Benelli Argo E endurance test

Due carabine Benelli Argo E sono state sottoposte a una serie di verifiche e prove stabilite dal Banco nazionale di prova, in un protocollo elaborato prendendo a modello quello che avviene per le armi militari. Questo protocollo costituisce la Procedura Interna 8.2 (Mob), Cap. 28, emessa dal Banco nazionale di prova relativamente all’omologazione dei prototipi di arma. I test hanno fatto di Argo E la prima carabina semiautomatica (anzi la prima arma civile) al mondo, omologata da un ente di cert

Due carabine Benelli Argo E sono state sottoposte a una serie di verifiche e prove stabilite dal Banco nazionale di prova, in un protocollo elaborato prendendo a modello quello che avviene per le armi militari. Questo protocollo costituisce la Procedura Interna 8.2 (Mob), Cap. 28, emessa dal Banco nazionale di prova relativamente all’omologazione dei prototipi di arma.
I test hanno fatto di Argo E la prima carabina semiautomatica (anzi la prima arma civile) al mondo, omologata da un ente di certificazione.
Per l’esecuzione delle prove sono state utilizzate due Argo E Comfortech calibro 30/06, prelevate casualmente dal magazzino, con matricole (carcassa/canna):BB094779S/CB094779S e BB094805D/CB094805D.
La prima delle due carabine è stata sottoposta alla prova di affidabilità e di sparo (per un totale di 3.000 colpi) in condizioni estreme, la seconda è stata utilizzata per tutta una serie di prove speciali. Le prove nel loro complesso riguardavano:
a) Controlli dimensionali e tiri preliminari per verificare la precisione dell'arma;
b) Prova di affidabilità;
c) Prove di sparo in condizioni estreme;
d) Prove di caduta;
e) Prova di trascinamento nella sabbia;
f) Prove di sparo con canna ostruita.

I vari test di sparo sono stati condotti utilizzando le seguenti cartucce:
· Winchester Super X 30/06 Power Point da 180 grani;
· Winchester Supreme 30/06 Ballistic Silvertip da 168 grani;
· Norma Jaktmatch 30/06 da 150 grani;
· Federal Power Shok 30/06 da 180 grani.

Ecco il resoconto di come è andata, tratto dal comunicato ufficiale Benelli.

a) Controlli dimensionali e tiri preliminari per verificare la precisione
Prima dell'inizio, a metà ed al termine della prova di affidabilità, la carabina di matricole BB094779S/CB094779S è stata sottoposta a delle verifiche dimensionali e di sparo.
a1) Con alesametro, si è verificato il diametro interno (pieni di rigatura) della canna, a 5 cm dal vivo di volata. Sono state eseguite tre misure e calcolato il valore medio a 0 colpi, a1.500 colpi e a 3.000 colpi.
a2) Con un dinamometro è stata misurata la forza da applicare al grilletto per abbattere il cane. Sono state eseguite tre misure e calcolato il valore medio a: 0,1.500 e 3.000 colpi.
a3) Con una falsa cartuccia, al cui interno è stato inserito un cilindretto in rame da mm 5,7×10,15, è stata rilevata la profondità dell'impronta di percossa, provocata dall'impatto del percussore, utilizzando la macchina di misura tridimensionale ottica, marca Ogp Vantage 450, in dotazione al Laboratorio Metrologico del Bnp. Sono state eseguite tre misure e calcolato il valore medio a: 0, 1.500 e 3.000 colpi.
a4) Con una serie di calibri “Non Passa”, maggiorati di mm 0,02, è stato verificato lo spazio di chiusura dell’arma, in conformità a quanto stabilito dalle norme Cip. Lo spazio di chiusura massimo stabilito dalla Cip per il calibro 30-06 Springfield è di mm 51,565 mm.
a5) Sono state sparate 30 cartucce, per ognuna delle quattro tipologie di cartucce elencate in precedenza, alla distanza di 50 metri, al fine di determinare la precisione dell'arma, calcolando il valore "H+L". L'arma è stata bloccata su cavalletto, la canna della carabina, è stata raffreddata ogni tre cartucce con aria forzata.
​Scopo della prova era quello di registrare eventuali variazioni dei parametri iniziali, a causa dell'usura o del cedimento di alcuni degli elementi essenziali della carabina, dopo lo sparo di 3.000 cartucce in un lasso di tempo limitato.

