Nuova Zelanda: il secondo buyback un fallimento, nasce la Firearms unit

Il secondo buyback disposto dalle autorità neozelandesi, per cercare di recuperare le armi classificate come vietate dalla normativa disposta in tutta fretta dal governo Ardern dopo la strage di Christchurch, è stato una completa Waterloo. A fronte, infatti, di circa 60 mila armi consegnate (dietro indennizzo) dai cittadini neozelandesi in occasione del primo buyback (che secondo analisti e osservatori rappresentavano, tuttavia, un mero 30 per cento del totale stimato delle armi vietate in possesso dei cittadini), con la seconda amnistia (dal 1° febbraio al 1° maggio 2021 con indennizzo, fino al 1° agosto senza indennizzo) il numero totale di armi consegnate è di poco superiore alle mille. Il risultato non è molto migliore per quanto riguarda la consegna di accessori vietati (come caricatori ad alta capacità, calci ripiegabili eccetera), che nel primo buyback aveva raggiunto il numero di circa 200 mila e con il secondo invece di soli 2.400.

A fronte di questa situazione e in vista dell’entrata in vigore delle nuove normative, più severe, sul possesso di armi, le autorità neozelandesi hanno disposto la costituzione in seno alla polizia della nuova Firearms unit, che avrà proprio lo scopo di dedicarsi esclusivamente alle questioni afferenti la circolazione delle armi nel Paese, legali e non. “Possedere armi in questo Paese è un privilegio, non un diritto”, ha commentato il ministro neozelandese per la polizia Poto Williams, “la costituzione della nuova unità e le modifiche al sistema normativo in materia di armi sono focalizzate all’incremento della sicurezza pubblica e a evitare che le armi finiscano nelle mani sbagliate, riducendo di conseguenza il pericolo che chiunque diventi vittima di un crimine commesso con le armi”.

Si prevede che la nuova Firearms unit, che sarà coordinata con la polizia ma indipendente rispetto a quest’ultima, diventi pienamente operativa entro la fine del 2022 e un primo bilancio sulla sua attività è previsto per l’inizio del 2026. A partire dal giugno 2023, invece, dovrebbe entrare in funzione il registro nazionale delle armi legalmente detenute.