Tanfoglio Force Compact 921 Rb e Fb calibro 9×21

Vai alla galleria delle fotoSono passati più di cinque anni dalla presentazione della prima pistola in polimeri interamente prodotta dalla Tanfoglio e l’interesse nei confronti delle varie versioni della semiautomatica dell’azienda gardonese sembra non avere fine. Alcuni tiratori, affezionati al fusto in acciaio, rimangono tuttora perplessi nell’acquistare una pistola con l’impugnatura di plastica, da utilizzare nelle impegnative gare di Tiro dinamic… [

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] Sono passati più di cinque anni dalla presentazione della prima pistola in polimeri interamente prodotta dalla Tanfoglio e l’interesse nei confronti delle varie versioni della semiautomatica dell’azienda gardonese sembra non avere fine. Alcuni tiratori, affezionati al fusto in acciaio, rimangono tuttora perplessi nell’acquistare una pistola con l’impugnatura di plastica, da utilizzare nelle impegnative gare di Tiro dinamico. Le diffidenze sono legate, in particolare, alla presunta debolezza dell’arma, convinzione ormai sfatata dal sempre più massiccio ed esteso utilizzo nel mondo di armi che impiegano questa tecnologia, portate al successo del grande pubblico, per la prima volta, poco meno di una ventina d’anni fa, grazie alla creatura di Gastone Glock (per il primo esempio di pistola con fusto in polimero costruita in serie, bisogna risalire agli anni Settanta con la Heckler & Koch Vp70). Il fusto in polimero, proprio per la sua elasticità, fornisce, inoltre, maggior garanzia in caso di errori nella ricarica. Mi è capitato in almeno tre occasioni di assistere a incidenti dovuti a errori di confezionamento di munizioni “domestiche”. Nel primo caso, il poco esperto ricaricatore aveva miscelato due polveri dotate di progressività ben diversa. Negli altri casi, era stata superata la soglia massima consentita per un determinato peso di palla. In tutti e tre gli episodi, lo sfogo delle pressioni si è avuto quasi interamente attraverso l’ impugnatura, che si è dilatata, espellendo con decisione il caricatore. Soltanto nel primo caso, quello più pericoloso, si è verificata la rottura della camera di cartuccia, senza conseguenze per il tiratore. Negli altri due incidenti, si è potuto riprendere l’esercitazione senza particolari inconvenienti, se non la sostituzione dell’estrattore per una delle due armi. Il maggior pregio delle polimeriche, si sa, è legato alla riduzione del peso complessivo: nella maggior parte dei casi, si arriva a guadagnare addirittura qualche ettogrammo rispetto a una pistola delle stesse dimensioni, ma con fusto in acciaio e questo aspetto è senza dubbio molto gradito da coloro che sono costretti a portare l’arma tutto il giorno e che, a fine giornata, non possono astenersi dall’avere un pensiero di gratitudine verso chi ha progettato un’arma così leggera, che mantiene tutte le caratteristiche di quella in acciaio. Le nuove 921 Force Compact della Tanfoglio mantengono tutte queste proprietà e sono disponibili in due configurazioni: la prima, la Rb, presenta la leva sul carrello, che funge sia da sicura sia da abbatticane; la seconda, denominata Fb, differisce dalla precedente per la leva della sicura posta sul fusto, tipo Colt Government. Sono disponibili in più versioni: con carrello nero, brunito (più lucido, ma meno resistente) o fosfatato (opaco, ma più resistente alla corrosione), o con carrello cromato e satinato. In entrambi i casi, il materiale sotto il velo di protezione è acciaio al carbonio bonificato e cementato. I carrelli sono ottenuti da barre piene pre-sagomate, tagliate a misura, fino a ottenere la forma finita per asportazione di truciolo. Una volta finito, al carrello vengono aggiunte le zigrinature laterali di “nuova generazione”, sei anteriori e due posteriori, per migliorare la presa nelle fasi di scarrellamento manuale. Nella parte posteriore, è stato inserito il percussore con relativa molla di ritorno, dotato di sicura a cilindro e piastrina posteriore di bloccaggio. Nella Rb, va aggiunta la sicura ambidestra che funge anche da abbatticane: una volta azionata, spinge il percussore in avanti, sottraendolo alla battuta del cane, che cade in sicurezza. La canna è lunga 113 millimetri e presenta le solite sei rigature con andamento destrorso. La sua lavorazione prevede la consueta fase di forgiatura, foratura e tornitura. Una volta terminata, la parte superiore della canna, nella zona della camera di scoppio, presenta