b) Prova di affidabilità
La prova di affidabilità è stata svolta utilizzando la carabina di matricole BB094779S/CB094779S e le cartucce Winchester Super X con proiettile Power Point da 180 grani. Sono state sparate 3.000 cartucce secondo le seguenti modalità: sparo dell'arma a spalla, variando la posizione di imbracciata (secondo normativa NATO AC/225 D/14), raffreddamento con aria forzata solo ogni 20 colpi, lubrificazione ogni 500 colpi con olio Benelli MF82, pulizia da campo dopo lo sparo di 1.500 e 3.000 cartucce.
Lo scopo della prova è stato quello di registrare eventuali anomali legate al funzionamento dell'arma, causate dallo sparo di un numero elevato di cartucce in un tempo limitato (3 giorni da 8 ore per i primi 1.500 colpi e altri 3 giorni da 8 ore per la seconda serie di 1.500 colpi).

c) Prove di sparo in condizioni estreme
La carabina di matricole BB0940805D/CB0940805D, non lubrificata, con un caricatore inserito carico e dei caricatori di scorta sufficienti a contenere 4 cartucce di ognuna delle tipologie usate per la le prova (quindi un totale di 16) è stata sottoposta a:
– un ciclo di climatizzazione per 24 ore alla temperatura di 40°C con umidità al 90%;
– un ciclo di climatizzazione per 4 ore alla temperatura di -30° C.

La carabina di matricole BB094779S/CB094779S con un caricatore pieno e 50 cartucce è stata sottoposta a:
– un ciclo di climatizzazione per 12 ore alla temperatura di -50° C.
AI termine di ogni singolo ciclo di climatizzazione, l'arma è stata bloccata su cavalletto e sono state sparate tutte le cartucce che erano state climatizzate insieme all’arma e si è proceduto allo sparo delle munizioni.
​Scopo delle prove è verificare il corretto funzionamento dell'arma dopo essere stata sottoposta a dei cicli di condizionamento a temperature estreme, registrando il tipo e la frequenza delle eventuali anomalie.

d) Prove di caduta
La carabina di matricole BB094805D/CB094805D con un caricatore carico inserito, un bossolo innescato in camera cartuccia e la sicura manuale disinserita, è stata fatta cadere su di una superficie in calcestruzzo, da m 1 e 1,5 di altezza. Sono state eseguite 12 prove di caduta, 6 per ogni altezza, una per ogni “faccia” dell'arma, ovvero lato otturatore, lato sinistro carcassa, lato ponticello, lato superiore carcassa, volata canna e calciolo, facendo in modo che l'angolo di impatto fosse di circa 90°.
Lo scopo della prova è stato quello di stabilire il grado di sicurezza dell'arma in caso di caduta accidentale su superfici dure, in condizioni di arma carica e sicura disinserita.

e) Prova di trascinamento nella sabbia
La carabina di matricole BB094805D/CB094805D con un caricatore carico inserito, un bossolo innescato in camera cartuccia è stata trascinata, alla velocità di circa 1 m/s su di uno strato di sabbia tipo “Leda", lungo 5 metri ed alto 10 centimetri, l'operazione è stata ripetuta con l'arma appoggiata sia sul fianco destro che sul fianco sinistro. Dopo il trascinamento dell'arma, si è proceduto allo sparo delle munizioni, 4 per ogni tipologia.
Lo scopo di questa prova è stato quello di accertare se agenti esterni quali la sabbia, possano penetrare all'interno dell'arma ed in tal caso, come possano compromettere il grado di affidabilità dell'arma.

