L’europarlamentare a ruota libera sulla direttiva armi (e le elezioni europee)

Ricordate Dita Charanzova? L’europarlamentare della Repubblica ceca espresse posizioni molto critiche sulla genesi della direttiva 2017/853 e oggi, in vista delle europee, è tornata a parlare in una lunga intervista nella quale ha chiarito che… Dita Charanzova è ben nota al pubblico degli appassionati: europarlamentare ceca, fin dalla genesi della direttiva 2017/853 si è spesa in favore del possesso legittimo di armi e contro le storture più evidenti di una normativa che sotto l’ombrello propagandistico della lotta al terrorismo ha invece introdotto limitazioni ai legali possessori. In vista delle elezioni europee, intervistata dal sito zbrojnice.com, ha parlato a tutto campo di quanto accaduto in questi anni con la direttiva 2017/853 e di come questo controverso atto legislativo possa impattare sull’andamento delle imminenti elezioni.
“Il dibattito sulla direttiva Ue sulle armi da fuoco ha sollevato preoccupazioni tra i proprietari di armi ceche, quindi questo problema potrebbe avere un impatto sulle elezioni europee”, ha confermato la Charanzova, “credo che il tutto e il modo in cui è stato discusso abbia causato gravi danni alla percezione dell'Unione europea nella Repubblica ceca. E, devo dire, giustamente. Il possesso legittimo di armi da fuoco è stato ridotto con il pretesto di combattere il terrorismo. L'intero processo legislativo è stato molto politicizzato. La Commissione ha respinto le nostre argomentazioni, la pressione per adottare la direttiva è stata enorme. Inoltre, l'attuale legislazione ceca sugli armamenti è eccezionale e potrebbe servire da modello per altri Paesi”.
Il partito nazionale al quale appartiene la Charanzova, nel 2017 si è occupato di avanzare una proposta di riforma costituzionale per la Repubblica ceca, introducendo una forma di tutela per i possessori di armi: “Abbiamo bisogno di condizioni giuridiche ben definite: una volta che i proprietari di armi le rispettano, nessuno dovrebbe più violare i loro diritti. Se adempiono i loro doveri nei confronti dello Stato, devono poter essere liberi di possedere e usare le loro armi da fuoco”.
Relativamente al ricorso pendente innanzi alla corte europea di giustizia, per l’annullamento della direttiva 2017/853, l’europarlamentare osserva che “non voglio alimentare false speranze, ma gli argomenti portati dalla Repubblica ceca sono formulati molto bene, quindi la partita è aperta. Sarà comunque interessante osservare gli sviluppi in Svizzera, Paese nel quale sono altrettanto critici sulle limitazioni in materia di armi, come in Repubblica ceca”.
Sulla questione del recepimento da parte della Repubblica ceca della direttiva 2017/853 (non ancora effettuato), la Charanzova ha osservato che “sarà compito del legislatore ceco far pieno uso delle eccezioni contenute nella direttiva. Per esempio, dobbiamo creare un sistema di riservisti volontari che includa alcuni dei proprietari attuali delle armi di aspetto militare. Questo è un modo per garantire che i loro diritti non vengano violati. Da un lato, abbiamo bisogno di sviluppare un sistema che arrechi il minor disturbo possibile alle persone e allo stesso tempo ci consenta di dimostrare che stiamo implementando correttamente la direttiva. D’altro canto, la legislazione ceca già contiene l’80 per cento dei requisiti della direttiva, si tratta di trovare un modo reciprocamente accettabile per affrontare il quinto rimanente.
Di particolare rilievo il commento della Charanzova sulle dichiarazioni rese a suo tempo dal presidente della Commissione europea Juncker, relativamente al fatto che ulteriori restrizioni legislative dopo l’approvazione della direttiva 2017/853 sarebbero “inevitabili”. “Il presidente Juncker lascerà il suo ufficio tra qualche mese”, ha osservato la parlamentare, “e non sarà rieletto. Dobbiamo sperare che il suo successore sia più ragionevole. Sappiamo già dove sono i problemi reali con le armi da fuoco, cioè il mercato nero. Ma questo non dovrebbe comportare ulteriori restrizioni sui proprietari legali di armi da fuoco. Auspico che ciò che abbiamo vissuto in relazione alla direttiva sulle armi da fuoco, non si ripeterà”.