I porti d’arma non si consegnano per il rinnovo

Nuova circolare del ministero dell’Interno sui porti d’arma: per chiedere il rinnovo di quelli in scadenza o scaduti e prorogati, non si può obbligare il cittadino a consegnare il vecchio libretto ancora valido

Dietro sollecitazione di Maria Cristina Caretta, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Agricoltura alla camera ed esponente della nuova Associazione cacciatori italiani, il prefetto Stefano Gambacurta ha firmato la circolare ministeriale 557/PAS/U/006338/10100.A(2) dell’11 giugno 2020, con la quale si pone finalmente un punto fermo su una prassi di alcune questure che, all’atto del rinnovo del porto d’armi, richiedevano al cittadino di consegnare il porto d’armi vecchio, anche se non ancora scaduto. Prassi che noi di Armi e Tiro abbiamo sempre evidenziato come irregolare, ben potendo essere il vecchio libretto consegnato al ritiro di quello nuovo, consentendo nel frattempo al titolare di continuare ad andare a caccia o al poligono. Per portare su più miti consigli le questure recalcitranti, il prefetto Gambacurta ha osservato che “i titoli in corso di validità, ivi compresi quelli che hanno beneficiato della proroga prevista dal richiamato articolo 103, comma 2, del citato D.L. n. 18/2020, convertito nella legge n. 27/2020, in combinato disposto con l’articolo 37 del D.L. n. 23/2020, devono essere lasciati nella disponibilità del titolare fino alla loro naturale scadenza e comunque fino al rilascio del provvedimento di rinnovo”.

Il prefetto ha osservato inoltre che “un agere amministrativo difforme da tale indicazione limita il pieno esercizio della facoltà concessa con l’atto abilitativo ed offre il fianco a censure sulla correttezza dell’operato dell’amministrazione”.

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