f) Prove di sparo con canna ostruita
Con la carabina di matricole BB094805D/CB094805D, sono state eseguite due prove di ostruzione, che hanno previsto lo sparo di una cartuccia commerciale dopo avere inserito in canna un proiettile di pari calibro.
f1) Prima prova, è stato inserito a forzare un proiettile prelevato da una cartuccia 30-06 posizionato in maniera tale che il suo fondello fosse a contatto con la parte apicale dell'ogiva della cartuccia inserita in camera cartuccia;
f2) Seconda prova, il proiettile è stato posizionato a 14 cm dal vivo di volata, all'altezza del foro di presa gas;
​Scopo delle prove è stato quello di verificare il comportamento dell'arma nel caso in cui oggetti esterni possano accidentalmente inserirsi ed ostruire la canna. I proiettili sono stati collocati in modo da verificare il comportamento dell'arma nelle condizioni di massima sollecitazione. Infatti con l'ostruzione posizionata fuori dalla camera cartuccia, si è verificato il comportamento della carabina quando la pressione dei gas raggiunge il valore di P.max ma la velocità del proiettile è minima, con sollecitazione massima della canna nella zona della camera di cartuccia e degli elementi che costituiscono il vincolo di chiusura tra canna ed otturatore, nel secondo caso si è verificato il comportamento dell'arma con l'ostruzione posizionata nel punto in cui è praticato il foro di presa gas, ossia un punto debole della canna.

a) Controlli dimensionali e tiri preliminari per la precisione prima, a metà e al termine della prova di affidabilità
Il diametro interno della canna è rimasto invariato a 7,64 mm, lo sforzo necessario ad abbattere il cane è diminuito di 0,1 Kg, la profondità dell'impronta di percossa è diminuita del 5%, lo spazio di chiusura dell'arma è rimasto invariato, mentre la precisione dell'arma è variata in percentuali comprese fra 33% ed il 4%. Per l'interpretazione di quest'ultimo valore bisogna tenere conto che la variazione della precisione di un'arma è influenzata dalla costanza della velocità della munizione. Quella misurata dal BNP è effettivamente la precisione dell’arma e soprattutto è indice di quanto la stessa possa o meno variare al progredire del numero di colpi sparati.
Come noto, la misura convenzionale più utilizzata della precisione di un’arma è il minuto d’angolo o Moa (minute of angle), ovvero i colpi della serie (3 o 5) devono avere i centri dei fori all’interno di una circonferenza con diametro un Moa.

b) Prova di affidabilità
​L'esito della prova è stato positivo: la carabina ha sparato 3.000 cartucce in 48 ore effettive, manifestando solo in quattro occasioni ( a 440, 1.080, 2.350, 2.680 colpi) un problema di alimentazione, non camerando completamente la munizione prelevata dal caricatore e in una sola occasione (a 2.850 colpi) si è verificato il mancato arresto dell'otturatore in posizione di avviso dopo avere sparato l'ultima cartuccia presente nel caricatore. L'arma ha invece eseguito sempre senza inceppamenti lo sparo delle munizioni, nonché la corretta estrazione ed espulsione dei bossoli delle cartucce. Siamo dei pignoli e ci teniamo a precisare che quelli sopra riportati sono i risultati ufficiali, ma in realtà siamo andati oltre. Non solo la nostra carabina ha sparato 3.300 colpi mantenendo una canna con ancora una lunga vita utile. Dopo che ci è stata restituita dal Bnp abbiamo voluto toglierci lo sfizio di un ultimo controllo e sparare un assortimento di caricamenti che avevamo nel deposito munizioni. Sono stati così sparati 14 differenti tipi di caricamenti, con pesi di proiettile da 125 a 220 grani, senza che si verificasse alcun problema di alimentazione.

c) Prova di sparo in condizioni estreme
​L'esito delle tre prove è stato positivo, infatti la carabina prelevata dalla camera climatica programmata ad una temperatura di -30°± 2°C ha sparato senza manifestare problemi di funzionamento: l'arma ha eseguito senza inceppamenti l'introduzione e lo sparo delle munizioni presenti nei caricatori, nonché la corretta estrazione ed espulsione del bossoli. Analogo risultato si è ottenuto, dopo avere termostato la carabina e le munizioni a una temperatura di +40°±2°C e una umidità relativa compresa fra l'85 e il 90%, per 24 ore. L'esito della prova è stato positivo anche quando la carabina è stata collocata per 12 ore in una camera climatica programmata ad una temperatura di -50°±2°C, infatti l'arma ha sparato senza manifestare problemi di funzionamento, eseguendo senza inceppamenti l'introduzione e lo sparo delle munizioni presenti nei caricatori (50 colpi), nonché la corretta estrazione ed espulsione dei bossoli.

