Con 109 voti favorevoli e 69 contrari, il Senato ha approvato il testo “blindato” del decreto sicurezza, sul quale il governo aveva chiesto la fiducia. L’approvazione è giunta sei giorni prima della scadenza dei 60 giorni per la conversione del decreto legge, come previsto dalla Costituzione a pena di decadenza.
L’opposizione di centrosinistra ha fortemente osteggiato il provvedimento, parlando di “decreto paura” e di “14 nuovi reati e terrificanti aumenti d pena”, che restringerebbero il campo dei diritti e del dissenso. La premier ha invece evidenziato il “passo decisivo” fatto con l’approvazione definitiva del decreto, assicurando che “legalità e sicurezza sono pilastri della libertà”.
Per quanto riguarda le forze dell’ordine, all’interno del decreto è previsto un inasprimento delle pene previste per i casi di violenza o minaccia nei confronti degli ufficiali o agenti di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza, nonché per i casi di lesioni ai predetti. Si prevede inoltre la possibilità di dotare il personale di strumenti di videosorveglianza indossabili per “servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio e di vigilanza di siti sensibili nonché in ambito ferroviario e a bordo dei treni”. È istituita una copertura legale fino a 10 mila euro per ciascuna fase del procedimento nei casi in cui gli appartenenti alle forze dell’ordine siano imputati o indagati per fatti inerenti il servizio.
L’articolo 28 infine, consente agli agenti di pubblica sicurezza, e non più ai soli ufficiali, il porto fuori servizio di un’arma personale, più occultabile rispetto a quella d’ordinanza. Il secondo comma tuttavia, prevedendo l’emanazione di un apposito regolamento attuativo entro 1 anno dall’entrata in vigore, sembrerebbe subordinare all’emanazione di siffatto regolamento l’effettiva esecutività del primo comma. Si auspica che il ministero dell’Interno possa fare chiarezza al più presto sul punto.