La guardia dalla parte dei ladri?

L’approvazione della riforma eccita gli animi… dei benpensanti che non hanno (loro) problemi di sicurezza. Il (poliziotto) segretario generale del Silp Cgil, Daniele Tissone, deve aver preso un’insolazione! “Nel 2017 abbiamo avuto 71 suicidi e omicidi legati ad armi legalmente detenute, 17 incidenti mortali di caccia e solo due morti per rapina. Mi chiedo se non sia un errore culturale e una miopia politica che condurrà a maggiori incidenti e problemi per i cittadini”. A dichiararlo all’Ansa, ieri, è Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, commentando la riforma della legittima difesa.
Ma quando mai? Nel 2017 gli omicidi con armi legalmente detenute sono stati 16, su un totale di 357. Secondo la ricerca “Sicurezza e legalità” dei sociologi Paolo De Nardis e Roberta Iannone (Bonanno, 2019) negli ultimi dieci anni solo il 5% circa degli omicidi è commesso con armi legalmente detenute, e di questi circa il 12,28% è costituito da atti di eutanasia, realizzati con l’intento di alleviare le sofferenze della vittima. Il 68% degli eventi è un omicidio familiare e, in quasi la metà dei casi, l’uccisore si è suicidato. La ricerca ha messo in luce che in oltre il 45% dei casi erano presenti criticità che avrebbero potuto far immaginare il pericolo di un omicidio e nel 22% dei casi l’omicida ha tenuto comportamenti indicativi, mentre in oltre il 15% dei casi mostrava problemi psicologici rilevanti. Solo il 2,45% si è verificato per eccesso di difesa. Dunque semmai sono proprio le forze di polizia che devono controllare con maggiore efficacia gli atteggiamenti a rischio, oltre ai criminali.
Non sappiamo a quali fonti si sia approvvigionato Tissone, ma ci preoccupa. Anche per la successiva affermazione: “Non riusciamo a comprendere perché ci sia la necessità di modificare per la terza volta, dopo il 2006 e il 2017, una norma che in Europa ha i più bassi limiti di punibilità”. Noi, in tutta sincerità, non riusciamo a comprendere quale modifica sia stata apportata alla legge nel 2017. Né cosa c’entri il basso livello di punibilità, quando il problema è particolarmente sentito nel Paese, tanto che il progetto di legge d’iniziativa popolare sull’argomento, promosso nel 2016 da Italia dei valori, aveva raccolto addirittura oltre 2 milioni di firme. Cadute nel dimenticatoio fino a oggi.
Tissone, però, prosegue imperterrito: “Tra l'altro siamo già il Paese più permissivo nei casi di eccesso di legittima difesa e nella stragrande maggioranza dei casi gli imputati sono stati assolti”. Anche su questo vorremmo sapere chi sono i suggeritori di Tissone. Ricordiamo soltanto che numerosi casi di cronaca hanno visto cittadini che si sono difesi sottoposti ad anni di calvario giudiziario e persino alla richiesta di danni da parte delle loro “vittime” (casi Mattielli e Birolo su tutti).
Le ultime considerazioni di Tissone ci lasciano sgomenti: “Andrebbero selezionati più efficacemente i possessori di armi con un'istruttoria che verifichi quanto dichiarato dal richiedente rispetto allo scopo del porto d'armi. O rischiamo che con una maggiore diffusione delle armi da fuoco, come accade già in altri Paesi con più armi in circolazione, i livelli di violenza siano più alti. I ladri si attrezzano, perché sanno che possono entrare in una casa in cui ci sono delle armi e leggi che permettono di usarle in maniera più facilitata”. Come è noto, la nuova legge prevede anche un inasprimento delle pene nei confronti dei rapinatori ed è questione quanto meno di studio (se non certo) l’effetto deterrente di cittadini armati. Il porto d’armi per difesa personale in Italia è “concesso” (è proprio il caso di dirlo) ad appena 18 mila cittadini, mentre per gli altri sono già previsti controlli altamente stringenti sui requisiti morali e psicofisici, nonché attitudinali, inaspriti, tra l’altro, dalla nuova direttiva europea che si proponeva di combattere il terrorismo, guarda un po’, colpendo i cittadini legittimamente armati. Se su certi funzionari europei non abbiamo più dubbi, c’è da domandarsi da che parte stia Tissone, perché sembra che la “guardia” tenga di più alla vita dei ladri…