Anche Enalcaccia dice no!

L’associazione presieduta dal senatore Lamberto Cardia ora dice basta contro le rinnovate proposte animaliste di abolizione della caccia! E chiede al governo di fare chiarezza

I cacciatori non devono più protestare! Al contrario devono chiedere conto al governo dell’ipocrisia di alcuni suoi componenti che corteggiano le anime belle di facile consenso continuando, magari sottobanco, a confidare nell’irrinunciabile ruolo del mondo venatorio. Un gioco al massacro che arriva da lontano e praticato da politici che sposano l’ambientalismo, e l’animalismo, ma vorrebbero mantenere vivissimo, simulando uguale distacco, il mondo della caccia. Così non va!

Noi siamo quelli che nonostante le difficoltà continuano a portare acqua al mulino del bilancio dello Stato, e valori alla salute degli italiani: con denaro sonante che alimenta, unici in Italia, i ripristini ambientali; con tasse regionali che contribuiscono a pagare la vigilanza ambientale; con singole quote, sempre più onerose, versate agli ambiti territoriali di caccia che vengono utilizzate per la gestione del territorio, e in parte, per contribuire ai danni provocati dalla fauna selvatica.

Noi siamo i cacciatori, quelli che con gli agricoltori presidiano il territorio e che collaborano con la protezione civile a difenderlo dalle calamità naturali e dagli abusi. Noi siamo gli sportivi che regalano medaglie all’Italia con i campioni del Tiro a volo e delle altre discipline che utilizzano armi sportive. Siamo le migliaia di aziende del settore che producono, ed esportano, in tutto il mondo creando ricchezza per la comunità nazionale.

Ma tutto questo sembra ignorato da alcuni governanti che preferiscono sposare chi spende i soldi degli italiani per progetti, spesso fallimentari, dei quali non devono dare conto a nessuno. Di chi dittatorialmente vuole decidere la dieta degli italiani e progetta l’ambiente secondo una propria visione della vita. Quelli che devono dare conto dei soldi spesi per i progetti Life che non hanno avuto esito, o peggio, creato disagio nelle popolazioni, progetto orso eccetera. Infine da quelli che per anni hanno denunciato pseudo lobby venatorie e si sono infiltrati nelle stanze dei bottoni occupando incarichi a volte con potere decisionale nei ministeri, nei servizi tecnici, in alcuni organi di stampa e negli uffici di partiti.

Questa sì è una lobby che a spese degli italiani vuole avere carta bianca nelle scelte della nazione. E noi non ci stiamo, come cacciatori ma soprattutto come italiani! È arrivato il momento di chiarire se veramente il governo vuole rinunciare a una comunità produttiva, competente e rispettosa del diritto in cambio di autoproclamati difensori dell’ambiente che con i soldi di tutti noi, mai dei loro, controllano, prima che proteggere, il territorio come fosse cosa loro.

Chiediamo quindi al governo di fare conoscere con chiarezza da che parte vuole stare, da quella che vive e professa la cultura rurale che ha contribuito a costruire questo Paese o con chi da salotti di città pensa di governare a spese dello Stato, un mondo che non gli appartiene. Attendiamo con ansia una risposta e ci auguriamo che non tardi ad arrivare.