La prefettura mette sotto scacco il Tsn di Pordenone

È di pochi giorni fa la notizia, ripresa dal Messaggero veneto, che la prefettura di Pordenone avrebbe disposto la chiusura del Tsn cittadino, con la motivazione secondo la quale la struttura non sarebbe a norma e, quindi, pericolosa. “ci sono adeguamenti sul fronte della sicurezza da realizzare, di cui il direttivo è a conoscenza da tempo”, ha spiegato la prefetto Maria Rosaria Laganà

È di pochi giorni fa la notizia, ripresa dal Messaggero veneto, che la prefettura di Pordenone avrebbe disposto la chiusura del Tsn cittadino, con la motivazione secondo la quale la struttura non sarebbe a norma e, quindi, pericolosa. "ci sono adeguamenti sul fronte della sicurezza da realizzare, di cui il direttivo è a conoscenza da tempo", ha spiegato la prefetto Maria Rosaria Laganà, "non dimentichiamoci che la struttura, in passato, è stata teatro di un incidente mortale e che esistono precise norme finalizzate a tutelare chi frequenta il poligono. Nonostante richiami e solleciti di Prefettura e vigili del fuoco, gli interventi non sono stati realizzati e dunque abbiamo disposto la sospensione dell’attività. Abbiamo anche dato tempo per fornire eventuali chiarimenti, ma le indicazioni pervenuteci non sono risultate sufficienti. Non appena i lavori saranno portati a compimento, comunque, il poligono potrà riaprire i battenti". Motivazioni smentite dal consiglio direttivo del Tsn, secondo il quale il poligono è in possesso della regolare certificazione di agibilità rilasciata dal ministero della Difesa, valida fino a ottobre 2016, e soprattutto secondo il quale "strutture come la nostra seguono le direttive, anche inerenti all’agibilità, imposte dal ministero della Difesa e non da quello dell’Interno, cui, per il nostro caso, stanno facendo riferimento Prefettura e vigili del fuoco. Chiediamo a Laganà di congelare il decreto in attesa di chiarire le questioni burocratiche. Se la legge impone di realizzare interventi, invitiamo le istituzioni a darci tempo per adempiere, ricordando che investiremo risorse provenienti dalle nostre attività. Se il poligono non riaprirà a breve, però, verrà meno la possibilità di finanziarsi e quindi di sopravvivere. Gli agonisti né potranno allenarsi né saranno supportati economicamente per le gare. La struttura, tra l’altro, offriva comodi servizi anche alle funzioni pubbliche. La provincia rischia di perdere un altro pezzo, peraltro storico".