i due tradizionali risalti che garantiscono la chiusura geometrica a corto rinculo di canna, vale a dire il Petter o Colt-Browning modificato, sistema adottato dall’azienda di Gardone Val Trompia (Bs) fin dall’inizio della produzione di semiautomatiche di grosso calibro. Il vivo di culatta è dotato di rampa di alimentazione, per favorire l’ingresso in camera della cartuccia. Nella parte inferiore della canna c’è il cuore del sistema Petter, l’asola che fa scivolare la canna verso il basso per liberare il carrello nella sua corsa retrograda, dopo lo sparo. All’interno dell’asola passa il perno dell’hold open, costruito in materiale più resistente della parte sporgente sul quale è vincolato. Gli hold open della Tanfoglio sono, infatti, costruiti in due pezzi, che vengono, successivamente, uniti tra loro. La parte sporgente è quella utilizzata per mandare il carrello in chiusura o per bloccarlo in apertura manualmente. Sotto la canna si inserisce l’asta guidamolla avvolta dalla sua molla a spirale, indispensabili per garantire un corretto e costante ciclo della pistola. Nella parte superiore-posteriore del carrello, si inserisce, a coda di rondine, la grande tacca di mira fissa, di colore nero con i puntini di riferimento di colore bianco. Il mirino è integrale al carrello e presenta la stessa colorazione. Il suo punto di riferimento è bianco, mentre è sostituito con il rosso nei carrelli cromati. I fusti delle Force 921 Compact sono prodotti per stampo non dalla stessa Tanfoglio, ma da una ditta esterna e vengono “intarsiati” dal gruppo di scatto, dallo sgancio del caricatore e dalla piastrina in acciaio, nella quale viene riportato il numero di matricola e del Catalogo nazionale delle armi (la versione Rb ha il numero 13.266, la Fb il 12.729). Una piccola modifica è stata apportata rispetto ai fusti precedenti, con un leggero risalto all’altezza del pollice in entrambe le guancette, per dare un punto di riferimento all’ impugnatura e per offrire un leggero sostegno al pollice, che va in appoggio. Lo zigrino dell’intera impugnatura è molto buono e il pad del caricatore sporge in avanti (forse un po’ troppo), favorendo l’appoggio del mignolo. Come il fusto, anche i caricatori vengono costruiti all’esterno della Tanfoglio: sono in lamiera stampata e rappresentano uno dei punti di forza dell’ottimo funzionamento della semiautomatica gardonese. La Tanfoglio con il carrello cromato si presenta come un’alternativa alle tante polimeriche tutte nere, anche se non tutti gradiscono il bicolore. La protezione cromata è senza dubbio più resistente di quella brunita e per un continuo utilizzo “dentro-fuori” dalla fondina, può rappresentare la scelta più appropriata per salvaguardarne le superfici e l’aspetto estetico. Occhio di riguardo, dunque, anche ai tiratori più esigenti o agli utilizzatori che pensano a un impiego intensivo. Anche la sicura sul fusto (versione Fb) arricchisce la ricca gamma Force Compact. La Fb consente a un operatore di partire con il colpo in canna e il cane armato, per sparare anche il primo colpo in singola azione, molto utile nel caso di allenamenti con frequenti estrazioni dalla fondina. Come unico punto a sfavore, questo tipo di sistema presenta un inconveniente: se si vuole portare l’arma in condizioni di maggior sicurezza, mantenendo il colpo in canna, si deve per forza ricorrere al poco sicuro accompagnamento del cane in battuta con il pollice. Nel corso della nostra prova, abbiamo sparato sia con la versione dotata di sicura sul fusto sia con quella dotata di leva abbatticane, scegliendo quest’ultima per approfondire il test balistico. La compatta Tanfoglio è stata sottoposta a una lunga sessione di tiro, utilizzando sia alcune cartucce commerciali, sia diverse combinazioni ricaricate. Abbiamo provato dosi minime e massime con alcune delle polveri più utilizzate dai ricaricatori e in nessun caso si è verificato il minimo inceppamento o una mancata percussione. Non contenti, abbiamo provato un vecchio lotto di cartucce della tedesca Geco con palla Jacket soft point di 123 grani, impossibili da impiegare su alcune pistole, a causa della punta in piombo troppo “dolce”, che si impunta sulla rampa e si deforma nella fase di alimentazione, con conseguenze facili da immaginare. Anche in questo caso, la pistola ha funzionato perfettamente, fornendo un’energia vicina ai 45 chilogrammetri, valore di tutto rispetto per una calibro 9×21, con canna di soli 93 millimetri. Dal punto di vista delle