Spray al capsicum: quali opzioni?

La classica bomboletta spray al capsicum è la soluzione più economica e compatta.

Lo spray antiaggressione è di libera vendita (ai maggiori di 16 anni) dal 2012: oggi sono numerose le soluzioni disponibili, ciascuna delle quali presenta pregi e difetti

Come è noto, lo Stato italiano non è mai stato particolarmente favorevole alla libera circolazione degli strumenti di autodifesa per i cittadini, anche se diversi dalle armi da fuoco e, soprattutto, di tipo non letale. Per quanto riguarda, in particolare, gli spray antiaggressione, la posizione consolidata per molti anni era addirittura quella di considerarli aggressivi chimici, quindi a tutti gli effetti armi da guerra. All’inizio del XXI secolo, la commissione consultiva centrale per il controllo delle armi effettuò una sorta di “omologazione” per alcuni specifici modelli di spray al peperoncino, escludendo solo per essi l’attitudine all’offesa alla persona (legittimandone così la detenzione e il porto), ma è stato solo con la legge 94 del 2009 e il successivo regolamento ministeriale n. 103 del 2011 (entrato in vigore il 9 gennaio 2012) che è stato possibile avere una disciplina generale sulle caratteristiche tecniche che gli spray possono avere per essere considerati di libera vendita (ai maggiori di 16 anni) e soprattutto di libero porto.

Sia la legge 94/2009, sia il regolamento n. 103 del 2011 prevedono che gli spray siano in grado di “nebulizzare” la sostanza irritante, dal che si deduce non sia consentita la commercializzazione di quegli strumenti che sono in grado di esprimere un getto balistico. Anche perché in tal caso la gittata utile è normalmente superiore a quella massima prevista dal regolamento, cioè 3 metri. Gli altri limiti sono relativi alla capacità volumetrica del prodotto (20 ml al massimo) e alla percentuale di principio attivo, pari a un massimo del 10 per cento di oleoresin capsicum disciolto con una concentrazione massima di capsaicina e capsaicinoidi totali pari al 2,5 per cento. Inoltre la miscela non deve contenere “sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene o aggressivi chimici”.

È la scelta più semplice ed economica: una bomboletta cilindrica con erogatore spray. Il costo è molto contenuto, intorno ai 10 euro, tra i vantaggi c’è indubbiamente anche l’ingombro minimale che consente di portarla in qualsiasi tasca. Alcuni modelli hanno il pulsante erogatore dotato di una sorta di sicura manuale che ne impedisce l’azionamento involontario, in altri casi il pulsante è “libero” ma protetto da una sorta di corona circolare più alta. Nella concitazione magari risulta difficile disattivare la sicura manuale. Un altro difetto delle bombolette, magari residuale nell’impiego effettivo, è che l’erogatore fa fatica a spruzzare il prodotto se la bombola non è verticale, bensì inclinata o rovesciata sottosopra. Per ovviare a questo difetto, la Defence systems (tel. 059.68.51.15, defencesystem.it) ha realizzato Pepper gun 360 (a sinistra), un interessante erogatore che funziona con qualsiasi angolazione, è dotato di sicura dorsale e, per di più, consente di avere una bomboletta di riserva nel caso in cui quella principale sia esaurita.

Da qualche anno sono diffuse sul mercato anche le cosiddette pistole piriche al capsicum, l’aspetto è quello di un’arma da fuoco, con la pressione del grilletto si attiva una cartuccia esplosiva che proietta il getto di capsicum. Un esempio diffuso di questo prodotto è la Guardian angel II di Piexon (distribuita in Italia da Radar1957, tel. 0571.22.047, radar1957.it). Il vantaggio di questo sistema è che il profilo “a pistola” consente una maggior facilità di puntamento e l’effetto deterrente è superiore. Inoltre, non essendoci un gas compresso a fungere da propellente la durata del prodotto prima della scadenza è pressoché doppia rispetto alla bomboletta tradizionale. Tra i difetti c’è sicuramente l’ingombro maggiore rispetto alla bomboletta, il costo superiore (50-60 euro e più) e il fatto che i modelli “base” non prevedono la possibilità di ricaricare il dispositivo una volta consumate le cartucce. Tra gli esempi di dispositivi che invece consentono la ricarica ci sono le Mayak Udar M1 ed M2 (sotto), distribuite dalla Dtg.

È un ibrido tra la bomboletta e la pistola pirica. Ha l’aspetto di una pistola vera e propria, solo che all’interno contiene una bomboletta tradizionale. Premendo il grilletto si attua uno stantuffo che provoca la fuoriuscita del prodotto dalla bombola. Il vantaggio di questo sistema è la possibilità di ricaricare la pistola con la sola bomboletta (nel caso di impiego o di raggiunta scadenza) con un costo inferiore rispetto a quello necessario per l’acquisto di tutto il dispositivo; inoltre il dispositivo ha, comunque, un costo di partenza inferiore rispetto a quello delle pistole piriche. Il pregio principale, come nelle pistole piriche, è quello di consentire una prontezza di impugnatura superiore rispetto a una bomboletta cilindrica, il che non è male quando, nella concitazione, si annaspa dentro la tasca di un cappotto o dentro una borsetta. Anche il puntamento risulta molto più istintivo. Tra i difetti, l’ingombro comunque superiore rispetto alla semplice bomboletta.

La scelta di un tipo o di un altro di spray al capsicum è una questione di gusti, di disponibilità economica e di elementi soggettivi come la dimensione delle tasche e così via. Più di tutto, però, occorre sottolineare che qualsiasi tipologia di spray antiaggressione non è di alcuna utilità se non ci si preoccupa di apprenderne l’uso, abituarsi al maneggio e, soprattutto, trovare le corrette soluzioni per il porto. Pensando in particolare alle signore, uno spray “buttato” dentro la borsa insieme a diecimila altre cose, nel momento del pericolo non sarà reperibile e quindi sarà perfettamente inutile, ma lo stesso discorso vale per i tasconi cargo dei cappotti dei signori uomini, in mezzo a cellulare, chiavi di casa e della macchina, portafoglio eccetera. Come spesso accade, quindi, oltre al prodotto in sé occorre anche il buon senso.