Il ritorno della starna italica

Grazie al progetto Life perdix, la starna italica ha concrete possibilità di tornare a popolare il territorio del Belpaese. Immissioni controllate di soggetti selezionati, monitoraggi e riduzione

La starna italica (Perdix perdix italica), ampiamente diffusa nel nostro Paese fino al secolo scorso e ormai considerata estinta in natura, ha di nuovo concrete chances di tornare a popolare le nostre campagne. Il merito va al progetto Life perdix, portato avanti da Federcaccia, Ispra, carabinieri forestali, Legambiente, Féderation nationale des chasseurs, parco del Delta del Po ed Enci, cofinanziato dalla Comunità europea. Il progetto prevede il reinserimento della starna in natura attraverso reimmissioni controllate, monitoraggio con vari metodi e la mitigazione delle minacce nelle aree di rilascio, per ricostituire una popolazione sana di Perdix perdix italica.

All’inizio di agosto sono stati immessi i primi 750 individui in tre diversi recinti di ambientamento nell’area del Mezzano, in provincia di Ferrara, cui seguiranno altre immissioni per arrivare a 4.500 individui entro la fine della stagione. Le immissioni proseguiranno anche negli anni a venire, fino al 2024, per un totale di 27.000 esemplari.

Gli individui reintrodotti sono stati ottenuti con un accurato processo di selezione genetica, portata avanti dagli esperti di Ispra presso il centro faunistico di Bieri (Lu), con l’impiego di tecniche sperimentali utili all’ambientamento degli individui in natura.

«Con i primi rilasci di starna italica nella Valle del Mezzano», ha dichiarato Francesco Riga di Ispra, «un importante elemento della biodiversità italiana ritorna ad essere presente in natura, dopo essere stata recuperata grazie alla selezione genetica ed all’esperienza dei tecnici del Centro di conservazione ex situ dei carabinieri forestali di Lucca. Le starne che verranno immesse saranno monitorate continuamente con diversi metodi (radiotelemetria, osservazioni dirette, conteggi con i richiami e con l’aiuto di unità cinofile specializzate, avvistamento casuali da parte di turisti e abitanti del luogo) per accertare il loro insediamento nell’area di rilascio e contrastare le eventuali cause di mortalità».