sensazioni allo sparo, ottime sono risultate le combinazioni con le palle leggere, sia di 115 grani Jhp sia con l’unica testata con la palla di 100 grani Jtc. Con quest’ultima configurazione, abbinata a 6,4 grani di Vihtavuori N340, la Tanfoglio ha evidenziato i limiti di impiego operativo, in un ambiente con poca luce, a causa della notevole vampa prodotta. Per quanto riguarda la precisione, la migliore rosata in assoluto è stata quella ottenuta con la seguente combinazione: palla Fiocchi Jtc di 123 grani e 6,6 grani di Vectan Sp8. Un altro buon risultato si è avuto con la palla Fiocchi Jhp di 115 grani e 6,0 grani di N340. Dalle prove effettuate, non abbiamo avuto grandi soddisfazioni con le palle più pesanti utilizzabili in un 9×21: le 147 grani Jhp. Le rosate sono risultate un po’ troppo larghe, presenza di vampa e segni di pressioni sul bossolo. La nostra prova ha messo in evidenza la propensione di questa semiautomatica a rendere al meglio con le palle leggere, sia per le energie fornite (47,5 kgm con la Jhp di 115 grani e 6,0 grani di N340, questo tipo di palla, in Italia, è vietato per la difesa personale) sia per la maggior controllabilità dell’arma, mai, comunque, messa in discussione con questo calibro. L’espulsione del bossolo è stata veramente generosa, anche con le dosi minime. Lo scatto in Doppia azione non è proprio tenero, ma la sua trazione è costante. Non c’è sicuramente il rischio di spari accidentali con questo tipo di scatto. Molto fluida la Singola azione, che pareva quella di una pistola sottoposta già a qualche migliaio di colpi, mentre, in realtà, era in pieno rodaggio. Soltanto due, e non di grande entità, i punti che meritano un’osservazione critica: i bersagli, con tutte le munizioni, hanno presentato un centro di rosata spostato sulla sinistra di circa 7 centimetri, con il bersaglio a 18 metri, un inconveniente risolvibile facilmente spostando (è sufficiente un piccolo martello) la tacca di mira leggermente verso destra. La seconda osservazione riguarda la sicura abbatticane, che offre notevole resistenza al disinserimento e soltanto pollici robusti riescono a muoverla con una certa facilità. Per avere una contro prova, abbiamo dato l’arma in mano a una donna (un’atleta che gareggia nelle gare di Tiro dinamico), la quale ha confermato questa nostra sensazione. Dal punto di vista pratico, invece, grazie alle dimensioni abbastanza contenute, si è rivelata ottima per un utilizzo con mani medio-piccole. A nostro avviso, la Rb, con sicura abbatticane, si dimostra ideale per un agente di polizia municipale (la Force è già stata adottata dai comandi di Bologna, La Spezia, Alessandria, Pisa, Brindisi, Vercelli, Prato, Verona, Cremona, Bolzano, Como, Messina, Mantova, Cesena, Venezia, e da alcuni dipartimenti esteri: polizia aeroportuale turca, polizia di Durban, in Sudafrica, Rosario, in Argentina, e Lesotho, in Africa) o una guardia giurata, che intende svolgere il servizio con il colpo in canna, ma in piena sicurezza. Molti agenti rifiutano questo tipo di porto e, forse, per loro si rende più interessante la versione Fb, da scarrellare al momento dell’utilizzo, poiché, per quanto dura e limitata nell’ingombro, la sicura abbatticane potrebbe essere inavvertitamente inserita nelle fasi di armamento. Per finire, se la scelta va sulla Fb, sconsigliamo il porto prolungato in condition one, vale a dire colpo in canna, cane armato e sicura su fusto inserita. [

] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di settembre 2002. [

] Costruttore: F.lli Tanfoglio snc, via Valtrompia 39-41, 25063 Gardone Vt (Bs), tel. 03.08.91.03.61, fax 03.08.91.01.83, www.tanfoglio.it, info@tanfoglio.it Modello: 921 Rb e Fb, Force C Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9×21 Impiego specifico: difesa personale Numero colpi: 13+1 Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna, sistema Colt-Browning modificato (Petter) Scatto: Singola e Doppia azione Percussione: indiretta mediante cane esterno e percussore inerziale Sicura: manuale su fusto per Fb e manuale abbatticane ambidestra, automatica al percussore, mezza monta al cane Canna: lunghezza 93 mm, 6 rigature destrorse Mire: tacca di mira inserita a coda di rondine e mirino fisso Materiali: fusto in polimero, carrello in acciaio Finiture: fusto nero, carrello brunito nero o fosfatato nero o cromato e satinato Peso arma: 800 g Numero Catalogo nazionale: 13.266 per la Rb, 12.729 per la Fb (armi comuni) Prezzo: 597,3 euro, Iva inclusa