Il Pd si accorge improvvisamente della sicurezza dei cittadini e risponde a proprio modo: come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa, la responsabile giustizia Dem, Debora Serracchiani, ha infatti avanzato una proposta di legge relativa ai coltelli, mentre alle armi da fuoco (a quanto pare solo quelle legalmente detenute…) pensa come al solito la nostra vecchia conoscenza, il senatore Walter Verini, che a questo punto ha varato il suo terzo provvedimento in tal senso, sottoscritto da senatori di Iv, Avs e M5S. Secondo quanto riferisce Adnkronos, il senatore avrebbe commentato il ddl così: “Secondo la Polizia, non è possibile quantificare la platea di meri detentori di armi in Italia. Ormai sono molte le risse, anche tra vicini, che sfociano in tragedia a causa della presenza di armi da fuoco”. Già con queste sue parole il senatore ahimé conferma, purtroppo, quanto già avevamo avuto modo di riscontrare nelle precedenti occasioni, ovvero che in materia di armi legali le sue idee sono poche e ben confuse. Uno degli aspetti, infatti, sul quale è possibile smentire l’onorevole Verini è proprio relativo al fatto che, dopo decenni di silenzio, pochi mesi or sono il ministero dell’Interno ha reso noto il numero totale di legali detentori di armi in Italia, che sono quasi cinque milioni. A fronte di queste cifre a sei zeri, sostenere che i fatti di sangue che coinvolgono armi da fuoco legalmente detenute siano tali e tanti da imporre un giro di vite sulle regole relative al rilascio e al rinnovo delle autorizzazioni di polizia comincia, tuttavia, a essere qualcosa più che semplice disinformazione, qui siamo a livelli ben diversi e ben più bassi di demagogia politica, un “populismo al contrario” che si propone evidentemente di contrastare le azioni del centrodestra (che anch’esse possono essere tacciate di demagogia, sia chiaro) in materia di sicurezza con azioni uguali e contrarie, purché sempre rigorosamente grossolane. Il testo del ddl non è ancora disponibile, l’agenzia di stampa tuttavia ci dice che prevede “un apposito certificato medico di idoneità psicofisica rilasciato da una commissione medica e una serie di forme di monitoraggio e controllo sulla vendita e sulla detenzione di armi”. I leitmotiv del suo precedente ddl, insomma, che già avevamo evidenziato come, a fronte di evidenti penalizzazioni per le normali (e lecite) attività di caccia, di tiro sportivo e di collezionismo dei cittadini, avessero una contropartita in termini di sicurezza sociale pari a uno zero spaccato. Ma questo non sembra in alcun modo impensierire il senatore Verini, che chiosa garrulo: “Con queste proposte si punta ad aggredire il problema, a prevenirlo e contrastarlo”.
Come per il ddl Serracchiani sulla vendita dei coltelli on-line, anche il ddl Verini è ben difficile che superi il vaglio parlamentare, essendo stato avanzato da senatori appartenenti all’attuale compagine di minoranza. Evidenzia tuttavia che per i partiti del centrosinistra le modalità con le quali si intendono risolvere i problemi di sicurezza in Italia viaggiano sempre sullo stesso binario, che come capolinea ha le terga di noialtri legali detentori. Appare altrettanto chiaro (e non è una bella notizia) che nel momento in cui il centrosinistra dovesse arrivare al governo, saranno i diritti e gli interessi legittimi dei legali detentori di armi a essere messi sulla graticola per offrire al popolo l’impressione che Roma stia “facendo qualcosa” per la sicurezza dei cittadini.