Formato compatto, tanta sostanza

La carabina Gamo Furia è una compattissima Pcp con struttura bull-pup, capace di esprimere notevoli doti di precisione, al giusto prezzo.

È una bull-pup cortissima, ma la sinuosa calciatura non risulta striminzita all’imbracciata; eccellente costanza velocitaria, risultati appaganti anche a 50 metri, malgrado uno scatto particolare

La configurazione bull-pup è sempre più diffusa tra i produttori di carabine ad aria precompressa, con un vero e proprio boom di modelli in particolare negli ultimi tre-quattro anni: il perché non è difficile da comprendere, a parità di lunghezza di canna rispetto a una carabina Pcp tradizionale, con la configurazione bull-pup si ottiene un contenimento della lunghezza complessiva di un buon 30 per cento. Inoltre, l’impugnatura a pistola risulta collocata in corrispondenza del baricentro, consentendo una imbracciata molto naturale e, al limite, persino il tiro a una sola mano. Per contro, esistono alcune contropartite: il comfort offerto dal calcio di una carabina bull-pup è generalmente inferiore rispetto a quello di una carabina tradizionale, perché le esigenze meccaniche (sotto la guancia del tiratore c’è il sistema di valvola e massa battente, il dispositivo di alimentazione, l’otturatore eccetera) non consentono una grande libertà nel dimensionamento e nella profilatura dell’appoggiaguancia. Inoltre, lo scatto è generalmente di qualità inferiore, perché tra il grilletto vero e proprio e il dente di scatto c’è una notevole distanza, coperta generalmente da una o due briglie di raccordo in filo armonico o con una serie di rinvii. In ogni caso, rispetto anche solo a pochi anni fa, questo aspetto è stato nella maggior parte dei casi ormai ottimizzato dalle aziende, tanto da non far rimpiangere eccessivamente lo scatto delle carabine tradizionali, e forse è proprio per questo motivo che negli ultimi anni si sono viste spuntare sul mercato così tante bull-pup.

La Gamo Furia è dotata di una linea piuttosto originale ed elegante, grazie soprattutto alla sinuosa profilatura della calciatura in faggio, che vanta una impugnatura thumb hole nella quale, però, il foro per il passaggio del pollice della mano forte è tanto ampio da non riscontrarsi alcuna differenza rispetto a una impugnatura a pistola di tipo aperto. Sui lati della pistola e sui lati dell’astina sono presenti pannelli grippanti con una finitura scabrosa molto funzionale per avere una presa ottimale con le mani.

Sulla sommità della parte lignea si trova il serbatoio dell’aria compressa, con una pressione di esercizio di 200 bar, sopra il serbatoio si trova il telaio della carabina, anteriormente al quale è collocata la canna. Quest’ultima è rotomartellata, lunga 470 millimetri, con un diametro di 15,5 millimetri e una filettatura di volata sulla quale è installato un freno di bocca a tulipano. Il freno, concettualmente simile a quello montato sulle armi da fuoco, ha una funzione principalmente estetica, ma attraverso i fori può sfiatare parte del toro gassoso che si espande all’uscita del pallino dalla volata, evitando così di perturbarne il moto. Intorno alla canna sono presenti due ponti, che servono per sostenere la slitta a coda di rondine di 11 millimetri per il fissaggio dell’ottica di puntamento. La slitta ha una lunghezza di 205 millimetri, è quindi piuttosto lunga per la categoria (almeno a guardare alcuni concorrenti…) e consente l’impiego di ottiche anche non necessariamente compatte. Per verificare (e dimostrare) con mano quanto appena affermato, abbiamo montato una imponente variabile Bsa Genesys 10-40×56 Sf, al posto della 3-9×40 Gamo gentilmente fornitaci dal distributore italiano, la Adinolfi di Monza. La slitta, inoltre, non è realizzata in un solo pezzo con le staffe di fissaggio, bensì è fissata a esse con due viti Allen, il che significa (per esempio) che è possibile prevedere spessori sulla staffa posteriore per inclinare la slitta, al fine di compensare la caduta del pallino sulle maggiori distanze anche con ottiche dall’escursione delle torrette non particolarmente ampia (come è stato il caso della Bsa Genesys).

