Kelbly Nyx, la dea della notte che di giorno vince

Con il modello Nyx, Kelbly fissa un nuovo standard in fatto di carabine di derivazione tattica per il tiro di precisione a lunga distanza: merito indubbiamente della selezione accurata delle componenti e dell’assemblaggio senza compromessi, a cui ci ha ormai da anni abituato il produttore statunitense. Grazie all’impiego della calciatura Xlr Carbon chassis, consente una valida possibilità di personalizzazione ed è una scelta indubbiamente vincente nella nuova specialità del Prs (Precision rifle series).

Il cuore è l’Atlas
Il cuore del sistema è una delle azioni più recenti tra quelle sviluppate da Kelbly, denominata Atlas Tactical che, come il nome suggerisce, è stata realizzata per sopportare gli impieghi più gravosi nelle condizioni ambientali più difficili. La base di partenza è l’archetipo Remington 700 short action, al quale tuttavia sono stati apportati significativi perfezionamenti. Per il calibro 6,5 Creedmoor, oggetto della nostra prova, l’azione è di tipo short, con una lunghezza complessiva di 7,86 pollici (pari a 199,6 mm), con sezione tonda: la piastra del recoil lug è realizzata a parte, ma si centra perfettamente rispetto all’azione grazie a due spine frontali che vengono accolte entro corrispondenti fori nel recoil lug. Sul lato destro è presente una finestra di espulsione con una lunghezza di 75 mm e profilo trapezoidale, al fine di agevolare l’espulsione e anche l’eventuale alimentazione manuale della cartuccia nella camera. Sulla sommità dell’azione sono previsti quattro fori filettati e una serie di spine, per l’interfaccia con la slitta Picatinny inclinata di 20 Moa, destinata a ricevere il cannocchiale di puntamento. L’otturatore ha struttura classica con due tenoni frontali di chiusura a 180 gradi, il cilindro presenta una serie di scanalature elicoidali sia di alleggerimento, sia per l’eventuale drenaggio di sporcizia. Per favorire ulteriormente la scorrevolezza, tanto l’otturatore quanto l’azione hanno una speciale nitrurazione nera che può, al limite, consentire di fare a meno della lubrificazione (se, però, non siete in missione in Iraq, il suggerimento dell’azienda è quello di provvedere alla normale lubrificazione). La superficie frontale dell’otturatore può essere conica oppure piana, quest’ultima è la configurazione della carabina Nyx. L’estrattore è a ghigliottina, ricavato sul tenone destro di chiusura, l’espulsore è un brevetto di Kelbly ed è denominato Tg: in parte è accolto dentro il tenone sinistro e in parte dalla faccia dell’otturatore. Quando l’otturatore è in chiusura, diversamente dai normali espulsori a puntone e molla, non esercita alcuna spinta o tensione asimmetrica sul fondello della cartuccia: aprendo l’otturatore e arretrandolo, contrasta con un apposito rilievo in corrispondenza della leva a bilanciere di ritegno dell’otturatore, protrude provocando la rotazione e conseguente espulsione del bossolo o della cartuccia. In questo modo è possibile scegliere se aprire l’otturatore e prelevare manualmente il bossolo, per evitare qualsivoglia danno per la successiva ricarica di precisione, oppure avere una effettiva espulsione vigorosa, nel caso in cui sia necessaria la massima velocità ed efficienza di ripetizione del colpo (come è per esempio per la specialità del Prs, nella quale il fattore tempo non è secondario). Il manubrio dell’otturatore è di tipo maggiorato, con un pomo cilindro-conico caratterizzato da una doppia godronatura, con un diametro di 24,2 mm.

La parte inferiore dell’azione è conformata in modo da accogliere un caricatore tipo Aics (cioè bifilare a presentazione singola), con capacità fino a 10 colpi. Nell’esemplare in prova era in dotazione un caricatore appunto da 10 in lamiera d’acciaio, ma sono possibili numerose soluzioni polimeriche. Anche il bilanciere di ritegno dell’otturatore è rinforzato, essendo vincolato all’azione non tramite la classica spina, bensì mediante una robusta vite con passo 6-48.

La canna è una Krieger inox con rigatura realizzata mediante procedimento single point cut rifling, lunga 26 pollici per i calibri standard (6,5 e 6 mm Creedmoor, .224 Valkyrie, 6 Dasher, .308 Winchester), ma nei calibri custom, cioè 6,5×47 Lapua, 6×47 Lapua, 6 Br, .260 Remington è possibile averle con lunghezza di 18, 20, 22 o 24 pollici. Nel calibro adottato dall’esemplare in prova, cioè il 6,5 Creedmoor, il passo di rigatura è di 8 pollici, pari a 203 mm. Il profilo è di tipo pesante (bull barrel) con diametro in volata di 22 millimetri, la volata è inoltre filettata con passo 5/8-24 per l’installazione di un freno di bocca. Nell’esemplare in prova era installato un freno di bocca Kelbly The Klaw a tre stadi con sfiati inclinati di 30 gradi, che può essere montato con differente profondità di avvitatura, grazie a una contro-ghiera di serraggio, in modo da ottimizzare il rendimento rispetto al moto del proiettile, in relazione al regime vibratorio della canna.

