Spray anti orso: via libera in Trentino per i forestali

Orso bruno marsicano. PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO

La giunta provinciale di Trento ha completato i passaggi previsti dalla normativa nazionale per l’adozione e l’utilizzo da parte del corpo forestale dello spray anti-orso. La delibera dell’esecutivo segue l’emanazione del decreto da parte del presidente della provincia Maurizio Fugatti, entro pochi giorni sarà pubblicato sul bollettino ufficiale il regolamento contenente le “regole d’ingaggio”.

Queste ultime prevedono che “il porto dello spray anti-orso avviene nei periodi e nelle attività connesse alla gestione dell’orso, in particolare nelle attività di presidio e di dissuasione nei confronti di animali confidenti, di rilievo danni, di sopralluoghi a seguito di investimenti stradali o di interazioni con l’uomo, nonché in tutte le fasi di cattura e gestione di orsi, e in ogni caso, in tutte le attività d’istituto in cui il personale del Corpo forestale trentino opera nell’ambito delle aree geografiche interessate dalla presenza dell’orso, comprese le attività di supporto nella ricerca di persone disperse”. Il regolamento precisa anche che “Lo spray anti-orso può essere usato solo in luoghi aperti, in situazioni di necessità o per attività di presidio e di dissuasione nei confronti di animali confidenti”.

Risulta sicuramente positivo che agli operatori della Forestale sia concesso in dotazione uno strumento in più, tuttavia la previsione di dotare solo ed esclusivamente tali operatori di questo strumento non letale di dissuasione e autodifesa, non risolve le criticità per quanto riguarda le attività escursionistiche e turistiche della provincia. In effetti, finora i casi di aggressione da parte di orsi (con esito letale o meno) non hanno mai coinvolto gli operatori del corpo forestale, bensì personale “civile”.

Certo il Presidente Fugatti in questo momento non ha in suo potere di legiferare al di sopra del Ministero dell’Interno, che vede lo spray anti-orso un mezzo altamente proibito alle persone normali. Ma può soltanto intervenire per quello che gli compete regionalmente. Al proposito non riusciamo a capire perché, da parte del Ministero, all’evidenza della pericolosità dei tanti incontri documentati, non si possa dichiarare lo spray un presidio al quale si possa accedere per dimostrato bisogno, cioè non possa essere almeno portato da chi ha già licenze per lavoro nei boschi, tipo boscaioli, taglialegna, agricoltori, allevatori, pastori, tecnici di reti elettriche e telefoniche durante ispezioni alle strutture, ricercatori, guide alpine di turisti, soccorso alpino e cacciatori. Chiaramente, il porto al di fuori delle aree specifiche e senza giustificato motivo, è già attualmente sanzionato, quindi la sicurezza pubblica sarebbe salvaguardata. Per cui, cosa si aspetta? Ricordiamo che parallelamente l’uso dello spray è da gestire ad hoc, altrimenti è un attrezzo inutile. Per cui l’addestramento deve prevedere l’osservazione di diverse regole quali il vento idoneo, la distanza idonea e sopratutto il “coraggio idoneo” di aspettare che tale animale durante un attacco arrivi a ridosso dei pochi metri occorrenti per l’azionamento dello spray.