La reazione (scomposta) del commissario

Igino Rugiero, commissario straordinario dell’Unione italiana Tiro a segno, risponde con tono minaccioso e fuori luogo all’articolo pubblicato ieri sul nostro sito

Una risposta stonata nelle prime righe: “Armi e Tiro mette in discussione i provvedimenti da me adottati”. Una risposta che si chiude con un tono minaccioso: “l’Uits è una grande famiglia, ma chi non si sente parte di questa basta che lo dica e Noi, per il suo bene, saremo felici di indirizzarlo altrove”.

Una reazione che riteniamo scomposta quella che Igino Rugiero, commissario straordinario dell’Uits, ha pubblicato in mattinata sul sito federale. Primo appunto: a mettere in discussione la sua scelta di interrompere l’attività istituzionale, oltre a quella sportiva, in seguito al ben noto Dpcm, non siamo stati noi di Armi e Tiro, bensì presidenti di Tsn che ci hanno contattato per esprimere tutto il loro disaccordo per una decisione non condivisa con la “periferia” e che, a loro opinione, era del tutto in contrasto con lo spirito del decreto Conte, nel quale si faceva chiaro riferimento alla possibilità di continuare le attività lavorative. Be’, aggiungiamo noi, proprio in una fase tanto delicata, ci sembra che l’attività lavorativa degli agenti delle polizie locali e, per motivi diversi, ma non meno importanti, anche quella delle guardie giurate non si fermi in questi giorni di allarme e con il loro lavoro non possa fermarsi la fondamentale attività addestrativa!

Per quanto riguarda l’infelice passaggio finale, con toni troppe volte già sentiti e utilizzati negli ultimi anni, mi permetto di condividere il fatto che l’Italia sia un grande Paese, ma di ricordare anche che per essere tale un Paese deve essere sostenuto da istituzioni della stessa grandezza e che preservare il bene di qualcuno con la tecnica del “se ti va bene è così, altrimenti lì c’è la porta”, non ha mai portato troppa fortuna soprattutto proprio alla Uits degli ultimi anni.

L’attività istituzionale resta a carico dei presidenti delle sezioni Tsn che, con la loro firma sui certificati di abilitazione, si assumono la responsabilità davanti alle autorità competenti (questure e prefetture). Forse, per favorire un clima più collaborativo e senza cercare inutilmente fantasmi, sarebbe stato più utile un dialogo con i presidenti di Tsn. Perché a lamentarsi sono stati loro, mentre Armi e Tiro si è limitato a pubblicare una notizia.

Di seguito il testo del comunicato pubblicato sul sito dell’Uits, a firma del commissario straordinario

Ho letto con enorme dispiacere un articolo su Armi e Tiro che mette in discussione i provvedimenti da me adottati con i due comunicati di ieri mattina nei quali ho sentito il dovere di fare appello al buonsenso e alla sensibilità di ognuno di Noi nell’accettare di fare qualche sacrificio, limitato nel tempo, a fronte della gravissima situazione nazionale riferita al Covid – 19 e quindi a tutela della salute pubblica che di certo vale più dello sport e di conseguenza anche dello svolgimento dell’attività istituzionale. Il nuovo DPCM di stamattina non a caso espande, a tutto il territorio nazionale, le rigorose restrizioni necessarie ad evitare il dilagare della diffusione del corona virus, e quest’ ultima decisione del governo rafforza ancor più quanto da me disposto ieri e che confermo oggi con convintissima fermezza.

Nell’articolo in argomento ho anche letto che alcuni presidenti di sezione non si atterranno alle mie indicazioni, spero sia solo una provocazione giornalistica, ma in caso dovesse accadere prego i presidenti dei comitati regionali di monitorare e di rendermi note le sedi inadempienti per le mie successive valutazioni. Rimango comunque convinto che la maggior parte di Voi, in particolare in questo momento in cui la nazione tutta è chiamata a dare un segnale di unità e senso civico, è concorde con le mie considerazioni, non è certo un articolo di giornale che mi preoccupa. L’Italia è un grande Paese e l’UITS è una grande famiglia, ma chi non si sente parte di questa basta che lo dica e Noi, per il suo bene, saremo felici di indirizzarlo altrove.