Uno scatto eccezionale
Lo scatto è realizzato dall’austriaca Bix n’Andy, sempre più spesso utilizzato negli ultimi anni dai preparatori di carabine per il tiro di precisione a lunga distanza, grazie alla grandissima pulizia della corsa, congiunta alla possibilità di personalizzazione del peso di sgancio su livelli anche molto contenuti (nel caso specifico, lo scatto standard consente una regolazione da 1.200 a soli 250 grammi ma è possibile richiedere kit di scatto ancora più leggeri), il tutto in completa sicurezza riguardo all’aggancio del dente di scatto, grazie alla tecnologia innovativa di costruzione del pacchetto di scatto, che prevede un funzionamento mediante una catena di sferette.

Il complesso canna-azione è accoppiato a una calciatura Xlr industries, modello Carbon chassis. Come il nome suggerisce, è costituita da uno chassis centrale in lega leggera, che integra il bocchettone del caricatore e il ponticello del grilletto, nella parte posteriore comprende un buffer tube tipo Ar15 (fisso o, su richiesta, ripiegabile) sul quale è innestato un calcio scheletrato regolabile in lunghezza e nell’altezza del calciolo vero e proprio, e un appoggiaguancia polimerico regolabile in altezza, con una escursione di 35 millimetri. Sotto al calcio sono previsti fori per l’implementazione di ulteriori accessori previsti da Xlr, come una barra per l’appoggio su rest posteriore (bag rider) e così via.

Nella parte frontale, è invece fissata una astina in fibra di carbonio, sempre Ar15-style, lunga 400 millimetri a sezione ottagonale che, su ciascuno degli otto lati, presenta una serie di interfacce M-lok che danno agio di applicare qualsiasi tipo di accessorio, dal bipiede all’eventuale barricade rest per la Prs, a sacchetti sempre per la Prs, a contrappesi per variare il baricentro e l’assetto dell’arma e così via. Così come ci è stata presentata dall’importatore italiano, l’Armeria Regina di Conegliano (Tv), all’arma era applicato uno splendido bipiede Talon, mediante spezzone di Picatinny applicato sulla parte anteriore del lato inferiore dell’astina.

Anche l’impugnatura a pistola è a standard Ar15, anatomica con incavi per le dita e con texture grippante antiscivolo sulla maggior parte della superficie.

La nostra prova
Abbiamo condotto la prova a fuoco nel campo di tiro Skiritai legacy shooting range di Collesalvetti (Li), approfittando di una sessione di allenamento per la specialità del Prs del Kelbly & Balistae solution team, composto da Alberto Bompan, Andrea Zanchetta e Fabio Carraro, tutti e tre equipaggiati di carabina Kelbly Nyx in calibro 6,5 Creedmoor, con differenti allestimenti in funzione delle preferenze individuali, principalmente in termini di contrappesi, bipiedi e sacchetti/rest per il tiro dalla barricata. Abbiamo, in effetti, utilizzato a fuoco lo specifico esemplare di proprietà di Andrea, perché in tal modo non abbiamo dovuto investire il tempo necessario allo svolgimento del rodaggio canonico sull’esemplare out of the box che è raffigurato nelle immagini a corredo di questo articolo: stesso calibro, stessa identica canna (sempre 26 pollici in 6,5 Creedmoor), stessa calciatura, unica differenza un’astina in lega leggera anziché in carbonio, provvista di contrappesi laterali per conferire un assetto dal baricentro neutro e un peso complessivo, con ottica e accessori montati, vicino ai 10 chilogrammi. Ciò ha consentito di disporre di una eccezionale stabilità nella posizione di tiro da noi scelta, cioè con arma appoggiata su sacchetto baricentrico dal bordo superiore della barricata “tetto” (rooftop barricade) che rappresenta una delle posizioni possibili di tiro che si incontrano nel Prs. Non è certamente una delle posizioni più facili, perché a fronte del fatto che la carabina risulta in equilibrio, e con assetto neutro, sul bordo del culmine del tetto (grazie al sacchetto vincolato al lato inferiore dell’astina), il tiratore essendo appoggiato su uno spiovente tende naturalmente a scivolare verso il basso e l’aggancio che la suola degli scarponcini offre sulle “tegole” del tetto è quantomeno scarso. Si resta, quindi, in forte tensione con piedi, polpacci, ginocchia, addominali e avambracci, il che significa che per ottenere risultati al tiro, si fa una bella sudata e il tremolio è in agguato dietro l’angolo! Il che è, poi, il bello del gioco.

