther è riuscita a combinare insieme le due cose: l’ impugnatura, nonostante sia molto sottile, riempie comunque bene la mano del tiratore e l’assenza di spigoli vivi non rende fastidioso l’uso. L’impugnatura è corrugata in modo da aumentare la presa e anteriormente è sagomata per accogliere le dita del tiratore. Il carrello ha otto fresature di presa ben marcate e a spigolo vivo, pertanto il grip è buono in qualsiasi condizione e non si avverte la necessità di un ulteriore miglioramento. La pistola non ha avuto il minimo problema di alimentazione, l’espulsione è netta e precisa. I bossoli hanno affumicatura modesta e un leggero spanciamento dovuto alla svasatura della camera di cartuccia. La percussione è potente, anche se non centratissima, la percussione presenta un leggero “baffo” lasciato dalla punta del percussore non ancora completamente rientrata in sede quando la canna comincia ad abbassarsi. Lo scatto però, oltre a essere abbastanza duro (quasi 3 chilogrammi di trazione) ha anche qualche grattamento, comunque accettabile considerato che non si tratta di una pistola nata per il Tiro a segno ma prettamente dedicata alla difesa personale. Il rinculo è perfettamente gestibile e grazie, al sistema di chiusura stabile adottato e al fusto polimerico, è addirittura minore (almeno a nostra sensazione) rispetto a quello di una Walther Ppk in 9 corto.

 

L’impiego con il caricatore da 6 colpi rende l’ impugnatura abbastanza precaria a causa del mancato supporto del dito mignolo, usando il caricatore della capacità massima l’impugnatura risulta nettamente più comoda e piacevole, con un rinculo molto simile a quello di una pistola full size nello stesso calibro. Lo sgancio del caricatore è molto pronto e agevole, anche se dal nostro punto di vista risulta più comodo azionare la leva con l’indice che spara piuttosto che con il pollice.

 

SCHEDA TECNICA

Costruttore: Carl Walther GmbH Sportwaffen, Po box 4325, D-89033 Ulm, www.carl-walther.de, info@carl-walther.de

Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 04.71.80.30.00, fax 04.71.81.08.99, www.bignami.it

Modello: Pps

Destinazione d’uso: difesa personale

Tipo: pistola semiautomatica

Calibro: 9×21 Funzionamento: chiusura stabile sistema Browning modificato

Canna: lunga 81 mm, rigatura a sei principi destrorsi con passo di un giro in 250 mm

Percussione: percussore lanciato

Alimentazione: caricatore prismatico monofilare

Numero colpi: 6,7 oppure 8, a seconda del caricatore impiegato

Lunghezza totale: 161 mm

Altezza: 112 mm

Spessore: 23 mm (26 in corrispondenza hold open)

Estrattore: a unghia posto sul lato destro esterno del carrello

Espulsione: espulsore a lama posto sul lato sinistro del castello

Mire: tacca di mira a “U” innestata a coda di rondine e bloccata da una molla a lamina; mirino a rampa; entrambi gli organi di mira hanno riferimenti puntiformi di colore bianco ottico

Scatto: semi-Doppia azione con un peso di sgancio di circa 3.000 grammi

Sicurezze: automatica al percussore e al grilletto; manuale alla catena di scatto tramite rimozione del dorsalino

Peso: 605 grammi

Materiali: canna e carrello in acciaio, castello realizzato in polimeri

Finitura: parti in acciaio brunite nero opaco con trattamento antigraffio, castello in polimeri di colore nero

Numero del Catalogo nazionale: 16.839 (arma comune)

Prezzo: 840 euro, Iva inclusa