Il caricamento della massa battente si ottiene sollevando il manubrio dell’otturatore sul lato destro, di circa 30 gradi, e arretrando l’otturatore medesimo fino a fondo corsa. Con l’otturatore in questa posizione, è possibile inserire dal lato sinistro il caricatore, del tipo a tamburo con molla di rotazione integrata. Per il perfetto centraggio del caricatore rispetto alla sua sede, è previsto un piolo sul lato destro che si inserisce con precisione in un foro sulla piastrina di fondo corsa dell’arma. Una volta accomodato in posizione il caricatore, accompagnando in avanti l’otturatore si camera il pallino e, abbassando il manubrio, si blocca il tutto in posizione. Sempre sul lato destro, al di sotto della scanalatura di scorrimento del manubrio dell’otturatore, si trova la sicura manuale a leva: in avanti l’arma spara, all’indietro lo scatto risulta bloccato. Davanti alla sede di scorrimento del manubrio, un “Made in Uk” conferma la partneship di Bsa nella produzione delle Pcp del gruppo ispano-britannico.

Per quanto riguarda l’alimentazione dell’aria compressa, invece, all’estremità anteriore della bombola è presente il manometro per la verifica della pressione residua: intorno al manometro è presente una sottile boccola polimerica, rimuovendo la quale (basta tirare, non c’è filettatura) si scopre il foro per l’ugello

quick fill

collegato alla frusta. Tutto molto semplice e lineare.

La prova di tiro si è svolta all’interno del nostro balipedio, completamente indoor, il che ci ha consentito di fare a meno del fattore perturbatore degli elementi atmosferici. L’arretramento dell’otturatore è molto agevole, sia per la non elevata resistenza della molla di armamento, sia per l’eccellente presa che consente il manubrio, dotato di un cilindro grippante lungo 30 millimetri e largo 17, con due scanalature anulari per un miglior grip. Il riempimento del caricatore (molto simile se non identico a diversi modelli Bsa) è del tutto agevole, i pallini “cadono” nei rispettivi alveoli senza particolare resistenza e vengono trattenuti dolcemente da un o-ring. Sulla parte superiore del supporto è visibile il rotore del tamburo vero e proprio, di colore blu, con il numero progressivo dell’alveolo occupato. È possibile, quindi, verificare in qualsiasi istante quanti pallini siano stati inseriti nel rotore o quanti ne manchino prima del completo esaurimento. Per quanto riguarda la manovra del manubrio, la sua posizione determina il fatto che sia più agevole arretrarlo abbandonando la posizione di imbracciata, ma con un po’ di pratica è possibile ricaricare senza dover abbandonare la posizione di puntamento, complice anche il fatto che lo stelo dell’otturatore, comunque, non protrude dalla parte posteriore del telaio anche in corrispondenza del punto morto posteriore. Volendo è anche possibile disattivare “al tatto” la sicura manuale, le due posizioni tuttavia non sono contraddistinte da scatti netti, quindi meglio sarebbe verificare visivamente la posizione della leva (i due estremi sono in corrispondenza delle lettere “S” per sicura e “F” per “fuoco”). L’impugnatura a pistola ci è parsa particolarmente indovinata, perché presenta fianchi bombati che riempiono in modo molto naturale e istintivo il palmo della mano, deteminando un immediato feeling. L’impugnatura è perfettamente ambidestra, non altrettanto però lo è il resto dell’arma, e d’altronde per una bull-pup non è semplicissimo. Piacevole anche il contatto della guancia con l’apposito appoggiaguancia in legno.