Ciò premesso, pur non avendo avuto alcuna dimestichezza pregressa con il Prs e con il tiro dal rooftop, abbiamo deciso di cimentarci con entusiasmo con questo tipo di tiro, proprio per evidenziare quali potessero essere le potenzialità balistiche dell’arma nelle mani di un assoluto novizio della specialità. Bersaglio cartaceo posto a 300 metri, con un angolo di sito pressoché irrilevante (10 gradi o giù di lì). A nostra disposizione, un assortimento di cartucce commerciali abbastanza variegato ed esaustivo, costituito da Sako Trg con palla Lapua Scenar L di 136 grani, Winchester match con palla Sierra Matchking di 140 grani, Hornady con palla Eld match di 140 grani e Nosler custom con palla Rdf sempre di 140 grani. A questo assortimento abbiamo aggiunto alcune delle cartucce della ricarica approntata da Andrea, con palla Lapua Scenar (non “L”) di 139 grani, bossolo Lapua con sede innesco Small, innesco Federal Gold medal e 43 grani di Vihtavuori N160, per una velocità alla bocca di 870 metri al secondo. Il picco più elevato di velocità lo abbiamo, invece, riscontrato con le Sako Trg che, a fronte di soli 4 grani in meno di peso di palla, hanno evidenziato un caricamento piuttosto allegro, giungendo a sfiorare i 900 metri al secondo (897 con una deviazione standard pari solo a 1,5). I dati velocitari sono stati ottenuti con cronografo Labradar.

La calciatura, pur essendo di tipo scheletrato, risulta del tutto confortevole sia per la spalla sia, soprattutto, per la guancia che risulta perfettamente allineata con l’asse ottico del cannocchiale. Fluida come l’olio la scorrevolezza dell’otturatore, così come lo sfilamento della cartuccia dal caricatore e relativa cameratura. La chiusura risulta agevole e l’aggancio dell’estrattore da parte del fondello non è in alcun modo ostico nel movimento di rotazione del manubrio, complice anche il rilevante braccio di leva del quale si può disporre. L’espulsione risulta vigorosa se si arretra con vigore a fondo corsa, se si arretra lentamente l’otturatore comunque il bossolo riesce a cadere fuori dalla finestra di espulsione, sospinto dalla cartuccia presentata dal caricatore, lasciando tuttavia agio, se lo si desidera, per afferrare con le dita il colletto e riporre il bossolo senza fargli toccare terra.

La precisione intrinseca? Le premesse erano ottime: verificando la taratura a 100 metri da sdraiati, con le Nosler Rdf abbiamo realizzato una rosata di tre colpi in un solo foro allargato. A 300 metri, stante la peculiare posizione di tiro, ben più penalizzante rispetto a quella da seduti in appoggio su rest, con la ricarica abbiamo piazzato tre colpi in 16 millimetri, mentre con le Sako Trg il raggruppamento di 3 colpi è risultato pari a 19 millimetri e così è stato anche per le Hornady Eld match. Tre colpi in 22 millimetri, con distribuzione verticale, con le Winchester match, fanalino di coda con tre colpi in 30 mm con le Nosler Rdf sempre di 140 grs.

Un plauso al lavoro del freno di bocca che, in combinazione con il peso elevato della carabina, fa sì che l’arma resti praticamente immobile anche quando l’appoggio contro la spalla è meno che vigoroso, consentendo di non perdere l’allineamento tra ottica e bersaglio.

Scheda tecnica
Produttore: Kelbly, kelbly.com
Distributore: Armeria Regina, via Daniele Manin 49, 31015 Conegliano (Tv), tel. 043.86.08.71, armeriaregina.it
Modello: Nyx
Calibro: 6,5 Creedmoor (anche 6 Creedmoor, .224 Valkyrie, 6 Dasher, .308 Winchester e, su richiesta, 6,5×47 Lapua, 6×47 Lapua, 6 Br, .260 Remington)
Funzionamento: ripetizione manuale con otturatore girevole-scorrevole
Alimentazione: caricatore tipo Aics bifilare a presentazione singola
Numero colpi: 10
Azione: Atlas tactical
Canna: Krieger inox single point cut rifling lunga 26 pollici, volata diametro 22 mm con filettatura 5/8-24 per freno di bocca (in prova, freno regolabile Kelbly The klaw)§
Lunghezza totale: 1.205 mm
Scatto: Bix n’Andy regolabile tra 250 e 1.200 g
Percussione: percussore lanciato
Estrattore: a ghigliottina
Espulsore: Tilted Tg
Sicura: manuale a due posizioni dietro il manubrio
Mire: slitta Picatinny inclinata di 20 Moa per l’installazione dell’ottica (in prova, Deon March 5-42×56)
Materiali: azione in acciaio inox 416R, calciatura in lega leggera, astina in carbonio, impugnatura in polimero
Finiture: nitrurazione nera
Peso: 4.800 g
Prezzo: 4.280 euro, Iva inclusa (escluso freno di bocca)