Il Tar decide… di non decidere

Deludente e sorprendente l’ordinanza con la quale il Tar Lazio rinvia il giudizio cautelare sul ricorso dei Tsn al prossimo 7 aprile, cioè ancor più tardi rispetto al limite del 15 marzo previsto per le elezioni

Lo scorso 11 gennaio il Tar del Lazio ha svolto la seconda udienza per valutare un intervento in via cautelare sul ricorso adito da una rappresentanza di sezioni Tsn, circa il rifiuto da parte del commissario straordinario Igino Rugiero di indire le elezioni come da richiesta formale delle sezioni stesse, inoltrata la scorsa estate.

I giudici motivano la decisione dell’ulteriore rinvio, con il fatto che il ministero della Difesa ha depositato in giudizio il decreto del 18 novembre 2020 con il quale ha prorogato il mandato al commissario uscente (appunto Rugiero) fino alla data delle elezioni, da svolgersi entro il 15 marzo, e con il fatto che le sezioni non avrebbero presentato impugnazione nei confronti di questo decreto. Per contro, i giudici hanno specificato che “in vista della prossima camera di consiglio, il ministero della Difesa e l’Uits, per la parte di rispettiva competenza, avranno cura di far conoscere lo stato di avanzamento dell’iter di approvazione delle modifiche allo Statuto, avviato ormai da tempo, e le ragioni per le quali la procedura di approvazione non si sia conclusa entro l’anno appena concluso, come invece preannunciato nella nota del ministero della Difesa – ufficio legislativo del 7 dicembre 2020”. I giudici hanno specificato anche che “in caso di mancato svolgimento delle elezioni entro il 15 marzo prossimo, il ministero della Difesa e l’Uits, per la parte di rispettiva competenza, avranno altresì cura di far conoscere le cause (“di forza maggiore”) che lo avrebbero impedito”.

La parte più surreale della decisione, forse, non è quello che dice, bensì quello che non dice: non una singola parola sul nodo (evidentemente fondamentale, ma probabilmente non per i giudici) relativo al fatto che le sezioni Tsn lamentavano nel loro ricorso che queste elezioni, quando finalmente si dovessero svolgere, si svolgerebbero con l’approvazione di un nuovo statuto preparato dal commissario straordinario con elementi di tipo “politico” e non soltanto tecnico, senza aver coinvolto l’assemblea dei presidenti come sarebbe previsto da statuto.