Pioneer arms Pps 43c calibro 7,62 Tokarev

Il mitra più riuscito della seconda guerra mondiale, finalmente disponibile in versione demilitarizzata. Lo abbiamo provato per voi su Armi e Tiro di febbraio, eccovi un estratto in anteprima!

L’Unione sovietica affrontò l’alba dell’invasione germanica del 1941 (operazione Barbarossa) con un numero abbastanza scarso di pistole mitragliatrici, per di più di concezione tradizionale (per esempio, il modello Ppd 40). Però, il geniale progetto messo a punto da Georgi Shpagin, di una pistola mitragliatrice producibile rapidamente in grande serie grazie all’impiego di lamiere stampate, era già pronto e definito, quindi nel volgere di pochi mesi fu possibile contrapporre alla pur valida Mp 38-40 della Wehrmacht la spettacolare Ppsh 41 calibro 7,62 mm Tokarev: economica, rustica, sufficientemente affidabile, potente grazie all’elevata cadenza di tiro e, soprattutto, al “padellone”, cioè al caricatore a tamburo della capacità di ben 71 cartucce impiegabile in alternativa a quello ricurvo standard di 35 cartucce. Diventò, in brevissimo tempo, un classico tra le armi militari del XX secolo, conquistando l’apprezzamento anche e soprattutto dagli avversari. Tuttavia, poteva essere possibile produrre un’arma che fosse ancora più spartana e che richiedesse ancora meno ore di manodopera e grammi di materia prima: il risultato, fu il Pps 43. La Pioneer arms polacca ha riciclato, in tempi decisamente più recenti, un certo quantitativo di esemplari “locali” del Pps 43 prodotti nel dopoguerra, modificandoli nella meccanica interna per renderli capaci di solo fuoco semiautomatico, per soddisfare così i legittimi pruriti degli appassionati di armi ex militari del XX secolo, che in questo modo possono entrare in possesso di un’arma emblematica sia per l’evoluzione della tecnica armiera, sia per la storia contemporanea, e permettersi anche il lusso di farla “cantare” in poligono.

L’estetica dell’arma ha conservato tutto l’appeal della seconda guerra mondiale, a denunciare la costruzione postbellica sono solo le scritte (ovviamente) e la texture delle guancette in materiale sintetico. La struttura portante è un guscio in lamiera stampata che funge allo stesso tempo da fodero dell’otturatore e manicotto di protezione per la canna. Nella metà anteriore è unito mediante rivetti il blocco di culatta, dal quale protrude la canna, completamente avvolta dal manicotto ventilato che si completa in volata con un pezzo di lamiera piegato a “U” che funge da rompifiamma. Un grosso spinotto trasversale vincola a questo chassis la carcassa inferiore, che ospita il gruppo di scatto e l’impugnatura. I pezzi ricavati per asportazione di truciolo sono veramente ridotti al minimo, giusto la canna e l’otturatore, il resto è tutto realizzato mediante piegatura e tranciatura di lamiera, tenuta insieme con il minimo indispensabile di saldature, alle quali sono state preferite, appunto, le rivettature.

Il caricatore è bifilare, ha una capacità originale di 35 cartucce ma è stato permanentemente ridotto a 5 colpi. È possibile averlo sia “monco”, sia della lunghezza conforme all’originale (ma sempre ridotto). È molto simile a quello del Ppsh 41, ma non è intercambiabile sia per una leggera differenza nel sistema di aggancio, sia perché è a presentazione alternata mentre quello del Ppsh 41 è a presentazione singola. Molti hanno criticato questa scelta, evidenziando gli ovvi problemi logistici che comportano due caricatori simili ma diversi. Sta di fatto che il riempimento del caricatore del Pps è molto più agevole.

Per la prova a fuoco, abbiamo utilizzato cartucce commerciali Sellier & Bellot con palla Fmj di 85 grani che, a fronte di una velocità dichiarata di 502 m/sec in canna manometrica di 120 mm, nella canna di 250 mm del Pps hanno sviluppato un bel 558 m/sec, seppur con una deviazione standard molto elevata, derivante con tutta probabilità dal vistoso fenomeno di apertura anticipata. I bossoli di risulta sono, infatti, risultati quasi completamente “sbottigliati”, più simili ad altrettanti 9×25 mm Mauser export che agli originari 7,62 Tokarev. A parte questo, però, il funzionamento è stato regolare, l’espulsione vigorosa, bella fiammata in volata e precisione persino più che dignitosa, malgrado lo scatto evidentemente tutt’altro che match. Le reazioni allo sparo non sono violente, ma l’urto di fondo corsa si sente.

 

Scheda tecnica
Produttore: Pioneer arms, www.pioneer-pac.com
Distributore: Tfc, www.tfc.it
Modello: Pps 43c
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 7,62 Tokarev
Lunghezza canna: 250 mm
Lunghezza totale: 815 mm
Qualifica: arma comune da sparo
Prezzo: 549 euro, Iva inclusa