Le lacrime (e i “trucchi”) di Obama

Il presidente statunitense annuncia le 4 misure della sua azione esecutiva e si commuove parlando dei bambini di Newtown. La Clinton lo appoggia, Trump lo accusa di aver aggirato il Congresso. La Nra: «Non consentiremo che i proprietari di armi rispettosi della legge diventino un capro espiatorio per il fallimento delle politiche del presidente Obama»

«Le armi da fuoco sono troppe ed è urgente controllarle», ha dichiarato Barack Obama alla Casa Bianca, elencando le ultime stragi di massa in America. Il presidente degli Stati Uniti attraverso un’azione esecutiva ha annunciato 4 misure per un maggiore controllo sulle armi da fuoco che causano oltre 30mila morti all’anno: tutti i rivenditori dovranno detenere un’apposita licenza per la vendita di armi da fuoco e condurre controlli e accurate verifiche di “background” sugli acquirenti. Ciascuno Stato sarà tenuto a fornire informazioni sugli individui ritenuti non idonei al possesso di armi, come in casi di malattie mentali e disturbi psicologici o con precedenti di violenza domestica. L’Fbi è tenuta a potenziare il personale che si occupa di effettuare controlli sui possessori di armi. Infine, verrà chiesto al Congresso un investimento finanziario pari a 500 milioni di dollari per migliorare l’accesso all’assistenza medica in ambito di salute mentale e uno sforzo tecnologico per migliorare la sicurezza delle armi.

 

Congresso e Nra

Nell'annunciare il suo piano, il presidente americano si è quindi rivolto all'opposizione repubblicana che lo accusa di voler imporre troppi controlli. «Le costanti scuse per non agire non sono più sufficienti. Credo nel secondo emendamento (sulla libertà di difendersi, ndr), ma credo anche che possiamo trovare il mode di ridurre la violenza causata dalle armi in coerenza con il secondo emendamento». «Il Congresso deve agire sulla sicurezza della armi, ma oggi annuncio queste azioni esecutive perché l'America non può aspettare». «Questo non è un complotto per confiscare le armi a tutti», ha affermato citando poi la frase di Ronald Reagan: «Se controlli obbligatori possono salvare vite, vale la pena applicarli».

Oltre al congresso, il presidente si è rivolto anche alla Nra: «Non possiamo accettare questa carneficina come il prezzo della nostra libertà. La lobby delle armi potrà anche tenere in ostaggio il Congresso, ma non può tenere in ostaggio l'America».

Obama ha pianto ricordando le stragi di bambini, come quella della scuola elementare Sandy Hook di Newtown. «Se un bambino non può aprire un contenitore di aspirine, dobbiamo fare in modo che non possa premere il grilletto di una pistola», ha sottolineato chiedendo un maggior impegno per sviluppare una tecnologia che renda "più sicuro" l'uso delle armi e che protegga i bambini.

 

Le reazioni

La candidata presidente democratica Hillary Clinton ha commentato con soddisfazione le nuove misure, scrivendo su Twitter: "Grazie Barack Obama per aver fatto un passo cruciale contro la violenza delle armi".

Secondo la National rifle association, la maggior organizzazione statunitense a favore del libero possesso di armi da fuoco il capo della Casa Bianca si è reso autore di una strumentalizzazione politica per aver annunciato le sue decisioni nell’ultimo anno di presidenza. «Le misure proposte sono a livello di abuso e mancano di serietà», scrive il direttore dell'ufficio legale del gruppo, Chris Cox. «Non consentiremo che i proprietari di armi rispettosi della legge diventino un capro espiatorio per il fallimento delle politiche del presidente Obama».

Il candidato repubblicano Donald Trump, durante un comizio in New Hampshire dove il 9 febbraio si svolgeranno le primarie, ha dichiarato: «Il Secondo emendamento è troppo importante, non ci toglieranno le nostre armi». Trump ha criticato il presidente americano anche per aver aggirato il Congresso, dove la maggioranza repubblicana è notoriamente contraria alle misure di controllo invise alla lobby delle armi: «Non sarebbe stato carino convocare il Congresso e farlo nel vecchio modo?», ha chiesto in modo provocatorio.

La direttrice dell'associazione femminile Armed Lady, Elizabeth Finch: «Questa stretta sulle armi non ha senso. Stanno cercando di limitare la libertà personale di noi cittadini; andiamo verso uno stato totalitario, dimentichiamo la nostra storia. Questa non è più America». «La soluzione agli incidenti non viene dalle leggi, riguarda la responsabilità personale di ognuno di noi. Non possiamo delegare il governo».

«Queste sparatorie dicono alla gente che il governo non può proteggerli. Devono farlo da soli. Gli americani sanno che non possono aspettare gli 11 minuti medi per l'arrivo della polizia se la loro vita è in pericolo».

In realtà, come spesso succede in Usa quando si invoca una stretta sull’uso di armi, dopo il discorso di Obama nei negozi di armi le scorte si esauriscono velocemente. Le azioni di Smith & Wesson in 48 ore sono decollate del 14%. La società di Spingfield in Massachusetts ha annunciato vendite nel primo trimestre fiscale tra 175 e 180 milioni di dollari, molto superiori ai 150/155 milioni previsti lo scorso anno. Per l'anno fiscale che si chiuderà il 30 aprile, il gruppo stima ricavi per 650-660 milioni di dollari. Smith & Wesson intente ampliare il proprio business nel settore militare, puntando a una commessa che il dipartimento americano della Difesa affiderà nel 2017 per almeno 500.000 nuove pistole