d) Prove di caduta
L'esito delle prove è stato positivo, infatti non si è mai verificata l'accensione dell'innesco, il cane è sempre rimasto agganciato alla sua monta di sparo e il caricatore è sempre rimasto alloggiato all'interno della carcassa. AI termine della prova l'arma ha sparato un caricatore di cartucce senza manifestare nessun tipo di problema, eseguendo senza inceppamenti l'introduzione e lo sparo delle munizioni presenti nei caricatori, nonché la corretta estrazione ed espulsione dei bossoli. In tutte le prove di caduta (6 a un metro e 6 a 1,5 metri) il cane è sempre rimasto in condizioni di sparo senza sganciarsi. Solo quando la carabina è stata fatta cadere in modo che a toccare terra fosse il calciolo si è avuta la parziale apertura dell’otturatore con caduta da m 1; da m 1,5 l’arretramento dell’otturatore è stato tale da provocare l’espulsione del bossolo. Nella caduta sul fianco destro da m 1,5 si è avuta la rottura della manetta di armamento, unico “danno” riscontrato sull’arma a parte, ovviamente, qualche graffio e qualche piccola ammaccatura.

e) Prova di sparo dopo il trascinamento nella sabbia
La carabina ha manifestato per le prime 4 cartucce problemi di funzionamento costituiti da iniziali inceppamenti in fase di alimentazione, seguiti da problemi derivanti dal fatto che il grilletto rimaneva in posizione arretrata non consentendo il corretto funzionamento dello scatto, doveva quindi essere riportato in avanti manualmente. Le successive 8 cartucce sono state sparate senza che l'arma presentasse problemi in fase di alimentazione, sparo, estrazione ed espulsione del bossolo. Il test di trascinamento nella sabbia è eccessivo per un’arma non militare e quindi non dotata di sportellini di chiusura che bloccano le vie di accesso alla meccanica; tanto più che la prova prevede che l’arma venga fatta sparare così come si trova dopo essere stata trascinata nella sabbia. È ben difficile (usiamo un eufemismo) che una carabina “scivoli” su una sabbia impalpabile (come è appunto la “LEDA”) per 5 metri: abbiamo tutti ben presente i terreni di caccia e di sabbia fine non ne vediamo mai. Eravamo comunque “curiosi” di vedere cosa succedeva in condizioni così estreme, molto più estreme di quanto si possa ragionevolmente prevedere per un’ambientazione venatoria. I risultati del test sono solo apparentemente negativi e ci dicono che in caso di cadute a terra, e anche di scivolamenti, la carabina non diventa fuori uso. Ed è comunque buona norma, se un’arma cade a terra e viene trascinata, il verificare (basta il semplice smontaggio da campo) se corpi estranei sono entrati nella canna o nella meccanica.

f) Prove di sparo con canna ostruita
Le prove sono state effettuate sull’arma che era stata fatta cadere a terra e quindi l’otturatore era privo della manetta di armamento. Con il proiettile inserito subito dopo la camera cartuccia, l'arma ha sparato una cartuccia di prova, senza che si verificasse gonfiatura della canna o rottura di parti della stessa. Non è stata riscontrata la proiezione di schegge verso l'esterno né cedimento degli elementi di chiusura. Il fenomeno ha causato la parziale apertura dell’otturatore e la perforazione dell'innesco, il bossolo è rimasto inserito nella camera di cartuccia.
Il secondo colpo con canna otturata è stato sparato dopo aver inserito nell’anima un proiettile posizionandolo a cm 14 dal vivo di culatta (e quindi subito dopo la presa gas). Questa volta la canna si è “gonfiata” proprio in corrispondenza del proiettile, con formazione di un anello concentrico su tutta la circonferenza, poco visibile all’esterno ma ben visibile all’interno, traguardando controluce l’anima della canna. La concentricità dell’anello che si è formato evidenzia una completa simmetria tra gli spessori delle pareti della canna. Non è stata riscontrata la proiezione di schegge verso l'esterno né cedimento degli elementi di chiusura.
AI termine delle prove è stato controllato lo spazio di chiusura dell'arma, che è risultato essere inferiore al valore massimo stabilito dalla CIP, evidenziando la perfetta tenuta del sistema di chiusura anche a forti sollecitazioni.