Per quanto riguarda lo scatto, sulla sommità del grilletto è presente un grano di regolazione. Con l’impostazione di fabbrica, è risultato caratterizzato da una precorsa pressoché inesistente, un secondo tempo molto lungo, però anche pulito, senza uno sgancio esattamente definito, tuttavia con un peso di sgancio inferiore al chilogrammo. Per la fascia di prezzo alla quale appartiene l’arma, ci sembra più che adeguato e, dopo qualche tamburo di acclimatamento, siamo riusciti a ottenere eccellenti risultati.

La prova di tiro è iniziata sulla distanza dei 25 metri, utilizzando dapprima i pallini Gamo Pro match a testa piatta (wad cutter), con i quali però non siamo riusciti a ottenere raggruppamenti degni di nota. Anche nel caso delle Pcp di modesta capacità offensiva (qual è appunto la Furia che abbiamo testato), questo tipo di arma a nostro avviso palesa comunque una predilezione per i pallini a punta ogivale (domed), ed è appunto a essi che abbiamo immediatamente rivolto la nostra attenzione, partendo dai leggeri Gamo Pro magnum (0,49 grammi) per arrivare ai più corposi Jsb Exact heavy (0,67 grammi) per concludere con i sempreverdi Haendler & Natermann Baracuda match di 0,69 grammi. Questi ultimi avevano un diametro di 4,50 mm, mentre i Jsb avevano un diametro di 4,52 mm. I Gamo non sono selezionabili sui centesimi, quindi nella tabella balistica abbiamo riportato il loro calibro nominale di 4,50 millimetri.

Leggeri o pesanti, più economici o più pregiati, con tutti e tre i pallini abbiamo ottenuto a 25 metri, in appoggio anteriore sul rest, una rosata equivalente, costituita da quattro colpi in 7 millimetri (da centro a centro) più un flyer, determinato dalla scarsa confidenza con lo scatto. Risultati decisamente appaganti, accompagnati da una deviazione standard sulla velocità estremamente contenuta e costante (1,0 per tutti e tre i tipi). L’astina, larga 43 millimetri circa, è sufficientemente squadrata da consentire una buona stabilità in appoggio sul rest, il che è tanto più importante su una bull-pup considerando che l’astina è generalmente molto corta e che il baricentro risulta più arretrato, quindi la pressione sull’appoggio è minore rispetto a una carabina convenzionale. Considerando il potente ingrandimento dell’ottica che abbiamo montato, la parallasse regolabile e l’ottima nitidezza dello strumento, abbiamo voluto strafare e abbiamo portato il bersaglio a 50 metri, caricando quindi il caricatore a tamburo con cinque pallini Jsb Exact heavy, sui quali riponevamo un pizzico di fiducia in più sulla distanza. Fiducia che è stata ripagata con una rosata di soli 17 millimetri per cinque colpi, senza (per di più) alcun flyer, risultato decisamente valido per una Pcp al di sotto dei 7,5 joule di questa fascia di prezzo.

La prova completa su Armi e Tiro di gennaio 2020

Produttore: Gamo, gamo.com

Distributore: Adinolfi, via Brennero 10, 20900 Monza, tel. 039.23.00.745, fax 039.23.00.028, adinolfi.com

Modello: Furia

Calibro: 4,5 mm

Funzionamento: aria precompressa (Pcp), otturatore girevole-scorrevole

Canna: rotomartellata, lunga 470 mm (senza freno di bocca), diametro 15,5 mm

Lunghezza totale: 680 mm

Alimentazione: caricatore a tamburo da 10 colpi

Scatto: diretto, monostadio, peso di sgancio 900 g circa

Mire: slitta di 11 mm per il montaggio di ottiche (in prova, Bsa Genesys 10-40×56 Sf)

Materiali: telaio in lega leggera, canna in acciaio, calciatura in faggio

Finiture: parti in lega leggera anodizzate nero opaco, parti in acciaio brunite

Qualifica: libera vendita

Peso: 3.200 g senza ottica

Prezzo: 895 euro, Iva inclusa